Gmb, all’Olimpico i bambini interrogano il Papa: “Come si fa la pace?”
Al via la prima Giornata Mondiale dei Bambini: tra appelli per la pace, canti e balli il Pontefice abbraccia 35mila bambini: “Sono felice di stare con voi perché voi siete la speranza del futuro”
Roma – Esplode la festa allo Stadio Olimpico di Roma. Non per un match di Serie A o di Champions League, ma per l’incontro di Papa Francesco con i bambini di tutto il mondo, appuntamento che apre la prima Giornata Mondiale dei Bambini. Balletti e canti si alternano mentre gli spalti si riempiono di 35mila partecipanti. Palloncini colorati, striscioni e bandiere sventolano mentre a bordo campo sfilano oltre 100 delegazioni giunti da altrettanti paesi, in abiti tradizionali.
Poi, mentre Orietta Berti canta “Una vespa in due”, Papa Francesco fa il suo ingresso e lo stadio esplode. Sulla papamobile fa salire alcuni bambini e, percorrendo l’anello del bordocampo, saluta i presenti conscendendosi un bagno di folla. Raggiunta la poltrona, viene salutato da 5 bambini in rappresentanza dei 5 continenti.
“Ci siamo! È iniziata l’avventura della Gmb”, le parole di saluto del Santo Padre. “Ci siamo radunati qui allo Stadio Olimpico, per dare il ‘calcio d’inizio’ a un movimento di bambini e bambine che vogliono costruire un mondo di pace, dove siamo tutti fratelli, un mondo che ha un futuro, perché vogliamo prenderci cura dell’ambiente che ci circonda”.
“In voi, bambini – ha proseguito Francesco -, tutto parla di vita e di futuro. E la Chiesa, che è madre, vi accoglie e vi accompagna con tenerezza e con speranza”. Bergoglio ha ricordato l’incontro del 7 novembre, quando nell’Aula Paolo VI si radunarono migliaia di bambini di tutto il mondo per pregare per la pace col Pontefice: “Quell’incontro ha lasciato un’impronta nel mio cuore, ho pregato, e ho capito che quella conversazione con voi doveva continuare, allargarsi a tanti altri bambini e ragazzi. Ed è per questo che oggi siamo qui: per continuare a dialogare, a porci domande e cercare insieme le risposte”.
Ai piccoli ha domandato: “Siete tristi per le guerre?” “Sì”, la risposta dei bambini. “La guerra è una cosa bella?”, ha incalzato il Papa. “No”, la risposta dei piccoli. “La pace è una cosa bella invece?”, ha continuato il Papa. “Sì”, hanno gridato tutti.
“So che siete tristi per le guerre, che provocano tanti morti e sofferenze. Siete preoccupati per il cambiamento climatico e le sue conseguenze. Siete addolorati perché tanti vostri coetanei non possono andare a scuola, a causa delle guerre oppure delle inondazioni, della siccità, della mancanza di cibo e di cure mediche. Sono realtà che anch’io porto nel cuore, e le presento a Dio nella preghiera. Oggi lo facciamo insieme!”, ha detto il Pontefice, che ha poi raccontato l’incontro avuto questa mattina nella Sala del Concistoro con alcuni bambini provenienti dall’Ucraina e dalla Palestina, molti dei quali non avevano le braccia o le gambe perché vittime dell’orrore delle bombe (leggi qui).
Poi, a braccio, ha domandato: “Pensate che il diavolo vi vuole bene?” “Nooo”, la risposta dei 35mila. “Care bambine e cari bambini, Gesù nel Vangelo ha detto che vi vuole bene, che vi vuole vicini a Lui”. Bergoglio ha chiesto quindi di pregare con l’Ave Maria.
La festa è continuata con numerosi momenti di musica con Renato Zero e il coro dell’Antoniano, e un momento sportivo: una piccola partita con alcuni dei ragazzi presenti allo stadio. A dare il calcio d’inizio è stato Papa Francesco con il pallone che gli era stato portato da Gigi Buffon.
I bimbi interrogano il Papa: “Come si fa la pace?”
Come a scuola, si passa poi all’interrogazione. Solo che a rispondere non sono i piccoli, ma il Papa. E a interrogarlo sono proprio i bambini. Le domande preparate non sono di facile risposta. “La pace è possibile?”, ha chiesto Geronimo. “Sì, la pace è sempre possibile – ha risposto il Pontefice-. Sai cosa bisogna fare quando ci sono problemi? Qualcuno lo sa?”, ha domandato il Papa a sua volta. “Perdonare e chiedere scusa”, ha risposto un bambino “rubando” il microfono. “Esatto. Nel nostro quartiere, a scuola, a volte c’è qualche lotta – ha aggiunto il Papa- Ma è importante andare avanti con la lotta? No, si fa la pace, perdonando e chiedendo scusa”. “Sapete qual è un gesto di pace? Ora ve lo faccio vedere”. ha aggiunto Francesco, che ha quindi teso la mano al piccolo Geronimo: “Questo è un gesto di pace. adesso vorrei che faceste questo gesto di pace col bambino che avete accanto, tutti insieme”.
Una bambina ha domandato: “Secondo te cosa possiamo fare noi che siamo bambini affinché il mondo sia migliore?”. “Cosa potete fare? Litigare? No; giocare insieme, aiutare gli altri, facendo queste cose il mondo sarà migliore”, la risposta di Francesco. Un bimbo rom che vive a Scampia ha poi chiesto al Pontefice: “Come si fa ad amare tutti?”. “Bisogna iniziare amando quelli che sono vicino”, il prossimo”, ha detto il Papa.
