Ognissanti, il Papa: “I santi non sono eroi ma persone come noi, sono i nostri amici”

Il Pontefice all’Angelus nella solennità di Ognissanti chiede di pregare per la pace: “Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, non dimentichiamo la Palestina, non dimentichiamo Israele”

Città del Vaticano – Dono e cammino. Ecco cos’è la santità secondo Papa Francesco. Sotto un cielo che promette pioggia, il Pontefice, affacciato su una piazza San Pietro gremita da circa 20mila fedeli per l’Angelus della solennità di Ognissanti, si sofferma su queste due caratteristiche della “vera santità: è un dono – è un regalo, non si può comprare – e al tempo stesso è un cammino”.

Anzitutto è un dono, spiega, “un dono di Dio che abbiamo ricevuto con il Battesimo: se lo lasciamo crescere, può cambiare completamente la nostra vita”. E ammonisce: “I santi non sono eroi irraggiungibili o lontani, ma sono persone come noi, sono i nostri amici, il cui punto di partenza è lo stesso dono che abbiamo ricevuto noi: il Battesimo”.

“Anzi, se ci pensiamo, sicuramente ne abbiamo incontrato qualcuno, qualche santo quotidiano, qualche persona giusta, qualche persona che vive la vita cristiana sul serio, con semplicità… sono quelli che a me piace chiamare ‘i santi della porta accanto’, che abitano normalmente tra di noi. La santità è un dono offerto a tutti per una vita felice”, aggiunge, sottolineando: “Del resto, quando riceviamo un dono, qual è la prima reazione? È proprio che siamo felici, perché vuol dire che qualcuno ci vuole bene; e il dono della santità ci fa felici perché Dio ci vuole bene”.

Ma la santità è anche un cammino, “un cammino da fare insieme, aiutandoci a vicenda, uniti a quegli ottimi compagni di cordata che sono i Santi. Sono i nostri fratelli, le nostre sorelle maggiori, su cui possiamo contare sempre: i santi ci sostengono e, quando nel cammino sbagliamo strada, con la loro presenza silenziosa non mancano di correggerci; sono amici sinceri, di cui ci possiamo fidare, perché loro desiderano il nostro bene”, continua il Papa.

Dopo la benedizione, il pensiero del Pontefice va ai paesi in guerra, e lancia l’ennesimo accorato appello per la pace: “Continuiamo a pregare per le popolazioni che soffrono a causa delle guerre di oggi. Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, non dimentichiamo la Palestina, non dimentichiamo Israele e non dimentichiamo tante altre regioni dove la guerra ancora è troppo forte”.

Quindi, l’immancabile saluto: “A tutti voi auguro una buona festa nella compagnia spirituale dei Santi. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.

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