Papa Francesco: “La Chiesa benedice tutti, anche i gay ma non le unioni”
Il Pontefice: “L’omosessualità non è un crimine. Quello che ho permesso non è stato di benedire l’unione perché questo va contro la legge della Chiesa”. E tuona nuovamente contro la maternità surrogata
Città del Vaticano – La Chiesa benedice “tutti, tutti, tutti”, anche i gay ma “non le unioni omosessuali”. Lo ribadisce Papa Francesco nell’intervista concessa a Norah O’Donnell, direttrice di Cbs Evening News, registrata a Santa Marta il 24 aprile scorso e di cui è andata in onda una prima parte nelle scorse ore. “Se la Chiesa mette alla sua porta una dogana, cessa di essere la Chiesa di Cristo”. Quindi Francesco offre un chiarimento sulla questione delle benedizioni alle unioni omosessuali, di cui parla il documento dottrinale Fiducia Supplicans. “La benedizione è per tutti”, si può benedire ogni persona, ma non l’unione omosessuale, “Quello che ho permesso non è stato di benedire l’unione”, perché questo va contro “la legge della Chiesa”.
La giornalista ricorda che proprio Papa Bergoglio, in più occasioni ha affermato che “l’omosessualità non è un crimine”. “No. È un fatto umano”, risponde il Santo Padre, che tuona poi, come già accaduto in passato, contro la maternità surrogata che, dice, “è diventata un business, e questo è molto brutto. È molto negativo”. Per alcune donne, come ad esempio quelle malate, però potrebbe essere l’unica speranza, osserva la giornalista. “Potrebbe esserlo. L’altra speranza è l’adozione”, ribatte il Papa, invitando a non eludere il principio morale.
Il Pontefice risponde poi alla domanda sulle critiche che gli rivolgono alcuni vescovi statunitensi: “Conservatore è colui che si aggrappa a qualcosa e non vuole vedere oltre. È un atteggiamento suicida, perché una cosa è tenere conto della tradizione, considerare le situazioni del passato, un’altra è chiudersi in una scatola dogmatica”.
Non manca poi un appello alla pace: “Fermatevi. Fermate la guerra. Dovete trovare un modo per negoziare la pace. Sforzatevi di raggiungere la pace. Una pace negoziata è sempre meglio di una guerra infinita… Per favore, fermatevi. Negoziate”. Parlando poi della situazione in Israele e a Gaza, e delle proteste nelle università e al crescente antisemitismo, Francesco ribadisce: “Ogni ideologia è cattiva, e l’antisemitismo è un’ideologia, ed è cattiva. Ogni ‘anti’ è sempre cattivo. Si può criticare un governo o un altro, il governo di Israele, il governo palestinese. Si può criticare quanto si vuole, ma non ‘anti’ un popolo. Né anti-palestinese né antisemita”.
Il Pontefice torna poi a denunciare il fatto che tanta gente “si lava le mani” davanti alla questione migranti: “Ci sono tanti Ponzio Pilato a piede libero là fuori… che vedono quello che succede, le guerre, le ingiustizie, i crimini… È indifferenza…Per favore, dobbiamo far sì che il nostro cuore torni a sentire. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a questi drammi umani. La globalizzazione dell’indifferenza è una malattia molto brutta. Chiudere il confine e lasciarli lì, è una follia”, evidenzia Papa Francesco. “Il migrante deve essere accolto. Poi si vedrà come gestirlo. Forse bisogna rimandarlo indietro, non lo so, ma ogni caso deve essere considerato in modo umano”.
Non manca nell’intervista un cenno alla questione degli abusi nella Chiesa, un crimine che, ribadisce Francesco, “non può essere tollerato”. Al contempo riconosce che bisogna continuare a “fare di più”, perché “purtroppo la tragedia degli abusi è enorme” e bisogna fare in modo che questo non solo venga punito ma che non accada mai più. (foto © Vatican Media)
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