Lotta alla pedofilia nella Chiesa, il Papa: Promuovere presidi di protezione

Messaggio del Papa alla Plenaria della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori: “Il vostro prezioso servizio è come ‘ossigeno’ per le Chiese locali”. E chiede maggior impegno su tre aspetti

Città del Vaticano – “Ogni bambino, ogni persona vulnerabile, troverà nella comunità ecclesiale un ambiente sicuro. Questo è il motore di quella che dovrebbe essere per noi una conversione integrale”. Lo scrive Papa Francesco in un messaggio, diffuso oggi ma datato 20 marzo e firmato al Policlinico Gemelli, inviato ai partecipanti dell’Assemblea Plenaria della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, in corso di svolgimento a Roma.

Per il Pontefice, quello della Commissione è un “prezioso servizio”, che il Santo Padre definisce “ossigeno” “per le Chiese locali e le comunità religiose, perché dove c’è un bambino o una persona vulnerabile al sicuro, lì si serve e si onora Cristo”. Per il Vescovo di Roma, infatti, “la prevenzione degli abusi non è una coperta da stendere sulle emergenze, ma una delle fondamenta su cui edificare comunità fedeli al Vangelo”.

Per questo la lotta alla pedofilia nella Chiesa “non si riduce a protocolli da applicare, ma promuove presidi di protezione: una formazione che educa, dei controlli che prevengono, un ascolto che restituisce dignità”. E il Papa chiede tre impegni: il primo è quello di “crescere nel lavoro comune con i Dicasteri della Curia romana”. Il secondo, “offrire alle vittime e ai sopravvissuti ospitalità e cura per le ferite dell’anima, nello stile del buon samaritano. Ascoltare con l’orecchio del cuore, così che ogni testimonianza trovi non registri da compilare, ma viscere di misericordia da cui rinascere”. Terzo, “costruire alleanze con realtà extra-ecclesiali – autorità civili, esperti, associazioni –, perché la tutela diventi linguaggio universale”.

    “Continuate a essere sentinelle che vegliano mentre il mondo dorme. Che lo Spirito Santo, maestro della memoria viva, ci preservi dalla tentazione di archiviare il dolore invece di sanarlo”, conclude il Papa. (foto © Vatican Media) 

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