Angelus dal Gemelli, il Papa: “Grazie per l’affetto, continuiamo a pregare per la pace”
Il Pontefice ha trascorso la seconda notte ricoverato al Gemelli di Roma dove è stato ricoverato per un’infezione alle vie respiratorie. E dal Policlinico fa giungere il testo dell’Angelus (e dell’omelia) preparati per la celebrazione del Giubileo degli artisti che si è comunque svolto nella basilica vaticana

Città del Vaticano – “Grazie per l’affetto e per la preghiera, continuiamo a pregare per la pace nella martoriata Ucraina, in Palestina, in Israele e in tutto il Medio Oriente, in Myanmar, nel Kivu e in Sudan”. Sono le parole che Papa Francesco fa giungere dal Policlinico Gemelli di Roma, dove è ricoverato da venerdì 14 febbraio per un’infezione alle vie respiratorie, agli artisti riuniti nella basilica vaticana per la celebrazione del loro Giubileo.
Come riporta l’Agenzia Fides, tutti gli impegni del Pontefice di questi giorni sono stati annullati ad eccezione, infatti, della Messa che lui stesso avrebbe dovuto presiedere in San Pietro per l’evento giubilare dedicato al mondo dell’arte e della cultura. A nome del Vescovo di Roma, che fa giungere i suoi saluti, è il cardinal José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, a guidare la celebrazione eucaristica all’Altare della Confessione e a leggere l’omelia preparata dal Papa per l’occasione a commento dell’odierna pagina di Vangelo, quella delle Beatitudini, testo che più volte Papa Francesco ha definito la “Magna Carta” del cristiano.
In “un’epoca in cui nuovi muri si alzano”, gli artisti, sottolinea il Pontefice, sono “custodi delle Beatitudini! Voi, artisti e persone di cultura, siete chiamati a essere testimoni della visione rivoluzionaria delle Beatitudini. La vostra missione è non solo di creare bellezza, ma di rivelare la verità, la bontà e la bellezza nascoste nelle pieghe della storia. Lasciatevi guidare dal Vangelo delle Beatitudini, la vostra arte sia annuncio di un mondo nuovo. Non smettete mai di cercare, di interrogare, di rischiare. Perché la vera arte non è mai comoda, offre la pace dell’inquietudine. E ricordate: la speranza non è un’illusione; la bellezza non è un’utopia; il vostro dono non è un caso, è una chiamata. Rispondete con generosità, con passione, con amore”.
Un richiamo all’omelia è presente anche nel testo dell’Angelus, diffuso a mezzogiorno in punto dalla Sala Stampa: l’evento di oggi, si legge, “ci ricorda l’importanza dell’arte come linguaggio universale che diffonde la bellezza e unisce i popoli, contribuendo a portare armonia nel mondo e a far tacere ogni grido di guerra. Avrei voluto essere in mezzo a voi ma, come sapete, mi trovo qui al Policlinico Gemelli perché ho ancora bisogno di un po’ di cure per la mia bronchite”.
Infatti, il “grazie” per il sostegno spirituale e un appello alla preghiera per tutti gli operatori sanitari: “Vi ringrazio per l’affetto, la preghiera e la vicinanza con cui mi state accompagnando in questi giorni, così come vorrei ringraziare i medici e gli operatori sanitari di questo ospedale per la loro premura: svolgono un lavoro prezioso e tanto faticoso, sosteniamoli con la preghiera!”. (foto © Vatican Media)
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