Il Papa: attenti al ritualismo, porta a scelte contrarie alla carità
Il Pontefice all’Angelus: “Non si può uscire dalla Santa Messa e, già sul sagrato, fermarsi a fare pettegolezzi cattivi e privi di misericordia su tutto e su tutti. Oppure mostrarsi pii nella preghiera, ma poi a casa trattare con freddezza e distacco i propri familiari”. Poi l’appello per la pace in Ucraina e in Terra Santa
Città del Vaticano – “Per essere puri non serve lavarsi più volte le mani, se poi si nutrono sentimenti malvagi come avidità, invidia e superbia, oppure propositi cattivi come inganni, furti, tradimenti e calunnie. Questo è ritualismo, che non fa crescere nel bene, anzi, a volte può portare a trascurare, o addirittura a giustificare, in sé e negli altri, scelte e atteggiamenti contrari alla carità, che feriscono l’anima e chiudono il cuore”.
A dirlo è Papa Francesco che questa mattina, dopo essersi recato in visita privata nella basilica di Santa Maria Maggiore per affidare – come di consueto – l’imminente Viaggio Apostolico in Asia e Oceania alla Salus Popoli Romani, a mezzogiorno si è affacciato su una rovente piazza San Pietro per la tradizionale preghiera domenicale dell’Angelus.
Nel commentare l’odierno brano del Vangelo, dove Gesù parla del puro e dell’impuro (cfr Mc 7,1-8.14-15.21-23), il Pontefice ricorda che la purezza, come dice Cristo stesso, “non è legata a riti esterni, ma prima di tutto a disposizioni interiori”. Questo, rimarca, “è ritualismo”. E spesso può capitare anche a noi: “Non si può, ad esempio – prosegue il Vescovo di Roma -, uscire dalla Santa Messa e, già sul sagrato della chiesa, fermarsi a fare pettegolezzi cattivi e privi di misericordia su tutto e su tutti. Oppure mostrarsi pii nella preghiera, ma poi a casa trattare con freddezza e distacco i propri familiari, o trascurare i genitori anziani, che hanno bisogno di aiuto e di compagnia”.
“Questa è una doppia vita, come i farisei – aggiunge a braccio -. O ancora essere apparentemente molto corretti con tutti, magari fare anche un po’ di volontariato e qualche gesto filantropico, ma poi dentro coltivare odio verso gli altri, disprezzare i poveri e gli ultimi o comportarsi in modo disonesto nel proprio lavoro”.
In questo modo, sottolinea il Papa, “si riduce il rapporto con Dio ai gesti esteriori, e dentro si rimane impermeabili all’azione purificatrice della sua grazia, indugiando in pensieri, messaggi e comportamenti privi di amore”. Eppure, conclude, “noi non siamo fatti per questo, ma per la purezza e la tenerezza”.
Dopo la benedizione, il pensiero del Santo Padre va al Medio Oriente: “Ancora una volta rivolgo con preoccupazione il mio pensiero al conflitto in Palestina e Israele, che rischia di allargarsi ad altre città palestinesi. Faccio appello affinché non si fermino i negoziati e si cessi subito il fuoco, si rilascino gli ostaggi, si soccorra la popolazione a Gaza, dove si stanno anche diffondendo tante malattie, inclusa la poliomielite”.
E per la Terra Santa invoca la pace: “Sia pace in Terra Santa, sia pace in Gerusalemme! La Città Santa sia luogo d’incontro dove i cristiani, gli ebrei e i musulmani si sentano rispettati e accolti, e nessuno metta in discussione lo Status Quo nei rispettivi Luoghi Santi”.
Le parole del Pontefice arrivano in risposta al ministro israeliano della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, che alcuni giorni fa, in un’intervista, aveva aperto all’ipotesi di costruire una sinagoga sul Monte del Tempio, la “Spianata delle Moschee” dove oggi sorgono la Cupola della Roccia e la Moschea di al-Aqsa.
Il Vescovo di Roma ricorda anche l’attacco avvenuto pochi giorni fa a Barsalogho, in Burkina Faso, dove “centinaia di persone, tra le quali donne e bambini, sono state uccise e molte altre ferite in un attacco terroristico. Nel condannare questi esecrabili attentati contro la vita umana, esprimo la mia vicinanza alla Nazione intera e il mio sentito cordoglio alle famiglie delle vittime. La Vergine Maria aiuti l’amato popolo del Burkina Faso a ritrovare la pace e la sicurezza”. “Prego anche – aggiunge – per le vittime dell’incidente avvenuto nel Santuario di Nossa Senhora da Conceição, nella città di Recife, in Brasile. Il Signore risorto conforti i feriti e i familiari”. (foto © Vatican Media)
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