Il Papa ai giovani: “Fate chiasso e sognate, non siate schiavi del cellulare”
Da Timor-Leste l’appello del Pontefice a tutti i giovani del pianeta: “È buono che i giovani abbiano idee diverse? Per litigare con gli altri? O per rispettarci? Se io sono di questa religione e tu sei di quest’altra religione, litighiamo. Non è così, bisogna rispettarlo”
Dili – Volge al termine anche la tappa in Timor Est del Viaggio Apostolico in Asia e Oceania. Prima di decollare alla volta di Singapore, però, il Papa, come da programma, si intrattiene con i giovani del posto. Balli, canti e applausi accolgono il Pontefice che, meravigliato da tanto entusiasmo (circa tremila tra ragazzi e ragazze presenti) decide di mettere da parte il discorso preparato per l’occasione come già accaduto in passato. In spagnolo parla ai giovani completamente a braccio ponendo domande e dando consigli su come affrontare la vita.
“Cosa fanno i giovani?”, la prima domanda. “Amarsi gli uni gli altri”, risponde un giovane. “Amare, i giovani hanno una grande capacità di amare. Ma c’è una cosa che i giovani di diversa nazionalità e religioni fanno sempre. Sapete cosa fanno sempre i giovani? I giovani fanno chiasso”, dice sorridendo Francesco.
“Non smettete di sorridere. E voi giovani siete la maggior parte della popolazione di questa terra, e la vostra presenza riempie questa terra di vita, di speranza e di futuro. Non perdete l’entusiasmo della fede”, il monito del Pontefice, che torna a domandare: “Ma sapete che cosa fa cadere un giovane? I vizi. State attenti, perché vengono quelli che si chiamano venditori di felicità e vi vendono la droga, vi vendono tante cose che vi danno felicità per mezz’ora, niente di più”.
Un giovane, spiega il Santo Padre, “deve sognare. E come fa padre a sognare? Si beve alcool? No, se fai così avrai degli incubi. Vi invito a sognare grandi cose. Un giovane che non sogna è un pensionato della vita”.
“I giovani sono a metà strada nel cammino della vita. Tra i bambini piccoli e gli adulti. E voi, sapete qual è una delle ricchezze più belle che ha una società? Sono gli anziani, i nonni. Voi giovani siete una ricchezza e l’altra sono gli anziani. I due tesori di un popolo sono i bambini e gli anziani”, il monito di Francesco.
Voi, dice continuando a rivolgersi alle migliaia di giovani, “in questo paese così sorridente avete una storia meravigliosa: di eroismo, di fede, di martirio e soprattutto di perdono e di riconciliazione E questo tema mi porta a raccomandare tre cose a voi: libertà, impegno, fraternità”.
Nella lingua tetum, racconta il Papa, “c’è un detto che dice: ukun rasik-an, cioè avere la capacità di governarsi da sé. Un giovane che non si governa è schiavo, non è libero. E di che cosa può essere schiavo un giovane? Del peccato, del cellulare, del credersi onnipotenti, dell’arroganza”. Al contrario, “un giovane deve capire che essere libero non è fare ciò che si vuole, ha delle responsabilità. Una delle responsabilità che ha è imparare a prendersi cura della casa comune”.
E sulla fraternità domanda: “È buono che i giovani abbiano idee diverse? Per litigare con gli altri? O per rispettarci? Se io sono di questa religione e tu sei di quest’altra religione, litighiamo. Non è così, bisogna rispettarlo”. “L’odio è un buon atteggiamento? L’amore e il servizio, questi sono i veri atteggiamenti”, incalza il Pontefice, che tocca poi un argomento delicato: “C’è una cosa che io non so se in questo paese succede, ma in altri paesi sì: il bullismo. Qui c’è bullismo? Il bullismo è un atteggiamento attraverso il quale ci si approfitta del più debole. Qui a Timor Est c’è il bullismo? Per favore, da ora in poi niente più bullismo”.
“Cari giovani, siate voi gli eredi della storia così bella che vi ha preceduto. Portatela avanti. Abbiate coraggio. E se litigate, riconciliatevi. Dobbiamo amarci al di là di ogni differenza etnica o religiosa”, conclude il Papa prima di dare la benedizione.
Il tempo incalza, l’aereo deve partire, ma Francesco si prende altri cinque minuti per salutare i giovani e a braccio aggiunge: “Grazie per la vostra gioia e il vostro sorriso. Io vi ho dato due consigli. Il primo qual è? Fate confusione. Il secondo? Rispettare gli anziani. Ok? Tutti insieme: primo, fare confusione; secondo, rispetto per gli anziani. Dio benedica tutti voi”. (foto © Vatican Media)
Per iscriverti al nostro canale Telegram con solo le notizie di Papa & Vaticano, clicca su questo link
Seguici anche su Facebook, clicca su questo link