Il Papa ai cattolici della Terra Santa: “Non siete soli e non vi lasceremo soli”
Lettera del Pontefice ai cattolici che vivono il dramma della guerra in Terra Santa: “Alla vigilia di questa Pasqua, che per voi sa tanto di Passione e ancora poco di Risurrezione, sento il bisogno di scrivervi per dirvi che vi porto nel cuore”
Città del Vaticano – “Non siete soli e non vi lasceremo soli”. Alla vigilia della Pasqua, “che sa tanto di Passione e ancora poco di Risurrezione” Papa Francesco scrive ai cattolici che vivono in Terra Santa, dal 7 ottobre 2023 teatro di una guerra la cui fine sembra ancora lontana. “Sento il bisogno di scrivervi per dirvi che vi porto nel cuore. Sono vicino a tutti voi, in particolare a quanti, in questi frangenti, stanno patendo più dolorosamente il dramma assurdo della guerra, ai bambini cui viene negato il futuro, a quanti sono nel pianto e nel dolore, a quanti provano angoscia e smarrimento”, si legge nella lettera inviata dal Pontefice.
La Pasqua, scrive il Santo Padre, “è ancora più significativa per voi che la celebrate nei Luoghi in cui il Signore è vissuto, morto e risorto: non solo la storia, ma neanche la geografia della salvezza esisterebbe senza la Terra che voi abitate da secoli, dove volete restare e dov’è bene che possiate restare”. Francesco li ringrazia “per la testimonianza di fede, grazie per la carità che c’è tra di voi, grazie perché sapete sperare contro ogni speranza”.
Con questo scritto, il Vescovo di Roma vuole raggiungere tutti i credenti che celebreranno il Triduo Pasquale sotto le bombe: “Desidero che ciascuno di voi senta il mio affetto di padre, che conosce le vostre sofferenze e le vostre fatiche, in particolare quelle di questi ultimi mesi. Insieme al mio affetto, possiate percepire quello di tutti i cattolici del mondo!”.
Il Papa ricorda quindi il pellegrinaggio compiuto proprio in Terra Santa dieci anni fa. Alla mente riemerge l’immagine del Papa argentino che si ferma in silenzio a pregare davanti al muro di cemento che divide Betlemme. E fa sue le parole di Paolo VI, il primo Papa pellegrino in Terra Santa: “Il protrarsi dello stato di tensione nel Medio Oriente, senza che siano compiuti passi conclusivi verso la pace, costituisce un grave e costante pericolo, che minaccia non solo la tranquillità e la sicurezza di quelle popolazioni – e la pace del mondo intero – ma anche certi valori sommamente cari, per diversi motivi, a tanta parte dell’umanità”.
I cristiani di Terra Santa, fa notare Francesco, non soltanto custodiscono “lungo i secoli i Luoghi della salvezza”, ma “costantemente” testimoniano, “attraverso le proprie sofferenze, il mistero della Passione del Signore. E, con la sua capacità di rialzarsi e andare avanti, ha annunciato e continua ad annunciare che il Crocifisso è Risorto, che con i segni della Passione è apparso ai discepoli e salito al cielo, portando al Padre la nostra umanità tormentata ma redenta”.
In questi tempi oscuri, in cui sembra che le tenebre del Venerdì Santo ricoprano la vostra Terra e troppe parti del mondo sfigurate dall’inutile follia della guerra, che è sempre e per tutti una sanguinosa sconfitta, voi siete fiaccole accese nella notte; siete semi di bene in una terra lacerata da conflitti.
Il Papa, infine, prega per loro e con loro: “Signore, tu che sei la nostra pace, tu che hai proclamato beati gli operatori di pace, libera il cuore dell’uomo dall’odio, dalla violenza e dalla vendetta. Noi guardiamo te e seguiamo te, che perdoni, che sei mite e umile di cuore. Fa’ che nessuno ci rubi dal cuore la speranza di rialzarci e di risorgere con te, fa’ che non ci stanchiamo di affermare la dignità di ogni uomo, senza distinzione di religione, di etnia o di nazionalità, a partire dai più fragili: dalle donne, dagli anziani, dai piccoli e dai poveri”.
Da qui il monito: “Voglio dirvi: non siete soli e non vi lasceremo soli, ma rimarremo solidali con voi attraverso la preghiera e la carità operosa, sperando di poter tornare presto da voi come pellegrini, per guardarvi negli occhi e abbracciarvi, per spezzare il pane della fraternità e contemplare quei virgulti di speranza cresciuti dai vostri semi, sparsi nel dolore e coltivati con pazienza”.
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