Francesco: “Ciascuno di noi promuova l’annuncio missionario là dove vive”
In 20mila nella spianata di Vanimo accolgono festanti il Pontefice che omaggia la Vergine di Luján con la rosa d’oro: “La nostra missione è proprio questa: diffondere ovunque, attraverso l’amore di Dio e dei fratelli, la bellezza del Vangelo di Cristo”
Vanimo – Dopo aver celebrato messa allo stadio di Port Moresby (leggi qui), a bordo di un C130 Air Force australiano, Papa Francesco raggiunge Vanimo, cittadina situata nella zona nord della Papua Nuova Guinea, non lontano dal confine con la Papua, per le ultime due tappe di questa terza giornata in Oceania.
Ad accoglierlo, nella spianta davanti la Cattedrale della Santa Croce, circa 20mila fedeli giunti anche dai villaggi vicini. Alle danze tradizionali si alternano doni e strette di mano. Al Pontefice viene anche consegnato un copricapo decorato con delle piume.
Francesco lo indossa tra gli applausi. Dopo il saluto di benvenuto del Vescovo, Francis Meli, e le testimonianze di un catechista, di una bambina della Lujan Home for Girls, di una religiosa e di una famiglia, il Vescovo di Roma pronuncia il suo discorso.
“Dalla metà del XIX secolo la missione qui non si è mai interrotta: religiose, religiosi, catechisti e missionari laici non hanno smesso di predicare la Parola di Dio e di offrire aiuto ai fratelli, nella cura pastorale, nell’istruzione, nell’assistenza sanitaria e in molti altri ambiti, affrontando non poche difficoltà”, esordisce il Santo Padre, ricordando che le strutture che vediamo oggi, “chiese, scuole, ospedali e centri missionari testimoniano attorno a noi che Cristo è venuto a portare salvezza a tutti, perché ciascuno fiorisca in tutta la sua bellezza per il bene comune”.
“Voi qui siete “esperti” di bellezza – dice rivolgendosi ai papuani -, perché siete circondati di bellezza! Vivete in una terra magnifica, spettacolo grandioso di una natura che esplode di vita, evocando l’immagine dell’Eden! Ma questa ricchezza il Signore ve l’affida come un segno e uno strumento, perché viviate anche voi così, uniti in armonia con Lui e con i fratelli, rispettando la casa comune e custodendovi a vicenda”.
Guardandoci attorno, ammonisce, “vediamo quanto è dolce lo scenario della natura. Ma rientrando in noi stessi, ci accorgiamo che c’è uno spettacolo ancora più bello: quello di ciò che cresce in noi quando ci amiamo a vicenda. E la nostra missione è proprio questa: diffondere ovunque, attraverso l’amore di Dio e dei fratelli, la bellezza del Vangelo di Cristo”.
“Alcuni di voi, per farlo, affrontano lunghi viaggi, per raggiungere anche le comunità più lontane, a volte lasciando la propria casa. Fanno una cosa bellissima, ed è importante che non siano lasciati soli, ma che tutta la comunità li sostenga”, aggiunge il Pontefice.
“C’è però anche un altro modo in cui possiamo aiutarli – sottolinea poi il Papa -, ed è che ciascuno di noi promuova l’annuncio missionario là dove vive: a casa, a scuola, negli ambienti di lavoro, perché dappertutto, nelle foreste, nei villaggi e nelle città, alla bellezza dei panorami corrisponda la bellezza di una comunità in cui ci si vuole bene, come Gesù ci ha insegnato”.
In questo modo, l’auspicio di Bergoglio, “formeremo, sempre più, come una grande orchestra capace, con le sue note, di ricomporre le rivalità, di vincere le divisioni – personali, familiari e tribali –; di scacciare dal cuore delle persone la paura, la superstizione e la magia; di porre fine a comportamenti distruttivi come la violenza, l’infedeltà, lo sfruttamento, l’uso di alcool e droghe: mali che imprigionano e rendono infelici tanti fratelli e sorelle, anche qui”.
L’amore, fa notare, “è più forte di tutto questo e la sua bellezza può guarire il mondo, perché ha le sue radici in Dio. Diffondiamolo, perciò, e difendiamolo, anche quando il farlo può costarci qualche incomprensione, qualche opposizione. Ce lo ha testimoniato, con le parole e con l’esempio, il Beato Pietro To Rot – sposo, padre, catechista e martire di questa terra –, che ha donato la sua vita proprio per difendere l’unità della famiglia di fronte a chi voleva minarne le fondamenta”.
Molti turisti, ricorda ancora Francesco, “dopo aver visitato il vostro Paese, tornano a casa dicendo di aver visto “il paradiso”. Si riferiscono, in genere, alle attrazioni paesaggistiche e ambientali di cui hanno goduto. Noi però sappiamo che, come abbiamo detto, il tesoro più grande non è quello. Ce n’è un altro, più bello e affascinante, che si trova nei vostri cuori e che si manifesta nella carità con cui vi amate. È questo il dono più prezioso che potete condividere e far conoscere a tutti”.
“Lo dico specialmente a voi, bambini, con i vostri sorrisi contagiosi e con la vostra gioia prorompente, che sprizza in ogni direzione. Siete l’immagine più bella che chi parte da qui può portare con sé e conservare nel cuore! Vi incoraggio, perciò, ad abbellire sempre più questa terra felice con la vostra presenza di Chiesa che ama”, conclude il Papa.
Terminato il discorso, il Papa depone la rosa d’oro dinanzi alla statua della Madonna di Luján poiché l’arrivo del Pontefice a Vanimo coincide con i 25 anni dall’arrivo in Papua Nuova Guinea proprio della statua di Nostra Signora di Luján. Francesco raggiunge quindi in auto la Holy Trinity Humanistic School di Baro per un incontro privato con un gruppo di missionari (leggi qui). (foto © Vatican Media)
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