Obolo di San Pietro: che cos’è e come vengono usati i soldi

In occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo in tutto il mondo si raccolgono soldi per l’obolo di San Pietro: per cosa viene impiegato questo denaro?

Città del Vaticano – A fine giugno, nelle chiese di tutto il pianete, si svolge una grande colletta che va a finanziare le opere di carità del Papa. E proprio questo dà il nome alla giornata, fissata alla domenica più vicina alla solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Queste offerte, piccole e grandi, costituiscono l’obolo di San Pietro. La donazione, come si legge sul sito ufficiale, “manifesta il senso di appartenenza alla Chiesa e amore e fiducia per il Santo Padre. È un segno concreto di comunione con Lui, come successore di Pietro, e anche di attenzione alle necessità dei più bisognosi, di cui il Papa ha sempre cura”.

Una pratica che ha origine dalle Sacre Scritture

Gesù nella vita pubblica, dedicata all’annuncio della Buona Novella, accolse aiuti materiali per sostentarsi con il gruppo dei dodici Apostoli (Lc 8, 1-3). Con tali aiuti si soccorrevano anche i più bisognosi (Gv 12,4-7). Dopo la Pentecoste, nel tempo della Chiesa, si sentì l’esigenza di sostenere chi si dedicava totalmente all’annuncio del Vangelo (1 Tim 5, 17-18). San Paolo, nelle Chiese da lui fondate, motiva la colletta a favore della Chiesa Madre di Gerusalemme che affrontava gravi difficoltà economiche.

Così scrisse nella Prima lettera ai Corinzi (16, 1-4): “Riguardo poi alla colletta in favore dei fratelli, fate anche voi come ho ordinato alle Chiese della Galazia. Ogni primo giorno della settimana ciascuno di voi metta da parte ciò che è riuscito a risparmiare, perché le collette non si facciano quando verrò. Quando arriverò, quelli che avrete scelto li manderò io con una mia lettera per portare il dono della vostra generosità a Gerusalemme. E se converrà che vada anch’io, essi verranno con me”.

Questa partecipazione concreta ai bisogni della comunità ha preso forme diverse lungo la storia, facendo emergere la consapevolezza che tutti i battezzati sono chiamati a sostenere anche materialmente, con ciò che si può, l’opera di evangelizzazione e al tempo stesso a soccorrere i più bisognosi ovunque nel mondo.

Nella storia della Chiesa

L’Obolo, come donazione al Successore di Pietro, prese forma stabile nel VII secolo, con la conversione degli Anglosassoni, in collegamento con la festa dell’Apostolo Pietro a cui Gesù affidò la Sua Chiesa. È poi cresciuto nei secoli successivi, con l’adesione al cristianesimo degli altri popoli europei, sempre come un contributo di riconoscenza e devozione al Papa, quale espressione di unità della Chiesa, e di corresponsabilità ecclesiale.

Il termine “Obolo di San Pietro” fu quindi usato fin dal Medioevo per identificare il censo, cioè il contributo annuo pagato alla Santa Sede da parte degli Stati o delle signorie locali che si erano poste sotto la sovranità del Papa. Con la Riforma protestante e la fine del regime feudale cessarono questi rapporti tra le monarchie europee e il Papa. Nell’epoca moderna, poco prima della fine dello Stato Pontificio (1870) e della perdita delle rendite dei possedimenti territoriali, sorse in tutta Europa ed oltremare una sorprendente iniziativa di offrire al Papa un aiuto materiale.

Questa affettuosa reazione dei cattolici fu di grande consolazione e d’incoraggiamento per il Papa. Anche in quel periodo di crisi il Santo Padre prese cura dei più sofferenti (ricordiamo ad es. il terremoto disastroso in Croazia nel 1881), destinando loro una parte dell’Obolo. Il sostegno ricevuto dal Papa infatti non poteva non essere condiviso con quanti si trovavano in situazione di grave necessità, esprimendo così la premura di un padre che si prende cura di tutti i suoi figli: riceve per dare, e per dare a chi in quel momento ne ha più bisogno.

Finalità dell’Obolo di San Pietro

Ad oggi sono due le finalità dell’Obolo di San Pietro. La prima è sostenere la missione del Santo Padre che si estende al mondo intero dall’annuncio del Vangelo alla promozione dello sviluppo umano integrale, dell’educazione, della pace, della fratellanza tra i popoli anche grazie alle tante attività di servizio svolte dai dicasteri, enti e organismi della Santa Sede che lo assistono ogni giorno. La seconda è sostenere le numerose opere caritative in favore delle persone e famiglie in difficoltà, popolazioni colpite da calamità naturali, da guerre o che necessitano di assistenza umanitaria o sostegno allo sviluppo.

Grazie alle donazioni all’Obolo e anche alle altre raccolte il Santo Padre può venire incontro a coloro che necessitano di aiuto: poveri, bambini, famiglie, anziani, emarginati, vittime di guerre e disastri naturali, profughi e migranti. Un esempio è la donazione della terza ambulanza e di un’enorme scorta di farmaci per un ospedale ucraino (leggi qui).

Un altro esempio è la Grecia: il Papa ha donato 100 mila euro a Caritas Hellas per sostenere l’associazione nell’aiuto ai migranti politici siriani. Francesco ha mandato anche in Albania vari contributi da centinaia di migliaia di euro hanno aiutato la popolazione duramente colpita dal terremoto del che a novembre 2019 colpì a Durazzo.

Ma gli aiuti non sono solo per l’estero. A Roma, nel quartiere di Trastevere, esiste la prima “farmacia di strada” della città capitolina, a due passi da Regina Coeli. Un’iniziativa promossa dall’associazione Medicina Solidale che, grazie anche all’aiuto dei volontari del carcere adiacente e ai locali a loro adibiti, già gestivano l’ambulatorio San Francesco. Il progetto sperimentale ha portato alla consegna di quasi 9 mila confezioni di medicinali – per un valore di 90 mila euro – a tutte le persone svantaggiate ed escluse dall’assistenza sanitaria. Un aiuto essenziale per chi aveva bisogno di antipiretici, analgesici, antipertensivi e medicinali gastrointestinali, oltre a coloro che avevano necessità di cure farmacologiche prolungate.

A livello complessivo nel 2022 le entrate dell’Obolo di San Pietro sono ammontate a 107 milioni di euro. Di questi, 43,5 milioni sono arrivati da donazioni pervenute attraverso la raccolta effettuata in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo in tutte le diocesi del mondo, dalle offerte dei fedeli e dai lasciti ereditari a favore dell’Obolo stesso o direttamente del Papa. In particolare il 63% è arrivato dalle diocesi, il 29% da fondazioni, il 5,5% da offerenti privati e il 2,5% dagli ordini religiosi.

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