Novendiali, Parolin: Nei momenti di buio Dio viene a noi con la luce della Risurrezione

In piazza San Pietro la messa nel secondo giorno dei Novendiali celebrata assieme ai ragazzi giunti a Roma per il Giubileo degli Adolescenti. Il cardinale Parolin: “Il nostro affetto per Papa Francesco, che si sta manifestando in queste ore, non deve restare una semplice emozione del momento; la Sua eredità dobbiamo accoglierla e farla diventare vita vissuta, aprendoci alla misericordia di Dio e diventando anche noi misericordiosi gli uni verso gli altri”

Città del Vaticano – All’indomani dei funerali di Papa Francesco (leggi qui), piazza San Pietro torna a riempirsi. Sotto un caldo sole primaverile, migliaia di ragazzi e ragazze colorano il grande abbraccio del colonnato per celebrare l’Anno Santo nel giorno in cui si sarebbe dovuta svolgere la cerimonia di canonizzazione di Carlo Acutis. Secondo le competenti autorità, nell’area di piazza San Pietro sono presenti circa 200mila fedeli.

Cerimonia rinviata a causa della morte del Pontefice. La scomparsa di Papa Bergoglio, però, non ferma le celebrazioni del Giubileo. E così, la celebrazione odierna unisce sia la Messa di chiusura del Giubileo degli Adolescenti, sia la seconda giornata dei Novendiali (ovvero il periodo di lutto che dura nove giorni durante i quali si prega in suffragio dell’anima del Papa. I Novendiali si iniziano a contare dal giorno del funerale del Pontefice, ndr). In questo secondo giorno, a pregare sono soprattutto i dipendenti dello Stato della Città del Vaticano.

A presiedere la celebrazione è il cardinale Pietro Parolin, già Segretario di Stato vaticano (la sua carica, così come tutte quelle di nomina pontificia decade con la morte del Papa), che nell’omelia, commentando il brano odierno del Vangelo, mette in evidenza la situazione che vissero gli apostoli subito dopo la morte di Gesù paragonandola a quella che sta vivendo oggi la Chiesa: “L’immagine iniziale che il Vangelo ci offre in questa domenica può rappresentare bene anche lo stato d’animo di tutti noi, della Chiesa e del mondo intero. Il Pastore che il Signore ha donato al suo popolo, Papa Francesco, ha terminato la sua vita terrena e ci ha lasciati. Il dolore per la sua dipartita, il senso di tristezza che ci assale, il turbamento che avvertiamo nel cuore, la sensazione di smarrimento: stiamo vivendo tutto questo, come gli apostoli addolorati per la morte di Gesù”.

Eppure, sottolinea il cardinale, “il Vangelo ci dice che proprio in questi momenti di oscurità il Signore viene a noi con la luce della risurrezione, per rischiarare i nostri cuori. Papa Francesco ce lo ha ricordato fin dalla sua elezione e ce lo ha ripetuto spesso, mettendo al centro del pontificato la gioia del Vangelo”. Una gioia che deriva dalla Pasqua e che proprio oggi, giorno dell’Ottava di Pasqua, “è qualcosa che si può quasi toccare in questa piazza; la si vede impressa soprattutto nei vostri volti, cari ragazzi e adolescenti che siete venuti da tutto il mondo a celebrare il Giubileo. Venite da tante parti: da tutte le Diocesi d’Italia, dall’Europa, dagli Stati Uniti all’America Latina, dall’Africa all’Asia, dagli Emirati Arabi … con voi è realmente presente il mondo intero!”.

“A voi rivolgo un saluto speciale, col desiderio di farvi sentire l’abbraccio della Chiesa e l’affetto di Papa Francesco, che avrebbe desiderato incontrarvi, guardarvi negli occhi, passare in mezzo a voi per salutarvi”, prosegue il porporato, che ammonisce i ragazzi riproponendo le parole che Papa Francesco aveva più volte detto loro: “Non dimenticate mai di alimentare la vostra vita con la vera speranza che ha il volto di Gesù Cristo. Nulla sarà troppo grande o troppo impegnativo con Lui! Con Lui non sarete mai soli né abbandonati a voi stessi, nemmeno nei momenti più brutti! Egli viene ad incontrarvi là dove siete, per darvi il coraggio di vivere, di condividere le vostre esperienze, i vostri pensieri, i vostri doni, i vostri sogni, di vedere nel volto di chi è vicino o lontano un fratello e una sorella da amare, ai quali avete tanto da dare e tanto da ricevere, per aiutarvi ad essere generosi, fedeli e responsabili nella vita che vi attende, per farvi comprendere ciò che più vale nella vita: l’amore che tutto comprende e tutto spera”.

Parolin fa poi notare che la celebrazione odierna si svolge nella festa della Divina Misericordia. Proprio la misericordia del Padre, “più grande dei nostri limiti e dei nostri calcoli, è ciò che ha caratterizzato il Magistero di Papa Francesco e la sua intensa attività apostolica, insieme all’ansia di annunciarla e condividerla con tutti che è stato il programma del suo pontificato. Egli ci ha ricordato che ‘misericordia’ è il nome stesso di Dio, e, pertanto, nessuno può porre un limite al suo amore misericordioso con il quale Egli vuole rialzarci e renderci persone nuove”.

Da qui l’invito ad “accogliere come un tesoro prezioso questa indicazione su cui Papa Francesco ha tanto insistito. E – permettetemi di dire – il nostro affetto per lui, che si sta manifestando in queste ore, non deve restare una semplice emozione del momento; la Sua eredità dobbiamo accoglierla e farla diventare vita vissuta, aprendoci alla misericordia di Dio e diventando anche noi misericordiosi gli uni verso gli altri”.

“Solo la misericordia guarisce e crea un mondo nuovo, spegnendo i fuochi della diffidenza, dell’odio e della violenza: questo è il grande insegnamento di Papa Francesco”, che è anche “stato testimone luminoso di una Chiesa che si china con tenerezza verso chi è ferito e guarisce con il balsamo della misericordia; e ci ha ricordato che non può esserci pace senza il riconoscimento dell’altro, senza l’attenzione a chi è più debole e, soprattutto, non può esserci mai la pace se non impariamo a perdonarci reciprocamente, usando tra di noi la stessa misericordia che Dio ha verso la nostra vita”, conclude Parolin.

Nel frattempo, lunghe code si registrano per entrare a Santa Maria Maggiore, dove da questa amttina, alle ore 7, sono iniziate le visite dei fedeli alla tomba di Papa Francesco. Le file di centinaia di romani, pellegrini e turisti sono cominciate già con largo anticipo prima dell’apertura. Per entrare in chiesa i tempi di attesa sono di oltre un’ora. Questo pomeriggio, alle 16, è in programma la visita dei Cardinali che andranno in pellegrinaggio alla tomba dopo il passaggio alla Porta Santa. L’ultimo ingresso alla basilica è consentito alle 18.30.

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