Comici da tutto il mondo in Vaticano, Francesco: “Si può ridere anche di Dio”

L’evento con i comici di tutto il mondo organizzato dai Dicasteri per la Cultura e la Comunicazione prima della partenza per il G7, il Papa: “La risata non è mai contro qualcuno, quanto abbiamo bisogno di imparare da voi!”

Città del Vaticano – Prima le risate con i comici provenienti da tutto il mondo, poi la partenza per raggiungere la Puglia e partecipare al G7. Inizia così lo strano venerdì di Papa Francesco, che questa mattina, nella Sala Clementina, in Vaticano, ha ricevuto una rappresentanza di comici provenienti da ogni parte del mondo. Quelli italiani sono la maggioranza: Brignano, Pio e Amedeo, il mago Forest, La Ginestra, Pif, Geppi Gucciari. E c’è anche Whoopi Goldberg.

“Ridere aiuta a rompere le barriere sociali, a creare connessioni tra le persone. Ci permette di esprimere emozioni e pensieri, contribuendo a costruire una cultura condivisa e a creare spazi di libertà. Voi ci ricordate che l’homo sapiens è anche homo ludens; che il divertimento giocoso e il riso sono centrali nella vita umana, per esprimersi, per imparare, per dare significato alle situazioni. Il vostro talento è un dono prezioso. Insieme al sorriso diffonde pace, nei cuori, tra le persone, aiutandoci a superare le difficoltà e a sopportare lo stress quotidiano. Ci aiuta a trovare sollievo nell’ironia e a prendere la vita con umorismo, le parole del Santo Padre, che rivela: ”A me piace pregare ogni giorno – è da più di 40 anni che lo faccio – con le parole di San Tommaso Moro: ‘Dammi, Signore, il senso dell’umorismo’”. E a braccio aggiunge: ”Conoscete quella preghiera voi? Voi dovete conoscerla. E’ nella Gaudete et Exsultate, la nota 101. Questa è una grazia che chiedo tutti i giorni, perché mi fa prendere le cose con lo spirito giusto”.

“La risata dell’umorismo non è mai contro qualcuno, ma è sempre inclusiva, propositiva, suscita apertura, simpatia, empatia”, dice poi il Papa, ricordando che “l’umorismo non offende, non umilia, non inchioda le persone ai loro difetti”. “Mentre oggi la comunicazione genera spesso contrapposizioni, voi sapete mettere insieme realtà differenti e a volte anche contrarie. Quanto abbiamo bisogno di imparare da voi! Mi raccomando: pregate il Signore e chiedete il senso dell’umorismo, con quella bella preghiera di San Tommaso Moro”, l’esortazione nuovamente a braccio.

Poi sdogana le battute su Dio: “Si può ridere anche di Dio? E non è bestemmia questo! Certo, come si gioca e si scherza con le persone che amiamo. La tradizione sapienziale e letteraria ebraica è maestra in questo!”, esclama il Pontefice, che però precisa: “Si può fare ma senza offendere i sentimenti religiosi dei credenti, soprattutto dei poveri”. “Continuate ad allietare la gente, specialmente chi fa più fatica a guardare la vita con speranza – l’invito del Papa -. Aiutateci, con il sorriso, a vedere la realtà con le sue contraddizioni, e a sognare un mondo migliore!”.

Nel suo discorso, Francesco omaggia anche gli artisti dello humor: “In mezzo a tante notizie cupe, immersi come siamo in tante emergenze sociali e anche personali, voi avete il potere di diffondere la serenità e il sorriso”. “Siete tra i pochi ad avere la capacità di parlare a persone molto differenti tra loro, di generazioni e provenienze culturali diverse”, prosegue il Papa.

“A modo vostro voi unite la gente, perché il riso è contagioso. È più facile ridere insieme che da soli: la gioia apre alla condivisione ed è il miglior antidoto all’egoismo e all’individualismo. Guardo con stima a voi artisti che vi esprimete con il linguaggio della comicità, dell’umorismo, dell’ironia – continua il Pontefice -. Quanta saggezza c’è lì! Tra tutti i professionisti che lavorano in televisione, nel cinema, in teatro, nella carta stampata, con le canzoni, sui social, voi siete tra i più amati, cercati, applauditi. Sicuramente perché siete bravi; ma c’è anche un altro motivo: voi avete e coltivate il dono di far ridere”.

“Quando riuscite a far sgorgare sorrisi intelligenti dalle labbra anche di un solo spettatore – non è un’eresia – fate sorridere anche Dio”, aggiunge il Santo Padre, che ammonisce: “Ma voi riuscite pure in un altro miracolo: riuscite a far sorridere anche trattando problemi, fatti piccoli e grandi della storia. Denunciate gli eccessi del potere; date voce a situazioni dimenticate; evidenziate abusi; segnalate comportamenti inadeguati… Ma senza spargere allarme o terrore, ansia o paura, come fa molta comunicazione; voi svegliate il senso critico facendo ridere e sorridere. Lo fate raccontando storie di vita, narrando la realtà, secondo il vostro punto di vista originale; e in questo modo parlate alla gente di problemi piccoli e grandi”.

Al termine dell’udienza, il Papa dà la benedizione e Luciana Littizzetto legge la preghiera di San Tommaso Moro citata nel corso del discorso da Bergoglio. Ma prima della lettura, la Lucianina nazionale si concede una battuta: “Grazie, intanto grazie a nome mio e di tutti i miei colleghi. Ci ritroviamo sempre solo ai funerali, questa volta è un momento di gioia. Grazie!”

Dopo la preghiera, Francesco si congeda con alcune parole a braccio: “Vi do anche una benedizione umana. Vi auguro il meglio, e che Dio vi accompagni in questa vocazione tanto bella di far ridere. E’ più facile fare il tragico che il comico. Grazie per far ridere e anche grazie di ridere dal cuore”. (foto © Vatican Media)

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