Il Papa ai ministranti: “Nella liturgia siete al servizio dell’Amore”
Ben cinquantamila chierichetti, provenienti da ogni parte del mondo, sfidano l’afa di Roma per incontrare il Pontefice in piazza San Pietro: tra sorrisi, emozioni, selfie e strette di mano il Santo Padre chiede ai ministranti di essere al servizio del prossimo: “Grazie a Gesù anche tu puoi dire al prossimo ‘sono con te’, ma non a parole, ma nei fatti”
Città del Vaticano – Servendo all’altare siete “servitori dell’Amore, servitori del Cuore ferito” di Gesù “che guarisce le nostre ferite, che ci salva dalla morte, che ci dona la vita eterna”. Queste le parole che Papa Francesco ha rivolto nell’afoso pomeriggio romano, a oltre 50mila chierichetti giunti nell’Urbe da ogni parte del mondo in occasione del XIII pellegrinaggio internazionale del Coetus Internationalis Ministrantium.
Prevalentemente giunti dalla Germania e dall’Austria, dalle 3 del pomeriggio i ragazzi, assieme ai loro accompagnatori, hanno sfidato la canicola di fine luglio per stringersi attorno al Pontefice. Due ore di canti in tedesco, inglese e francese hanno fatto da apripista all’incontro vero e proprio col Santo Padre che, in anticipo di un quarto d’ora rispetto al programma ufficiale, ha fatto il suo ingresso in piazza San Pietro. Come accade durante le Udienze generali, Francesco fa salire sulla papamobile alcuni ragazzi. Poi si concede un bagno di folla benedicendo i presenti, stringendo mani e concedendosi a qualche selfie.
Dal sagrato il colpo d’occhio sulla piazza, colorata da migliaia di bandiere e striscioni, è mozzafiato: “Piazza San Pietro è sempre bella, ma con voi è ancora più bella! Vielen Dank di essere venuti a Roma”, esordisce il Pontefice, che nel suo discorso ha posto l’accento sul motto scelto per questo pellegrinaggio: “Con te”. “Dice tutto in due parole. È bellissimo, e lascia spazio alla ricerca, a trovare i significati possibili”, il commento del Papa. “Con te”, ha spiegato, “è un’espressione che racchiude il mistero della nostra vita, il mistero dell’amore”.
Quando un essere umano viene concepito nel grembo, la mamma gli dice o le dice: “Non temere, io sono con te”. Ma misteriosamente anche la mamma sente che quella piccola creatura le dice, alla mamma: “Sono con te”. E questo, in modo diverso, vale anche per il papà!
“Pensando a voi, e adesso guardandovi, questo ‘con te’ si riempie di nuovi significati!”, ha aggiunto Francesco, sottolineando che “l’esperienza di servizio nella Liturgia” dei ministranti “fa pensare che il primo soggetto, il protagonista di questo ‘con te’ è Dio”. E questo. ha fatto notare, “si realizza al massimo nella Messa, nell’Eucaristia: lì il ‘con te’ diventa presenza reale e concreta di Dio nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Il sacerdote vede accadere ogni giorno questo mistero tra le sue mani; e anche voi lo vedete, quando servite all’altare”.
Ricevendo la santa Comunione, ha proseguito il Santo Padre, “possiamo sperimentare che Gesù è ‘con noi spiritualmente e fisicamente. Non a parole – ha rimarcato il Papa -, lo dice in quel gesto, in quell’atto d’amore che è l’Eucaristia. E anche tu, nella Comunione, puoi dire al Signore Gesù: ‘Io sono con te’, non a parole, ma col tuo cuore e col tuo corpo, col tuo amore. Proprio grazie al fatto che Lui è con noi, anche noi possiamo essere veramente con Lui”.
E qui, ha ammonito Francesco, “c’è il punto-chiave! Spero di riuscire a farmi capire: il “con te” che possiamo donare agli altri. Così si può realizzare il suo comandamento: “Amatevi come io vi ho amati”. Se tu ministrante custodisci nel tuo cuore e nella tua carne, come Maria, il mistero di Dio che è con te, allora diventi capace di essere con gli altri in modo nuovo”.
Anche tu – grazie a Gesù, sempre e solo grazie a Lui – anche tu puoi dire al prossimo “sono con te”, ma non a parole, ma nei fatti, con i gesti, con il cuore, con la vicinanza concreta – non dimenticate la vicinanza concreta – piangere con chi piange, gioire con chi gioisce, senza giudizi, senza pregiudizi, senza chiusure, senza esclusioni. Anche con te, che non mi sei simpatico; con te, che sei diverso da me; con te, che sei straniero; con te, da cui non mi sento capito; con te, che non vieni mai in chiesa; con te, che dici di non credere in Dio.
“Che grande mistero in queste due parole: con te! Grazie a voi di essere venuti qui, pellegrini, a condividere la gioia di appartenere a Gesù, di essere servitori del suo Amore, servitori del suo Cuore ferito che guarisce le nostre ferite, che ci salva dalla morte, che ci dona la vita eterna”, ha concluso il Papa che, prima di lasciare la piazza, ha impartito la benedizione chiedendo l’intercessione di San Tarcisio, patrono dei ministranti. (foto © Vatican Media)
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