Il monito del Papa: “Diritti umani minacciati da antisemitismo, razzismo e ideologie estremiste”
Messaggio del Papa ai cattolici tedeschi in occasione del Katholikentag: “Le molte crisi morali, sociali, economiche e politiche che stiamo attraversando sono tutte legate tra loro”
Città del Vaticano – “Non solo in Europa, ma anche in altre parti del mondo i diritti umani fondamentali in questo momento sembrano minacciati: a causa di un crescente antisemitismo, del razzismo e di altre ideologie che tendono a estremismo e violenza”. È il monito che lancia Papa Francesco nel messaggio inviato ai cattolici tedeschi in occasione del Katholikentag, ovvero la 103.ma Giornata dei Cattolici tedeschi, che si celebra a Erfurt, in Germania, con il motto “L’uomo di pace ha futuro”.
“Le molte crisi morali, sociali, economiche e politiche che stiamo attraversando sono tutte legate tra loro”, ribadisce Francesco, secondo il quale “la preoccupazione per la natura, per la giustizia nei riguardi dei poveri, l’impegno per la società, la tutela della vita e della famiglia, la difesa della dignità di ogni vita umana come anche la pace esterna e interna vanno di pari passo. I problemi riguardano tutti e possono essere risolti solo insieme. E per questo c’è bisogno di un dialogo ampio, possibilmente a molte voci su tutti i piani della vita sociale, economica e politica”. Di seguito il testo completo del messaggio:
Cari fratelli e sorelle,
saluto di cuore voi tutti convenuti a Erfurt al 103.mo Katholikentag, per pregare insieme, scambiarvi idee, rafforzarvi vicendevolmente nella fede e dare testimonianza del Vangelo di Cristo. “L’uomo di pace ha futuro” è il motto di queste giornate. Il salmo 37 spiega perché è all’uomo di pace che è promesso il futuro: perché egli è giusto, perché fa quello che piace a Dio, perché confida in Dio.
Fin dall’inizio la tragedia dell’uomo, però, è nel fatto che egli non confida in Dio, ma ne diffida; che non fa quello che piace a Dio, ma va per la sua strada. Così è accaduto che l’unità e l’armonia delle origini volute da Dio per tutto il creato sono “andate fuori controllo”. L’uomo non utilizza più la creazione secondo le intenzioni del Creatore, ma ne abusa e la maltratta per le sue egoistiche ambizioni di potere e di guadagno.
Così sono venute nel mondo la sofferenza e la morte (cfr. Gen 3). Quello che si intende qui è quello che sentono e affermano tante persone – soprattutto i giovani – di estrazioni culturali e ideologiche molto diverse: percepiscono che c’è qualcosa nell’uomo e nel mondo che non va, che non possiamo semplicemente andare avanti come abbiamo fatto finora, che c’è bisogno di una conversione, di un effettivo nuovo orientamento.
La missione di Gesù era appunto tutta nel segno di questo nuovo orientamento dell’uomo verso Dio, e con esso anche di un rinnovamento e un risanamento del suo rapporto con i fratelli, con la creazione e, non ultimo, con sé stesso. La pace che porta Cristo diventa visibile quando essa dona agli uomini nuova speranza, un futuro in tempi difficili: a coloro che sono stati emarginati, ai malati, a coloro che erano invischiati nel peccato. Cristo ha chiamato per nome l’ingiustizia e condannato le disuguaglianze.
Per ristabilire l’ordine divino, non raramente Gesù ha capovolto la logica e l’ordine dei valori umani, e questo risalta in modo particolare nel Discorso della montagna. Ma è proprio questo il modo in cui Egli porta la pace: “Con il sangue della sua croce” (Col 1,20). Sì, alziamo lo sguardo alla Croce: “Lì, alla violenza non si è risposto con violenza, alla morte non si è risposto con il linguaggio della morte. Nel silenzio della Croce tace il fragore delle armi e parla il linguaggio della riconciliazione, del perdono, del dialogo, della pace” (Omelia, 7 settembre 2013).
La pace di Cristo nasce dall’amore e dalla devozione. Nel giorno di Pasqua si manifesta proprio questo: l’uomo di pace ha futuro. Noi cristiani siamo chiamati a portare avanti la sua missione: come Lui, anche noi vogliamo donare alle persone abbandonate ed emarginate una nuova dignità e far sentire loro che non sono sole.
Ma vogliamo impegnarci anche nel pubblico e in politica, perché abbiano migliori condizioni di vita e soprattutto per dare voce a chi non trova ascolto. Senza giustizia non può esserci pace. Non solo in Europa, ma anche in altre parti del mondo i diritti umani fondamentali in questo momento sembrano minacciati: a causa di un crescente antisemitismo, del razzismo e di altre ideologie che tendono a estremismo e violenza.
Le molte crisi morali, sociali, economiche e politiche che stiamo attraversando sono tutte legate tra loro. La preoccupazione per la natura, per la giustizia nei riguardi dei poveri, l’impegno per la società, la tutela della vita e della famiglia, la difesa della dignità di ogni vita umana come anche la pace esterna e interna vanno di pari passo. I problemi riguardano tutti e possono essere risolti solo insieme. E per questo c’è bisogno di un dialogo ampio, possibilmente a molte voci su tutti i piani della vita sociale, economica e politica. Le molteplici occasioni di dibattito nell’ambito del Katholikentag con tanti alti rappresentanti della vita sociale offrono una buona opportunità in tal senso.
In questo contesto è molto bello e molto significativo che il Katholikentag sia anche un luogo di un incontro ecumenico e di dialogo interreligioso. Infatti, serve la collaborazione di tutte le persone di buona volontà che vogliono costruire un futuro pacifico. Quanto possa essere forte la testimonianza comune dei cristiani l’abbiamo sperimentato nel 1989, quando uomini e donne di pace, con solo una candela in mano, hanno innescato la rivoluzione pacifica. Qui a Erfurt, le preghiere per la pace si sono svolte nella chiesa di San Lorenzo e nella chiesa evangelica dei Predicatori. Questo miracolo del cambiamento pacifico, avviato da persone oranti, ci mostra di cosa sia capace la preghiera. E questa memoria sia di incoraggiamento per tutti noi, oggi.
L’uomo di pace ha futuro. Questa certezza è per noi monito e incoraggiamento. Preghiamo per la pace. Preghiamo anche l’uno per l’altro, affinché la potenza dello Spirito Santo ci ricolmi di speranza e di gioia. Di cuore auguro a tutti voi giornate di grande arricchimento spirituale. Vi accompagno nella preghiera, e per piacere, anche voi pregate per me. Il Dio della pace vi benedica.
Dal Vaticano, maggio 2024
FRANCESCO
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