Angelus da Santa Marta, il Papa: “Ho un’infiammazione ai polmoni, non riesco a leggere”
Francesco è malato ma non rinuncia all’Angelus: lo prega in videocollegamento da Santa Marta facendo leggere il discorso al suo ghostwriter e prendendo il microfono solo per la benedizione: “Non dimenticatevi di pregare per me”
Città del Vaticano – La febbre e il pungente freddo spingono il Pontefice a non affacciarsi su piazza San Pietro per l’Angelus domenica. Francesco però non rinuncia alla preghiera mariana, che recita dalla cappella di Casa Santa Marta in videocollegamento con la piazza. 12mila, secondo i dat diffusi dalla Gendarmeria Vaticana, i fedeli presenti davanti ai maxischermi.
“Oggi non posso affacciarmi alla finestra perché ho un’infiammazione ai polmoni, non posso leggere il testo”, esordisce il Santo Padre, che appare seduto davanti all’altare. La voce è debole. Accanto a lui mons. Braida, officiale della Segreteria di Stato: “Leggerà lui il testo – afferma il Santo Padre -, è molto bravo e lo conosce bene perché spesso è lui che mi scrive i discorsi”.
Sulla mano destra il Papa ha un cerotto. Ieri, dopo aver annullato tutti gli impegni a causa di uno “stato febbrile” riscontrato nella mattinata, si è recato al Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina per sottoporsi a una Tac per escludere il rischio di complicazioni polmonari. L’esame, ha fatto sapere il Vaticano ieri, “ha dato esito negativo”. Oggi il Pontefice afferma di avere un’infiammazione proprio ai polmoni.
L’Angelus: “Vicino ai deboli, non star dei social”
La riflessione dell’Angelus letta dall’officiale della Segreteria di Stato è tutta incentrata sulla Solennità di Cristo Re, festa odierna che chiude l’Anno Liturgico. Il Vangelo parla del giudizio finale (cfr Mt 25,31-46) e ci dice che esso sarà sulla carità. In paradiso andranno “i benedetti”, che non sono quelli che appaiono “come una star sulle prime pagine dei giornali o sui social”. Al contrario, “sono coloro che lo hanno servito nelle persone più deboli. Questo perché il Figlio dell’uomo è un Re completamente diverso, che chiama i poveri ‘fratelli’, che si identifica con gli affamati, gli assetati, gli stranieri, gli ammalati, i carcerati”.
Cristo “è un Re sensibile al problema della fame, al bisogno di una casa, alla malattia e alla prigionia: tutte realtà purtroppo sempre molto attuali”. In altre parole, il Vangelo odierno “ci dice che si è ‘benedetti’ se si risponde a queste povertà con amore, col servizio: non voltandosi dall’altra parte, ma dando da mangiare e da bere, vestendo, ospitando, visitando, in una parola facendosi vicini a chi è nel bisogno”.
Questa è la “corte” del nostro Re. E lo stile con cui sono chiamati a distinguersi i suoi amici, quelli che hanno Gesù per Signore, è il suo stesso stile: la compassione, la misericordia, la tenerezza. Esse nobilitano il cuore e scendono come olio sulle piaghe di chi è ferito dalla vita.
L’appello per la pace e la conferma del viaggio a Dubai
Francesco riprende il microfono, prega l’Angelus e impartisce la benedizione apostolica. Il monsignore riprende poi la parola e continua a leggere il testo che era stato preparato per il Pontefice. Si ricorda che oggi, nelle Diocesi di tutto il pianeta, si celebra la 38ª Giornata Mondiale della Gioventù e, come di consueto, non manca un appello per la pace in Ucraina e in Terra Santa:
Ieri la martoriata Ucraina ha commemorato l’Holodomor, il genocidio perpetrato dal regime sovietico che, 90 anni fa, causò la morte per fame di milioni di persone. Quella lacerante ferita, anziché rimarginarsi, è resa ancora più dolorosa dalle atrocità della guerra che continua a far soffrire quel caro popolo. Per tutti i popoli dilaniati dai conflitti continuiamo a pregare senza stancarci, perché la preghiera è la forza di pace che infrange la spirale dell’odio, spezza il circolo della vendetta e apre vie insperate di riconciliazione. Oggi ringraziamo Dio perché tra Israele e Palestina c’è finalmente una tregua e alcuni ostaggi sono stati liberati. Preghiamo che lo siano al più presto tutti – pensiamo alle loro famiglie! –, che entrino a Gaza più aiuti umanitari e che si insista nel dialogo: è l’unica via, l’unica via per avere pace. Chi non vuole dialogare non vuole la pace.
Oltre che dalla guerra, il nostro mondo è minacciato da un altro grande pericolo, quello climatico: ed è per questo che il Santo Padre conferma il Viaggio Apostolico a Dubai del prossimo weekend: “Mi recherò negli Emirati Arabi Uniti per intervenire sabato alla Cop28. Ringrazio tutti coloro che accompagneranno questo Viaggio con la preghiera e con l’impegno di prendere a cuore la salvaguardia della casa comune”.
Nel salutare i fedeli, il Papa riprende il microfono: “A tutti auguro una buona domenica. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.
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