Messa Crismale, il Papa al clero di Roma: Per noi il Giubileo è una chiamata a ricominciare nel segno della conversione
Il Pontefice non prende parte al rito nella basilica vaticana, ma il cardinale Calcagno legge l’omelia preparata dal Santo Padre. E Bergoglio chiede ai suoi sacerdoti: “Ognuno di noi ha un rapporto con la Parola di Dio che viene da lontano. Al suo interno, ciascuno di noi ha delle pagine più care. Aiutiamo anche altri a trovare le pagine della loro vita”

Città del Vaticano – “L’anno giubilare rappresenta, per noi sacerdoti, una specifica chiamata a ricominciare nel segno della conversione. Pellegrini di speranza, per uscire dal clericalismo e diventare annunciatori di speranza”. Lo scrive Papa Francesco nell’omelia preparata dal Pontefice per la Messa Crismale, rito mattutino del Giovedì Santo che chiude il tempo di Quaresima.
Nella basilica vaticana è riunito, come da prassi, tutto il clero di Roma, che attorno al suo Vescovo, il Papa per l’appunto, rinnova le promesse sacerdotali durante la celebrazione che, come in ogni Cattedrale del mondo, si svolge per consacrare gli olii santi.
“Cari sacerdoti – afferma il Pontefice per tramite del cardinal Domenico Calcagno, Presidente emerito dell’Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica), che legge l’omelia del Santo Padre -, ognuno di noi ha una Parola da adempiere. Ognuno di noi ha un rapporto con la Parola di Dio che viene da lontano. Lo mettiamo a servizio di tutti solo quando la Bibbia rimane la nostra prima casa. Al suo interno, ciascuno di noi ha delle pagine più care. Questo è bello e importante! Aiutiamo anche altri a trovare le pagine della loro vita: forse gli sposi, quando scelgono le Letture del loro matrimonio; o chi è nel lutto e cerca dei brani per affidare alla misericordia di Dio e alla preghiera della comunità la persona defunta. C’è una pagina della vocazione, in genere, all’inizio del cammino di ciascuno di noi. Per suo tramite, Dio ci chiama ancora, se la custodiamo, perché non si intiepidisca l’amore”.
Passando poi a commentare il brano del Vangelo che la liturgia impone per la celebrazione della Messa Crismale, il Papa rimarca: “Noi possiamo diventare una profezia adempiuta, e questo è bello! Il sacro Crisma, che oggi consacriamo, sigilla questo mistero trasformativo nelle diverse tappe della vita cristiana. E attenzione: mai scoraggiarsi, perché è un’opera di Dio. Credere, sì! Credere che Dio non fallisce con me! Dio non fallisce mai. Ricordiamo quella parola nell’Ordinazione: «Dio porti a compimento l’opera che in te ha iniziato». E lo fa”.
In che modo? “Chiamandoci alla sua missione e inserendoci sacramentalmente nella sua vita, Egli libera anche altri attraverso di noi. In genere, senza che ce ne accorgiamo. Il nostro sacerdozio diventa un ministero giubilare, come il suo, senza suonare il corno né la tromba: in una dedizione non gridata, ma radicale e gratuita. È il Regno di Dio, quello che narrano le parabole, efficace e discreto come il lievito, silenzioso come il seme. Quante volte i piccoli l’hanno riconosciuto in noi? E siamo capaci di dire grazie?”, si legge ancora nel testo, che si conclude con un invito alla preghiera da parte del Papa ai fedeli: “Popolo della speranza, pregate oggi per la gioia dei sacerdoti. Molte paure ci abitano e tremende ingiustizie ci circondano, ma un mondo nuovo è già sorto”. (foto © Vatican Media)
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