Guerra a Gaza: mezzora di faccia a faccia tra il Papa e Abbas
In Vaticano l’incontro del Pontefice col presidente di Palestina: nel ribadire la condanna ad ogni forma di terrorismo, si è sottolineata l’importanza di raggiungere la soluzione per i due Stati solo attraverso il dialogo e la diplomazia, assicurando che Gerusalemme, protetta da uno statuto speciale, possa essere un luogo d’incontro e amicizia tra le tre grandi religioni monoteiste
Città del Vaticano – Mentre in Medio Oriente continua a salire la tensione per la riaccensione di diversi conflitti e su più fronti, il presidente dello Stato di Palestina, Mahmoud Abbas, è volato a Roma per incontrare il Papa.
Mezzora è durato il colloquio tra i due. La pace in Terra Santa e lo status quo di Gerusalemme i temi principali affrontati durante il faccia a faccia, svoltosi nello studio privato del Pontefice nel Palazzo Apostolico.
Al termine dell’incontro, il Papa ha donato al presidente Abbas la fusione in bronzo di un fiore che nasce con la scritta “La pace è un fiore fragile”, e due volumi: il Messaggio per la Pace di quest’anno e un libro sull’Appartamento papale delle udienze, a cura della Prefettura della Casa Pontificia.
Abbas ha invece donato al Santo Padre un quadro raffigurante il Papa con il Presidente Abu Mazen e un quadro raffigurante la visita del Papa al muro a Betlemme durante il viaggio nel 2014.
Abbas ha consegnato al Pontefice anche un’icona di San Porfirio, patrono di Gaza, dono del Patriarca Teofilo.
Successivamente, il presidente di Palestina ha incontrato il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, accompagnato da mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali.
Nel corso dei “cordiali colloqui in Segreteria di Stato”, si legge in una nota diffusa dal Vaticano, “si è fatto riferimento alle buone relazioni bilaterali, sottolineando l’importante contribuito della Chiesa cattolica nella società palestinese, anche nel soccorrere la gravissima situazione umanitaria a Gaza, dove ci si auspica che quanto prima vi sia il cessate il fuoco e la liberazione di tutti gli ostaggi”.
“Nel ribadire la condanna ad ogni forma di terrorismo, si è sottolineata l’importanza di raggiungere la soluzione per i due Stati solo attraverso il dialogo e la diplomazia, assicurando che Gerusalemme, protetta da uno statuto speciale, possa essere un luogo d’incontro e amicizia tra le tre grandi religioni monoteiste. Infine, si è espresso l’auspicio che il Giubileo del 2025 possa portare il ritorno dei pellegrini in Terra Santa, tanto desiderosa di pace”, concludono da Oltretevere.
Dopo l’udienza con il Papa, Abbas ha parlato con i media vaticani definendo “proficuo” il colloquio con Francesco. “È come rincontrare un vecchio amico”, ha detto, riferendo di averlo ringraziato per i ripetuti appelli in favore della pace in Medio Oriente e per la solidarietà sempre espressa nei riguardi delle vittime civili palestinesi.
“Ho chiesto che continui a favorire il riconoscimento dello Stato Palestinese nella comunità internazionale”, ha aggiunto il presidente palestinese, ribadendo che “non c’è alternativa alla soluzione dei ‘due Stati’” se si vuole veramente raggiungere la pace”.
Abbas ha anche ricordato i precedenti incontri con Papa Francesco, in particolare quello del 9 giugno di dieci anni fa, quando assieme al suo omologo israeliano di allora Shimon Peres piantò un albero di ulivo nei giardini vaticani. Un evento che ha definito “storico”, ha concluso, che rimane “nella mia memoria e dell’ intero popolo palestinese”. (foto © Vatican Media)
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