Il Papa: Estesa in universalità e raccolta in unità, ecco l’opera dello Spirito nella Chiesa
Il Pontefice torna in piazza San Pietro per l’Udienza generale del mercoledì e ammonisce: “L’unità della Chiesa è l’unità tra persone e non si realizza a tavolino, ma nella vita. E il nostro vincolo di unità è lo Spirito Santo”
Città del Vaticano – Nel racconto degli Atti degli Apostoli “vediamo che lo Spirito lavora per l’unità” in due modi: “Le insegna a estendersi in universalità e a raccogliersi in unità. Universale e una: questo è il mistero della Chiesa”.
Papa Francesco torna in piazza San Pietro per la tradizionale Udienza generale del mercoledì e, dopo aver salutato la folla con l’immancabile giro in papamobile, sulla quale fa salire anche dei bambini donandogli delle caramelle, continua il ciclo di catechesi dedicato allo Spirito Santo come guida della Chiesa, soffermandosi oggi sul ruolo che la terza persona della Trinità svolge nel libro degli Atti degli Apostoli.
Col racconto della Pentecoste, fa notare il Pontefice, l’autore “ha voluto mettere in risalto la missione universale della Chiesa, come segno di una nuova unità tra tutti i popoli”. Successivamente, in due momenti distinti, il capitolo 10 e il capitolo 15, Luca mostra invece i due “movimenti”, verso l’esterno e verso l’interno che lo Spirito Santo compie.
Il primo dei due movimenti, ovvero l’universalità, è chiaro “nell’episodio della conversione di Cornelio”, quando gli Apostoli riescono “ad allargare l’orizzonte e far cadere l’ultima barriera, quella tra giudei e pagani”. A questa “espansione etnica si aggiunge quella geografica”, spiega il Vescovo di Roma, ricordando che Paolo “voleva annunciare il Vangelo in una nuova regione dell’Asia Minore; ma, è scritto, «lo Spirito Santo glielo aveva impedito»; voleva passare in Bitinia «ma lo Spirito di Gesù non lo permise». Si scopre subito il perché di questi sorprendenti divieti dello Spirito: la notte seguente l’Apostolo riceve in sogno l’ordine di passare in Macedonia. Il Vangelo usciva così dalla nativa Asia ed entrava in Europa”.
Il secondo movimento dello Spirito Santo, quello che crea l’unità, è altrettanto chiaro “nello svolgimento del cosiddetto concilio di Gerusalemme. Il problema è come far sì che l’universalità raggiunta non comprometta l’unità della Chiesa”. Lo Spirito Santo, fa notare Francesco, “non opera sempre l’unità in maniera repentina, con interventi miracolosi e risolutivi, come a Pentecoste. Lo fa anche – e nella maggioranza dei casi – con un lavorio discreto, rispettoso dei tempi e delle divergenze umane, passando attraverso persone e istituzioni, preghiera e confronto. In maniera, diremmo oggi, sinodale”. A tal proposito il Papa cita Sant’Agostino, che spiega l’unità operata dallo Spirito Santo con una immagine, divenuta classica: “Ciò che è l’anima per il corpo umano, lo Spirito Santo lo è per il corpo di Cristo che è la Chiesa”. Questo “ci aiuta a capire una cosa importante. Lo Spirito Santo non opera l’unità della Chiesa dall’esterno; non si limita a comandare di essere uniti. È Lui stesso il ‘vincolo di unità’. È Lui che fa l’unità della Chiesa”.
“L’unità della Chiesa è l’unità tra persone – rimarca il Papa – e non si realizza a tavolino, ma nella vita. Tutti vogliamo l’unità, tutti la desideriamo dal profondo del cuore; eppure essa è tanto difficile da ottenere”, anche “all’interno del matrimonio e della famiglia”. Il motivo, spiega il Pontefice, “è che ognuno vuole, sì, che si faccia l’unità, ma intorno al proprio punto di vista”. Ma la vera unità di vita, “quella secondo lo Spirito, si realizza quando ci si sforza di mettere al centro Dio, non sé stessi. Anche l’unità dei cristiani si costruisce così: non aspettando che gli altri ci raggiungano là dove noi siamo, ma muovendoci insieme verso Cristo”, conclude.
Al termine dell’Udienza, il pensiero del Papa nuovamente a quelle nazioni del globo afflitte dalla devastazione della guerra. E invita tutti a pregare per la pace: “Il mese di ottobre, dedicato al Santo Rosario, costituisca un’occasione preziosa per valorizzare questa tradizionale preghiera mariana. Vi esorto tutti a recitare il Rosario ogni giorno, abbandonandovi fiduciosi nelle mani di Maria. A Lei, madre premurosa, affidiamo le sofferenze e il desiderio di pace delle popolazioni che subiscono la pazzia della guerra, in particolare la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, il Myanmar, il Sudan”. (foto © Vatican Media)
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