Istanbul, attacco armato contro una chiesa italiana: il dolore del Papa

Papa Francesco ai cattolici turchi: “Sono vicino alla vostra comunità”. Poi l’appello per la pace: “Ascoltate il grido della gente, è stanca della violenza”

Città del Vaticano – “Esprimo la mia vicinanza alla comunità della chiesa di Santa Maria a Istanbul, che durante la Messa ha subito un attacco armato che ha provocato un morto e diversi feriti”. E’ addolorato Papa Francesco, che al termine dell’Angelus si fa vicino ai cattolici turchi sconvolti questa mattina dall’attacco armato a una chiesa nel cuore di Istanbul.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, due uomini armati con il volto coperto hanno attaccato la chiesa italiana nel quartiere di Sariyer al termine della messa domenicale. Una persona, un cittadino turco, è stata uccisa, ha confermato il ministro degli Interni, Ali Yerlikaya, annunciando che “è stata lanciata una indagine su larga scala e sono in corso sforzi per arrestare gli assalitori”. E ammettendo che i due sono ancora a piede libero, aggiungendo: “Condanniamo questo vile attacco”. L’assalto alla chiesa è avvenuto intorno alle 11.40 (ora locale).I due malviventi hanno iniziato a sparare in aria, quando il cittadino turco è corso verso di loro urlando ed è stato colpito.

L’appello per la pace

Lo sguardo del Papa si allarga poi alle altre nazioni sconvolte dalla follia della guerra: “Ormai da tre anni il pianto del dolore e il rumore delle armi hanno preso il posto del sorriso che caratterizza la popolazione del Myanmar. Mi unisco perciò alla voce di alcuni Vescovi birmani, «affinché le armi della distruzione si trasformino in strumenti per crescere in umanità e giustizia». La pace è un cammino e invito tutte le parti coinvolte a muovere passi di dialogo e a rivestirsi di comprensione, perché la terra del Myanmar raggiunga la meta della riconciliazione fraterna. Sia consentito il transito di aiuti umanitari per garantire il necessario ad ogni persona”.

Lo stesso auspicio è per il Medio Oriente, Palestina e Israele, e ovunque si combatte: “Si rispettino le popolazioni! Penso sempre in modo accorato a tutte le vittime, specialmente civili, causate dalla guerra in Ucraina. Per favore, si ascolti il loro grido di pace: il grido della gente, che è stanca della violenza e vuole che si fermi la guerra, che è un disastro per i popoli e disfatta per l’umanità!”, il monito del Pontefice,

Infine, un pensiero per il continente americano: “Ho appreso con sollievo della liberazione delle Religiose e delle altre persone rapite con loro ad Haiti la scorsa settimana. Chiedo che siano messi in libertà quanti sono ancora sequestrati e che finisca ogni forma di violenza; tutti offrano il proprio contributo per lo sviluppo pacifico del Paese, per il quale occorre un rinnovato sostegno della Comunità internazionale”.

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