Coppie gay, il Papa: “La benedizione non esige perfezione morale”

Nell’incontro col Dicastero della Dottrina della Fede il Pontefice torna su Fiducia Supplicans: “Con le benedizioni mostrare la vicinanza di Dio e della Chiesa a chi chiede aiuto”

Città del Vaticano – Nuovo chiarimento sul documento Fiducia supplicans arriva da Papa Francesco. L’occasione è l’incontro con i partecipanti alla plenaria del Dicastero per la Dottrina della Fede, svoltasi in Vaticano in questi giorni.

Il Pontefice, ricevendo monsignori, cardinali, preti e vescovi nella Sala Clementina, dapprima ricorda qual è il compito del Dicastero per la Dottrina della Fede, ovvero “aiutare il Romano Pontefice e i Vescovi nell’annuncio del Vangelo in tutto il mondo, promuovendo e tutelando l’integrità della dottrina cattolica sulla fede e la morale, attingendo al deposito della fede e ricercandone anche una sempre più profonda intelligenza di fronte alle nuove questioni”.

Il Dicastero, riformato dal Pontefice col Motu proprio Fidem servare (11 febbraio 2022), “si vede così impegnato nell’ambito dell’intelligenza della fede di fronte al cambiamento d’epoca che caratterizza il nostro tempo”, aggiunge Papa Bergoglio, portando la riflessione su tre parole chiave: sacramenti, dignità e fede.

“La vita della Chiesa si nutre e cresce grazie” ai sacramenti, ricorda il Santo Padre, che prosegue: “In quanto cristiani, non dobbiamo stancarci di insistere ‘sul primato della persona umana e sulla difesa della sua dignità al di là di ogni circostanza. Auspico che possa aiutarci, come Chiesa, a essere sempre vicini ‘a tutti coloro che, senza proclami, nella vita concreta di ogni giorno, lottano e pagano di persona per difendere i diritti di chi non conta’”.

La terza parola è fede, virtù teologale di cui il Dicastero porta il nome: “Non possiamo però nasconderci che in estese aree del pianeta la fede – come ebbe a dire Benedetto XVI – ‘non costituisce più un presupposto ovvio del vivere comune, anzi spesso viene perfino negata, derisa, emarginata e ridicolizzata’. È tempo, perciò, di riflettere nuovamente e con maggiore passione su alcuni temi: l’annuncio e la comunicazione della fede nel mondo attuale, specialmente alle giovani generazioni; la conversione missionaria delle strutture ecclesiali e degli agenti pastorali; le nuove culture urbane, con il loro carico di sfide ma anche di inedite domande di senso; infine e soprattutto, la centralità del kerigma nella vita e nella missione della Chiesa”.

Qui è atteso un aiuto da parte del Dicastero: “custodire la fede” si traduce oggi in un impegno di riflessione e di discernimento, perché l’intera comunità si adoperi a una reale conversione pastorale e missionaria kerigmatica, che potrà aiutare anche il cammino sinodale in corso. Ciò che per noi è essenziale, più bello, più attraente e allo stesso tempo più necessario è la fede in Cristo Gesù. Tutti insieme, a Dio piacendo, la rinnoveremo solennemente nel corso del prossimo Giubileo e ciascuno di noi è chiamato ad annunciarla a ogni uomo e donna della terra. Questo è il compito fondamentale della Chiesa, al quale ho dato voce proprio in Evangelii gaudium.

Da qui il nuovo chiarimento sulla Dichiarazione Fiducia supplicans e le “benedizioni pastorali e spontanee”: “Queste benedizioni, fuori di ogni contesto e forma di carattere liturgico, non esigono una perfezione morale per essere ricevute; la seconda, che quando spontaneamente si avvicina una coppia a chiederle, non si benedice l’unione, ma semplicemente le persone che insieme ne hanno fatto richiesta. Non l’unione, ma le persone, naturalmente tenendo conto del contesto, delle sensibilità, dei luoghi in cui si vive e delle modalità più consone per farlo”. (foto © Vatican Media)

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