Il “grazie” del Papa ai gendarmi: “Siete come angeli che custodiscono”

Il Pontefice presiede la messa in occasione del patrono della Gendarmeria Vaticana (trasferita di una settimana) nella basilica di San Pietro: “Chiedo a Dio che vi doni sempre la grazia di essere il riflesso della sua tenerezza”. Poi le “scuse” ai parenti dei gendarmi: “Scusate per le ore di assenza da casa dei vostri familiari durante il servizio”

Città del Vaticano – “Anche voi, sull’esempio di San Michele Arcangelo, siete come angeli, che custodiscono e sono al servizio”. Lo dice Papa Francesco ai poliziotti della Gendarmeria Vaticana, che oggi hanno festeggiato (con una settimana di ritardo) il loro Santo patrono, ovvero San Michele Arcangelo.

Il rito, che tradizionalmente si celebrava all’aperto, nei Giardini Vaticani, causa maltempo è stato trasferito all’interno della basilica di San Pietro. Il Pontefice presiede così messa all’Altare della Cattedra, in questi giorni incartocciata da teli marroni per un restauro che, come per il baldacchino, dovrebbe concludersi per l’inizio del Giubileo. Di seguito il testo completo della breve omelia pronunciata dal Santo Padre:

La lotta è una realtà quotidiana nella vita cristiana: nel nostro cuore, nella nostra vita, nella nostra famiglia, nel nostro popolo, nella nostra Chiesa. Se non si lotta, saremo sconfitti.

Il Signore ha affidato questo ufficio principalmente agli angeli: lottare e vincere. Il diavolo cerca sempre di distruggere l’uomo, presenta le cose come se fossero buone, ma la sua intenzione è distruggere. Per fortuna, abbiamo la certezza di non essere soli in questa lotta, perché il Signore ha affidato agli arcangeli il compito di difendere l’uomo. E gli angeli ci difendono. Tutti abbiamo accanto un angelo che non ci lascia mai soli e ci aiuta a non sbagliare strada. È proprio il ruolo degli angeli. E anche voi, sull’esempio di San Michele Arcangelo, siete come angeli, che custodiscono e sono al servizio.

Il vostro è un lavoro, un prezioso lavoro, ma soprattutto un inestimabile servizio alla Chiesa, per il quale desidero ringraziarvi: grazie, grazie tante. Ogni giorno accogliete in Vaticano e nelle zone extraterritoriali numerose persone e pellegrini; molto spesso siete il primo e anche l’unico volto che incontrano. Per questo, chiedo a Dio che vi doni sempre la grazia di essere il riflesso della tenerezza di Dio.

Alla luce della Parola di questa domenica, voglio anche rivolgermi alle vostre famiglie. Grazie per la vostra pazienza. Il lavoro dei Gendarmi e dei Vigili del fuoco non è possibile senza la pazienza e la comprensione delle rispettive famiglie, alle quali voglio chiedere scusa per tutte le ore in cui i vostri mariti, i vostri papà, i vostri figli o fratelli non sono presenti a casa perché in servizio. Davvero, scusate. So che non è facile e per questo affido le vostre famiglie e tutti i vostri cari alla protezione della Vergine, Regina delle famiglie, e a San Michele Arcangelo, perché l’uomo non divida quello che Dio ha unito.

E su questo abbiamo visto che le Letture di oggi sono Letture di unità: la prima Lettura dalla Genesi, quando Dio crea l’uomo e la donna, è in unità; e il Vangelo ci chiama alla unità, non alla divisione. Per favore, ricordate che l’unità è superiore al conflitto, sempre. L’unità è superiore al conflitto. Grazie per il vostro servizio, perché cercate l’unità. E che Dio, il Signore, vi dia saggezza e pazienza. E anche, per favore, non perdere il senso dell’umorismo. Grazie. (foto © Vatican Media)

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