Nuova illuminazione per la Necropoli Vaticana

Per l’implementazione dell’illuminazione della Necropoli realizzato un impianto di alta qualità basato su tecnologie di assoluta avanguardia

Città del Vaticano – Custodire e preservare lo straordinario patrimonio di arte e di fede che qui si incontrano in un abbraccio eterno e, al contempo, aprirsi con fiducia alla modernità. La basilica vaticana svela gli ultimi interventi di restauro, valorizzazione, di implementazione tecnologica e sicurezza eseguiti al suo interno, a cura della Fabbrica di San Pietro.

Con la conclusione degli interventi sui due grandiosi monumenti sepolcrali collocati a destra e a sinistra dell’Altare della Cattedra, uno di Papa Paolo III, opera di Guglielmo della Porta, e l’altro di Papa Urbano VIII, realizzato da Gian Lorenzo Bernini (leggi qui), si completa di fatto il grande progetto di restauro durato circa 14 mesi, che ha interessato il Baldacchino e il Monumento per la Cattedra di San Pietro, realizzato in occasione di questo Anno Giubilare.

A questi si aggiungono la recente riqualificazione illuminotecnica della Necropoli, delle Sale archeologiche e delle Grotte Vaticane, luce e memoria che accompagnano in un’esperienza di contemplazione, fede e bellezza. E poi l’introduzione, proprio in occasione dei flussi straordinari dell’Anno Santo, del piano di esodo della basilica di San Pietro, realizzato in sinergia con il Corpo dei Vigli del Fuoco italiano, d’intesa con il Comando dei Vigili del Fuoco del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Uno studio e un progetto per ridurre rischi in situazioni critiche, destinato a diventare un modello di riferimento anche per altri luoghi di culto.

«Migliorare, innovare, non fermarsi mai è il nostro grazie alla fede e alla generosità del popolo di Dio. La Fabbrica di San Pietro proverbialmente non si ferma mai e cerca di ricambiare la fede e l’amore dei pellegrini e dei visitatori che entrano in basilica. Vogliamo restituire quello che ci viene dato e quello che ci ha lasciato nei secoli questo luogo dello spirito. Anche e soprattutto nell’Anno Giubilare», le parole del il cardinale Mauro Gambetti, Arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro.

«Vogliamo altresì offrire un’immersione nella storia e l’esperienza profonda del sacro. Vedremo gli spazi archeologici come li hanno visti i primi cristiani, i Papi di secoli addietro, nello splendore di chiaroscuri che rimandano alla luce delle fiaccole che illuminarono la nascita della Chiesa e la nostra strada», aggiunge il porporato. Visitata da 12 milioni di persone ogni anno, probabilmente il doppio durante il Giubileo, la Basilica non può non considerare il tema sicurezza. «La basilica è aperta al mondo”, sottolinea il cardinale Gambetti.

Tutti i progetti sono stati realizzati dalla Fabbrica di San Pietro, sotto la direzione tecnico-scientifica dell’ingegnere Alberto Capitanucci, responsabile dell’Area Tecnica e Beni Culturali della Fabbrica di San Pietro e del professor Pietro Zander, responsabile della Sezione Necropoli e Beni Artistici della Fabbrica di San Pietro.

Gli interventi godono del sostegno economico di diversi benefattori, i Cavalieri di Colombo – intervenuti per la Necropoli – e il Safavi Philantropic Institute – intervenuto per le Grotte Vaticane e Sir Harold Hood’s Charitable per il sepolcro di Papa Urbano VIII.

La nuova illuminazione della Necropoli

Il progetto illuminotecnico della Necropoli, delle Sale archeologiche e delle Grotte Vaticane è stato realizzato da Osram – Zumtobel con la collaborazione dell’architetto Alessandra Reggiani, mentre l’impiantistico è a cura di Drisaldi Associati e l’installazione di Chiocci Impianti. Per l’implementazione dell’illuminazione della Necropoli, l’azienda austriaca Zumtobel ha contribuito a realizzare una soluzione di alta qualità basata su tecnologie di assoluta avanguardia.

L’ingegnere Alberto Capitanucci commenta: «Se dal Baldacchino scendiamo alla tomba di Pietro all’origine di tutto, nella Necropoli possiamo dire che si è concluso un percorso che in termini di progettazione era partito nel 2022 che anche qui ha visto coinvolti il lavoro di tanti portatori di grande competenza tecnologica come Osram – Zumtobel che in collaborazione con l’architetto Alessandra Reggiani hanno dotato la Fabbrica di uno strumento progettuale di grande attualità tecnologica ma anche di sapiente equilibrio. Una diversa forma di restauro, il restauro della della luce. L’intervento del team luce sta continuando con le fasi conclusive della progettazione illuminotecnica delle Sacre Grotte. La luce è l’unico elemento d’ambiente col quale solleciti facilmente uno stato d’animo: l’obiettivo è di ricercare l’equilibrio con un sistema di illuminamento che punti a regalare luce devozionale capace di accogliere e condurre il pellegrino o il semplice visitatore nella dimensione spirituale giusta per l’incontro con Pietro. Naturalmente in questo anno particolare non si poteva non tener conto dell’aspetto sicurezza legato ai grandi flussi nell’esodo di grandi masse, reso possibile grazie al supporto dei Vigili del Fuoco».

Il professore Pietro Zander spiega: «Con il restauro dei monumenti sepolcrali dei papi Urbano VIII e Paolo III si è concluso in tempi da record il programma dei grandi interventi conservativi realizzati dalla Fabbrica di San Pietro per il Giubileo della Speranza che stiamo celebrando. Un ambizioso progetto che ha avuto inizio nel cuore della basilica, nella Necropoli Vaticana dov’è la tomba dell’Apostolo Pietro. Qui è stata infatti realizzata una nuova e suggestiva illuminazione, mediante l’impiego di apparecchi illuminotecnici di nuovissima generazione, compatibili con le condizioni microclimatiche del sito (98% di umidità relativa) e con un spettro della luce appositamente tarato per inibire la crescita di microrganismi. Una luce soffusa e discreta, regolabile nella “temperatura colore” e nell’intensità, che accompagna il visitatore fino alla venerata sepoltura di San Pietro, ubicata esattamente sotto l’altare papale sovrastato dal Baldacchino berniniano. Una luce capace di stimolare una visita immersiva, a cominciare dalla scala di accesso agli scavi, dove ogni gradino rappresenta un salto cronologico di circa settant’anni: dai giorni nostri all’anno 64, quando San Pietro subì il martirio sotto l’imperatore Nerone.

Numeri di bonzo evidenziano il trascorrere dei secoli sui gradini di questa “scala del tempo” (time line), illuminata con una luce degradante verso una tonalità calda, mentre alcuni pannelli didattici retro illuminati mostrano i riferimenti alle strutture sovrastanti dell’antica e della nuova basilica. Si ha così la sensazione di tuffarsi nella storia e nello spazio per incontrare Pietro sempre vivo nella persona del Papa suo successore. Pietro è qui, scriveva in greco un anonimo pellegrino di diciotto secoli fa accanto alla sepoltura petrina, e qui è il Baldacchino che si erge solenne sulla tomba apostolica, e sempre qui, nell’abside della basilica, è il meraviglioso monumento in bronzo dorato che custodisce la Cattedra di San Pietro: monumenti simbolo della magnificenza barocca restaurati grazie al generoso sostegno dei Cavalieri di Colombo». (foto © Fabbrica di San Pietro in Vaticano/Mallio FalIcioni) 

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