Un bimbo proveniente dal Pakistan ha domandato: “E’ vero che siamo tutti fratelli e sorelle?” “Sì, è vero. E se siamo fratelli e sorelle siamo amici? Siamo nemici? No, se siamo fratelli e sorelle siamo amici. bravi”, la breve risposta del Pontefice, che continua a distribuire caramelle.
Un’altra bambina, dopo uno stacchetto musicale, ha chiesto al Santo Padre perché al mondo “ci sono persone che non hanno una casa”. “Questa è un’ingiustizia, c’è tanta gente che non ha casa, vive nelle tende. Perché? Questo è il frutto dell’egoismo, della guerra. In silenzio preghiamo per i bambini che non hanno da mangiare e una casa”, le parole di risposta del Papa.
L’interrogazione è continuata con una bambina indonesiana che al Papa ha domandato: “Se tu potessi fare un miracolo quale sceglieresti?”. “Io sceglierei la pace, e che tutti i bambini abbiano il necessario per mangiare, giocare, andare a scuola, che tutti i bambini siano felici”. Ma non sono mancate domande personali: “Come ti senti quando la tua squadra vince i mondiali?”. “Felice!”, ha risposto Bergoglio sorridendo.
Le ultime due domande hanno costretto Francesco a una riflessione più profonda: “Ciao Papa, è giusto che tanti anziani sia lasciati soli e nessuno li va a trovare. E tu che pensi è giusto?”. “No, questo è sbagliato. Ci sono tanti anziani che hanno dato la vita e adesso si trovano soli, abbandonati in una casa di riposo. Questo è giusto? No, non è giusto. Per questo noi dobbiamo visitare i nonni”, ha ribadito Francesco. “Caro Papa, sei felice di passare il tempo con i bambini e perché?”, è stata l’ultima domanda. ” “Io sono felice e sono felice perché voi siete gioiosi, siete la speranza del futuro”, ha concluso il Santo Padre.
Momento toccante nel finale con un fuoriprogramma: una bambina musulmana cieca, proveniente dalla Palestina, ha cantato in arabo per il Papa. La piccola frequenta una scuola francescana per ragazzi non vedenti.
I doni
A una festa non ci si presenta mai a mani vuote. E diversi sono i doni che i bambini e gli organizzatori hanno voluto lasciare al Santo Padre, a partire dalla “Croce della gioia”. Si tratta di una grande croce con immagini della cultura cristiana, alta più di 4 metri e unica nel suo genere, è l’opera dell’artista e maestro della Transavanguardia italiana, Mimmo Paladino, creata ad hoc proprio per la prima Giornata Mondiale dei Bambini. Realizzata in circa un mese di lavoro, è stata svelata questa sera e domani sarà portata in piazza San Pietro in occasione della Celebrazione eucaristica presieduta da Papa Francesco a conclusione dell’evento. “È per me un grande onore realizzare la prima “croce della Gioia” della storia – ha dichiarato Paladino – l’opera si rivolge direttamente ai bambini, perché sono loro i veri protagonisti di questo evento. Troverete quindi rappresentati elementi della storia e della cultura cristiana, ma anche allusioni fiabesche, con lo scopo di stimolare la loro e la nostra fantasia”.
Una delegazione di bambini della Federazione Italiana Scuole Materne ha creato invece un dono speciale da dedicare al Santo Padre: è il “Veliero della Pace”, simbolo della necessità dei bambini di un mondo in cui regni la pace. All’interno del veliero “viaggeranno” decine di filmati provenienti da scuole del mondo che mostreranno i bambini mentre giocano a tipici giochi delle loro culture e dei loro territori. Il veliero sfilerà con una delegazione di bambini FISM, prima di essere consegnato al Santo Padre.
Svelato anche “Il cubo della Terra”, ovvero un cubo di 10 centimetri di terra, espressione di amore e responsabilità per la vita, donato al Santo Padre da un gruppo di bambini del movimento “Salva il Suolo”, sostenuto dalle Nazioni Unite e dal Programma Alimentare Mondiale per affrontare la crisi climatica e sostenere i governi nell’attuazione di cambiamenti politici. La superficie terrestre è la pelle del pianeta, in pochi centimetri brulicanti di vita c’è un ecosistema straordinario, un laboratorio che trattiene e cede l’acqua. Il suolo è, non a caso, la prima risorsa nominata nell’enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco che a proposito della Terra dice: “Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei”.
A Francesco è stata consegnata anche una foto particolare. Raffigura un bambino siriano profugo a Lesbo che arrivò in Italia con il volo papale nel 2016, al termine della storica e commovente visita di Francesco tra i migranti dell’isola greca. In quell’occasione scattò una foto con il Santo Padre sull’aereo. Oggi vive in Italia e regala a Papa Francesco quella foto ricordo.
A causa delle difficili condizioni sociopolitiche i bambini haitiani, che non sono potuti venire alla GMB, hanno inviato dei doni al Santo Padre: a consegnarli al Santo Padre due bambini di Haiti residenti in Italia. Non solo: oltre 5mila lettere e disegni arrivati in questi mesi per Papa Francesco dai bambini da tutto il mondo per la GMB. Domani, alle 10.30, la messa in piazza San Pietro, che si concluderà con il monologo di Roberto Benigni al termine dell’Angelus.
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