Gmg, il Papa: La storia non è sfuggita dalle mani di Dio, tutto è sottoposto al suo giudizio
In San Pietro la messa del Papa per la Giornata Mondiale della Gioventù col passaggio dei simboli della Gmg dai giovani portoghesi a quelli coreani: “Andare avanti senza maquillage spirituale. La vostra dignità non ha bisogno di essere truccata”

Città del Vaticano – “Non è vero, come alcuni pensano, che gli eventi del mondo sono ‘sfuggiti’ dalle mani di Dio. Tutto è sottoposto, alla fine, al giudizio di Dio”. Nella basilica vaticana, Papa Francesco ha presieduto la messa in occasione della 39ma Giornata Mondiale della Gioventù, ricorrenza istituita da Giovanni Paolo II e fissata dal Papa polacco alla Domenica delle Palme ma spostata nel 2020 dal Pontefice argentino alla solennità di Cristo Re.
Ai piedi del baldacchino del Bernini troneggiavano i simboli storici delle Gmg: l’icona della Salus Populi Romani e la grande croce di legno. Proprio sulla croce, ha ricordato il Vescovo di Roma nell’omelia, Gesù “spogliandosi di tutto e morendo nudo per la nostra salvezza, ci insegna che solo nell’amore anche noi possiamo vivere, crescere e fiorire nella nostra piena dignità”.

Ha quindi citato poi una lettera di Pier Giorgio Frassati, che sarà proclamato santo il prossimo 3 agosto, durante il Giubileo dei giovani: senza amore ” non si vive più, ma si ‘vivacchia’. Noi vogliamo vivere, non vivacchiare, e perciò ci sforziamo di testimoniare la verità nella carità, amandoci come Gesù ci ha insegnato”.
E a braccio ha aggiunto: “Non è vero, come alcuni pensano, che gli eventi del mondo sono “sfuggiti” dalle mani di Dio. Non è vero che la storia la fanno i violenti, i prepotenti, gli orgogliosi. Molti mali che ci affliggono sono opera dell’uomo, inganno dal Maligno, ma tutto è sottoposto, alla fine, al giudizio di Dio. Quelli che distruggono la gente, che fanno le guerre, che faccia avranno quando si presenteranno davanti al Signore? ‘Perché hai fatto quella guerra? Perché hai ucciso?’. E loro, cosa risponderanno?”.

Il Papa ha invitato poi tutti a riflettere: “Noi non facciamo la guerra, noi non uccidiamo, ma ho fatto questo, questo, questo … Quando il Signore ci dirà: ‘Ma perché hai fatto questo? Perché sei stato ingiusto in questo? Perché hai speso questi soldi nella tua vanità?’. Anche a noi il Signore domanderà queste cose”. Eppure Dio, ha sottolineato, “ci lascia liberi, ma non ci lascia soli: pur correggendoci quando cadiamo, non smette mai di amarci e, se lo vogliamo, di risollevarci, perché possiamo riprendere il cammino”.
Al termine della celebrazione, i giovani portoghesi hanno consegnato i simboli della Giornata Mondiale della Gioventù ai giovani coreani: “Voi, giovani coreani, riceverete la Croce del Signore, Croce di vita, segno di vittoria, ma non da sola: la riceverete con la Mamma. È Maria ad accompagnarci sempre verso Gesù; è Maria che nei momenti difficili è accanto alla Croce nostra per aiutarci, perché Lei è Madre, Lei è Mamma. Teniamo gli occhi fissi su Gesù, sulla sua Croce, e su Maria, nostra Madre: così, anche nelle difficoltà, troveremo la forza di andare avanti con la propria dignità, con la sicurezza di essere salvati e di essere accompagnati senza fare dei compromessi, senza maquillage spirituale. La vostra dignità non ha bisogno di essere truccata. Andiamo avanti, contenti di essere per tutti, di essere nell’amore, e essere testimoni della verità. E per favore, non perdere la gioia”. (foto © Vatican Media)

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