Finanze Vaticane: dal Papa nuove regole sugli appalti e le spese della Curia Romana
Con due nuovi Motu Proprio, Papa Francesco interviene ancora una volta sulle finanze vaticane. Tra le novità, fissato un tetto massimo di spesa oltre il quale i Dicasteri dovranno chiedere l’ok della Segreteria per l’Economia
Città del Vaticano – Nuovo intervento diretto di Papa Francesco nella gestione delle finanze vaticane. Con due nuovi Motu Proprio, resi noti in queste ore, il Pontefice ridefinisce la gestione delle spese della Curia Romana e gli appalti dei vari Dicasteri.
Nel primo Motu Proprio il Santo Padre stabilisce nuovi “limiti e modalità” dell’ordinaria amministrazione dei dicasteri della Santa Sede. In linea con la Praedicate Evangelium, d’ora in poi, un ente vaticano è tenuto a richiedere l’approvazione del prefetto della Segreteria per l’Economia quando un atto di spesa superi il 2% dei costi totali dell’ente stesso, con la cifra desunta sulla media dei bilanci consuntivi degli ultimi tre anni. In ogni caso, si legge nel documento, “per gli atti il cui valore è inferiore a 150 mila euro non si richiede approvazione”. Il documento fissa poi a 30 giorni il limite per la ricezione dell’approvazione, oltre i quali anche la mancata risposta equivale all’accoglimento dell’istanza, e in ogni caso si afferma che tale procedura “deve concludersi entro e non oltre i quaranta giorni”.
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Nel secondo Motu Proprio, il Papa interviene modificando ulteriore la normativa che regola il codice degli appalti vaticano promulgato nel 2020. Anche in questo caso, il testo segue la linea della Praedicate Evangelium e vuole, spiega il Pontefice, proseguire nel “discorso intrapreso per favorire la trasparenza, il controllo e la concorrenza nelle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici”, per una “più efficace applicazione” delle norme che con le ultime modifiche tengono conto delle “osservazioni delle Istituzioni collegate alla Santa Sede”, del Governatorato e dell’esperienza “maturata in questi anni”. Rispetto al documento di quattro anni fa si puntualizzano le finalità perseguite dalla normativa, in conformità, si legge, “ai principi della Dottrina Sociale della Chiesa, dell’ordinamento canonico della Santa Sede e dell’ordinamento vaticano dello Stato della Città del Vaticano e della Lettera Enciclica Laudato si’”. Quattro punti, in tutti, che riguardano “l’impiego sostenibile dei fondi interni”, “la trasparenza della procedura di aggiudicazione”, “la parità di trattamento e la non discriminazione degli offerenti” e “la promozione di una concorrenza efficace tra gli offerenti, in particolare mediante misure in grado di contrastare gli accordi illeciti in materia di concorrenza e la corruzione”. Il documento è in tutto composto da 91 articoli e, anche se reso noto in queste ore, reca in calce la data del 27 novembre 2023
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