Immacolata, il Papa: “L’umano e il divino si incontrano nel sì di Maria”

Il Pontefice all’Angelus si fa vicino al Nicaragua e chiede di continuare a pregare per la pace in Myanmar, Medio Oriente e Ucraina: “Si possa arrivare a Natale con un cessate-il-fuoco su tutti i fronti di guerra”

Città del Vaticano – “Come nella scena della creazione di Adamo dipinto da Michelangelo nella Cappella Sistina, dove il dito del Padre celeste sfiora quello dell’uomo; così anche qui, l’umano e il divino si incontrano, all’inizio della nostra Redenzione, si incontrano con una delicatezza meravigliosa, nell’istante benedetto in cui la Vergine Maria pronuncia il suo ‘sì'”.

Lo dice Papa Francesco che questa mattina, dopo aver celebrato messa nella basilica vaticana con i 21 nuovi Cardinali creati ieri (leggi qui), si è affacciato su una piazza San Pietro sferzata dalla pioggia per la preghiera dell’Angelus nella solennità dell’Immacolata Concezione.

Nel commentare il Vangelo odierno, dove si narra di “uno dei momenti più importanti, più belli, nella storia dell’umanità: l’Annunciazione”, il Pontefice ricorda come “l’Immacolata” sia “interamente al servizio della Parola di Dio”. Da qui l’invito a riflettere su noi stessi: “nel nostro tempo, agitato da guerre e concentrato nello sforzo di possedere e dominare, io dove ripongo la mia speranza? Nella forza, nel denaro, negli amici potenti? Ripongo lì la mia speranza? Oppure nella misericordia infinita di Dio? E di fronte ai tanti falsi modelli luccicanti che circolano nei media e in internet, dove cerco io la mia felicità? Dov’è il tesoro del mio cuore? Sta nel fatto che Dio mi ama gratuitamente, che il suo amore sempre mi precede, ed è pronto a perdonarmi quando ritorno pentito a Lui? In quella speranza filiale nell’amore di Dio? Oppure mi illudo nel cercare di affermare a tutti i costi il mio io e la mia volontà?”.

E conclude: “Mentre si avvicina l’apertura della Porta Santa del Giubileo, apriamo le porte del cuore e della mente al Signore. Lui è nato da Maria Immacolata: imploriamo l’intercessione di Maria. E vi do un consiglio. Oggi è un bel giorno per decidersi a fare una buona Confessione. Se oggi non potete andare, in questa settimana, fino a domenica prossima, aprite il cuore e il Signore perdona tutto, tutto, tutto. E così nelle mani di Maria saremo più felici”.

Dopo la benedizione, il pensiero del Pontefice va al Nicaragua, al quale aveva indirizzato una lettera pochi giorni fa (leggi qui), e chiede di unirsi a lui nella preghiera: “Vi invito ad unirvi in preghiera per la Chiesa e il popolo del Nicaragua, che celebra la Purissima, come Madre e Patrona, e innalza a Lei un grido di fede e di speranza. Che la Madre celeste sia per loro di consolazione nelle difficoltà e nelle incertezze, e apra i cuori di tutti, affinché si cerchi sempre la via di un dialogo rispettoso e costruttivo al fine di promuovere la pace, la fraternità e l’armonia nel Paese”.

Poi l’appello, l’ennesimo, per la pace “nella martoriata Ucraina, in Medio Oriente – Palestina, Israele, Libano, adesso la Siria –, in Myanmar, Sudan e dovunque si soffre per la guerra e le violenze. Faccio appello ai Governanti e alla Comunità internazionale, perché si possa arrivare alla festa del Natale con un cessate-il-fuoco su tutti i fronti di guerra”.

La preghiera si estende poi ai detenuti “che negli Stati Uniti sono nel corridoio della morte. Credo che sono 13 o 15. Preghiamo perché la loro pena sia commutata, cambiata. Pensiamo a questi fratelli e sorelle nostri e chiediamo al Signore la grazia di salvarli dalla morte”.

“Sono vicino ai lavoratori di Siena, Fabriano e Ascoli Piceno che difendono in modo solidale il diritto al lavoro, che è un diritto alla dignità! Che non sia loro tolto il lavoro per motivi economici o finanziari”, conclude il Pontefice che dà appuntamento a questo pomeriggio in piazza di Spagna per il tradizionale omaggio all’Immacolata: “E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”. (foto © Vatican Media) 

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