Angelus, il Papa: Quaresima, tempo di guarigione che sto sperimentando nell’animo e nel corpo

Nel testo diffuso per l’Angelus il Pontefice ringrazia “tutti coloro che, a immagine del Salvatore, sono per il prossimo strumenti di guarigione con la loro parola e con la loro scienza, con l’affetto e con la preghiera”. Poi l’appello per la pace: “Occorre mettere da parte le divergenze e, con coraggio e responsabilità, sedersi attorno a un tavolo e avviare un dialogo costruttivo”

Città del Vaticano – “Viviamo questa Quaresima, tanto più nel Giubileo, come tempo di guarigione. Anch’io la sto sperimentando così, nell’animo e nel corpo”. Lo scrive Papa Francesco nel testo dell’Angelus (il settimo consecutivo diffuso a mezzogiorno solo in forma scritta) per questa IV Domenica di Quaresima, detta Laetare.

Nel commentare la parabola del figlio prodigo, brano che caratterizza la liturgia odierna, il Vescovo Roma, fa notare come Gesù, con questo racconto, riveli “il cuore di Dio”, che è “sempre misericordioso verso tutti”, ed è capace di guarire “le nostre ferite perché possiamo amarci come fratelli”.

Da qui il grazie “di cuore tutti coloro che, a immagine del Salvatore, sono per il prossimo strumenti di guarigione con la loro parola e con la loro scienza, con l’affetto e con la preghiera. La fragilità e la malattia sono esperienze che ci accomunano tutti; a maggior ragione, però, siamo fratelli nella salvezza che Cristo ci ha donato”.

E, “confidando nella misericordia di Dio Padre, continuiamo a pregare per la pace: nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Repubblica Democratica del Congo e Myanmar, che soffre tanto anche per il terremoto”, l’appello del Papa che si dice preoccupato per la situazione in Sud Sudan: “Rinnovo il mio appello accorato a tutti i Leader, perché pongano il massimo impegno per abbassare la tensione nel Paese. Occorre mettere da parte le divergenze e, con coraggio e responsabilità, sedersi attorno a un tavolo e avviare un dialogo costruttivo. Solo così sarà possibile alleviare le sofferenze dell’amata popolazione sud-sudanese e costruire un futuro di pace e stabilità”.

Con lo sguardo rivolto sempre all’Africa, la preghiera del Pontefice si estende al Sudan, dove “la guerra continua a mietere vittime innocenti. Esorto le parti in conflitto a mettere al primo posto la salvaguardia della vita dei loro fratelli civili; e auspico che siano avviati al più presto nuovi negoziati, capaci di assicurare una soluzione duratura alla crisi. La Comunità internazionale aumenti gli sforzi per far fronte alla spaventosa catastrofe umanitaria”.

Infine, il “grazie” per “la ratifica dell’Accordo sulla delimitazione del confine tra il Tajikistan e il Kyrgyzstan, che rappresenta un ottimo risultato diplomatico. Incoraggio entrambi i Paesi a proseguire su questa strada”. “Maria, Madre di misericordia, aiuti la famiglia umana a riconciliarsi nella pace”, conclude il Pontefice.

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