Il Papa in Asia e Oceania. Diario di bordo, giorno 2
Dopo la giornata di “riposo”, entra nel vivo il 45mo Viaggio Apostolico di Papa Francesco: dall’incontro con le Autorità civili all’abbraccio con i giovani, riviviamo la seconda giornata del Pontefice a Giacarta
Giacarta – “Dio benedica l’Indonesia”. Questa la frase che ha aperto la seconda giornata di Viaggio Apostolico in Asia e Oceania, il 45mo viaggio all’estero di Papa Francesco e il più lungo del pontificato. Mentre in Italia era ancora notte fonda, il Pontefice, dopo aver celebrato messa in privato, ha incontrato le Autorità locali e la società civile. Entra così nel vivo la visita apostolica in Indonesia, primo dei quattro Paesi che il Santo Padre toccherà in questi giorni.
Come da protocollo, il primo dei discorsi il Papa lo ha rivolto alle Istituzioni locali. Prima del discorso, come da prassi, il faccia a faccia tra il Capo della Chiesa cattolica e il Presidente della Repubblica, terminato con la firma del libro d’onore sulla quale il Vescovo di Roma ha scritto: “Immerso nella bellezza di questa Terra, luogo di incontro e dialogo tra culture e religioni diverse, auguro al popolo indonesiano di crescere nella fede, nella fraternità e nella compassione. God bless Indonesia”.
Quindi il pronunciamento del primo dei quattro discorsi previsti in terra indonesiana. Bergoglio ha richiamato la società civile a dialogare continuamente con le religioni: “Si potranno eliminare in questo modo i pregiudizi e far crescere un clima di rispetto e fiducia reciproca, indispensabile per affrontare le sfide comuni, tra le quali quella di contrastare l’estremismo e l’intolleranza, i quali – distorcendo la religione – tentano di imporsi servendosi dell’inganno e della violenza” (leggi qui).
Nel pomeriggio, si è visto l’abbraccio caloroso della giovane Chiesa indonesiana al Santo Padre: Nell’attraversare la navata della Cattedrale suore, preti e religiosi si sono accalcati per stringergli la mano, applaudendo e sorridendo senza sosta. Dopo aver elogiato i catechisti e aver scherzato con uno di essi che aveva detto: “Santità lei mi ricorda il vero San Francesco” (“Forse più il lupo”, la battuta di rispsota del Papa, ndr), ai vescovi, al clero ai religiosi, alle suore, ai diaconi e ai seminaristi presiti ha ricordato come svolgere la propria missione: “Annunciare il Vangelo non vuol dire imporre o contrapporre la propria fede a quella degli altri, ma donare e condividere la gioia dell’incontro con Cristo, sempre con grande rispetto e affetto fraterno per chiunque” (leggi qui).
Infine, l’ultimo impegno, quello con la fondazione pontificia sostenuta proprio da Papa Francesco, ovvero Scholas Occurrentes. Conclusi gli incontri del pomeriggio, Papa Francesco si è fermato a più riprese prima di rientrare, dopo circa un’ora, in Nunziatura, e ha salutato i molti indonesiani, particolarmente i bambini, radunati lungo il percorso. La terza giornata, quella di domani, sarà dedicata al lato più spirituale: la mattina l’incontro interreligioso nella moschea con la firma di un nuovo documento sulla tolleranza, e nel pomeriggio la messa allo stadio dove sono attese circa 70mila persone. (foto © Vatican Media)
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