Habemus Papam! Qui sibi nomen imposuit: Leonem XIV – Photogallery
Poco dopo le 18 di giovedì 8 maggio 2025, dal comignolo della Cappella Sistina si leva la fumata bianca: al mondo il neoeletto cardinale Prevost si presenta col nome di Leone XIV e dalla loggia delle benedizioni lancia un accorato appello per la pace

Città del Vaticano – Dopo 18 giorni di Sede Vacante la Chiesa di Roma ritrova il suo Vescovo: poco più di 24 ore di Conclave, dal comignolo della Cappella Sistina si leva la tanto attesa fumata bianca. Piazza San Pietro esplode di gioia: grida, canti, cartelli con la scritta “Viva il Papa” sovrastano anche il suono di tutte le campane della basilica vaticana, fatte suonare a festa per l’occasione.
Sale così al Soglio Petrino Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, eletto a maggioranza dei votanti al quarto scrutinio. Dalla loggia delle benedizioni viene fatto cadere il drappo con le chiavi incrociate sormontate dalla tiara papale. Ma il boato della piazza esplode quando il cardinale protodiacono annuncia il nome che Prevost, primo Pontefice dagli Stati Uniti d’America, ha scelto sotto lo sguardo del Cristo giudice affrescato da Michelangelo nella Cappella Sistina.
Leone, un nome che contiene un programma bene definito. Leone I fermò Attila che marciava su Roma, Leone III incoronò Carlo magno, Leone X scomunicò Lutero. Infine, Leone XIII. Un Papa che si potrebbe definire l’inventore della dottrina sociale della Chiesa di epoca moderna: ritenne che fra i compiti della Chiesa rientrasse anche l’attività pastorale in campo sociopolitico. Egli oggi è ricordato come il “Papa delle encicliche”: ne scrisse ben 86, con lo scopo di superare l’isolamento nel quale la Santa Sede si era ritrovata dopo la perdita del potere temporale con l’Unità d’Italia. In quest’ottica sono significative le parole che Papa Prevost pronuncia alla sua prima benedizione Urbi et Orbi.
Al mondo si presenta con gli abiti papali: mozzetta rossa e stola apostolica. E se da Giovanni Paolo II a Francesco tutti i neoeletti Papi hanno rotto il protocollo pronunciando a braccio parole di saluto alla folla, Leone XIV diventa il primo Pontefice dell’epoca moderna a leggere il discorso: “La pace sia con tutti voi!”. Prima ancora del classico saluto “Fratelli e sorelle”, le sue prime parole sono per la pace, quella pace di cui oggi il mondo ha un disperato bisogno e che anche Papa Francesco ha sempre invocato in questi 12 anni di pontificato appena trascorsi.
“La pace sia con tutti voi! Fratelli e sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo Risorto, il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anch’io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie, a tutte le persone, ovunque siano, a tutti i popoli, a tutta la terra. La pace sia con voi! Questa è la pace del Cristo Risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio, Dio che ci ama tutti incondizionatamente”.
Al ricordo commosso del predecessore Francesco, segue il saluto alla Chiesa di Roma e alla sua Diocesi in Perù, Chiclayo, dove per anni è stato missionario. “A tutti voi, fratelli e sorelle di Roma, di Italia, di tutto il mondo vogliamo essere una Chiesa sinodale, una Chiesa che cammina, una Chiesa che cerca sempre la pace, che cerca sempre la carità, che cerca sempre di essere vicino specialmente a coloro che soffrono”, le ultime parole prima della benedizione.
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