Messa “pro eligendo Pontifice”: Non è un semplice avvicendarsi di persone, è sempre l’Apostolo Pietro che ritorna

Nella basilica vaticana la Messa “per l’elezione del Romano Pontefice” concelebrata da 220 Cardinali, fra elettori e non. Il Decano del Collegio cardinalizio: “Ogni Papa continua a incarnare Pietro e la sua missione e così rappresenta Cristo in terra; egli è la roccia su cui è edificata la Chiesa”

Città del Vaticano – “L’elezione del nuovo Papa non è un semplice avvicendarsi di persone, ma è sempre l’Apostolo Pietro che ritorna”. A poche ora dall’inizio del Conclave, come da tradizione, il Collegio cardinalizio si è riunito nella basilica vaticana per invocare lo Spirito Santo nella tradizionale Messa “pro eligendo Romano Pontifice”.

Presenti in tutto 220 Cardinali, fra elettori e non; 5mila, invece, i fedeli presenti fra le navate di San Pietro. A presiedere il rito il Cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Sacro Collegio. “Siamo qui per invocare l’aiuto dello Spirito Santo, per implorare la sua luce e la sua forza perché sia eletto il Papa di cui la Chiesa e l’umanità hanno bisogno in questo tornante della storia tanto difficile e complesso”, ha detto nell’omelia, aggiungendo: “Percepiamo unito a noi l’intero popolo di Dio col suo senso di fede, di amore al Papa e di fiduciosa attesa”.

“Pregare, invocando lo Spirito Santo” – ha sottolineato il cardinal Re – “è l’unico atteggiamento giusto e doveroso, mentre i Cardinali elettori si preparano ad un atto di massima responsabilità umana ed ecclesiale e ad una scelta di eccezionale importanza; un atto umano per il quale si deve lasciar cadere ogni considerazione personale, e avere nella mente e nel cuore solo il Dio di Gesù Cristo e il bene della Chiesa e dell’umanità”.

Commentando i testi liturgici della celebrazione, il Decano del Collegio Cardinalizio, ha ricordato che “fra i compiti di ogni successore di Pietro vi è quello di far crescere la comunione: comunione di tutti i cristiani con Cristo; comunione dei Vescovi col Papa; comunione dei Vescovi fra di loro. Non una comunione autoreferenziale, ma tutta tesa alla comunione fra le persone, i popoli e le culture, avendo a cuore che la Chiesa sia sempre ‘casa e scuola di comunione'”.

Da qui il “forte il richiamo a mantenere l’unità della Chiesa nel solco tracciato da Cristo agli Apostoli”, perché “ogni Papa continua a incarnare Pietro e la sua missione e così rappresenta Cristo in terra; egli è la roccia su cui è edificata la Chiesa”. Ed è per questo che “l’elezione del nuovo Papa non è un semplice avvicendarsi di persone, ma è sempre l’Apostolo Pietro che ritorna”.

Il Cardinal Re ha poi citato il Trittico Romano di Giovanni Paolo II, un libro di poesie e meditazioni nel quale il Papa polacco “auspicava che, nelle ore della grande decisione mediante il voto, l’incombente immagine michelangiolesca di Gesù Giudice ricordasse a ciascuno la grandezza della responsabilità di porre” le “somme chiavi”, come scriveva Dante Alighieri, “nelle mani giuste”.

“Preghiamo quindi perché lo Spirito Santo, che negli ultimi cento anni ci ha donato una serie di Pontefici veramente santi e grandi, ci regali un nuovo Papa secondo il cuore di Dio per il bene della Chiesa e dell’umanità. Preghiamo perché Dio conceda alla Chiesa il Papa che meglio sappia risvegliare le coscienze di tutti e le energie morali e spirituali nella società odierna, caratterizzata da grande progresso tecnologico, ma che tende a dimenticare Dio. Il mondo di oggi attende molto dalla Chiesa per la salvaguardia di quei valori fondamentali, umani e spirituali, senza i quali la convivenza umana non sarà migliore né portatrice di bene per le generazioni future”, ha concluso Re.

Nel pomeriggio, alle 16.30, i 133 Cardinali elettori faranno il loro ingresso nella Cappella Sistina dando così inizio al Conclave che eleggerà il 267mo Pontefice. (fonte Agenzia Fides)

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