Abusi nella Chiesa, il Papa: “Curare, accogliere e ascoltare sempre le vittime”
Papa Bergoglio incontra la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori: “La vicinanza alle vittime di abuso non è un concetto astratto. Lasciamoci scuotere dalle loro sofferenze”

Città del Vaticano – La Chiesa deve “lasciarsi scuotere dalle sofferenze” di chi è stato abusato. E, allo stesso tempo, deve ascoltare, curare e accogliere “sempre” le vittime. A dirlo è Papa Francesco che questa mattina ha incontrato i membri della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori (istituita dallo stesso Pontefice nel marzo del 2014 per rispondere alla piaga ancora sanguinante degli abusi) in occasione dell’assemblea plenaria.
Il raffreddore però blocca ancora il Santo Padre: e così il discorso che il Papa ha preparato in occasione dell’incontro è stato letto da mons. Pierluigi Giroli. Francesco fa notare come negli ultimi dieci anni il vostro compito di offrire “consiglio e consulenza e altresì proporre le più opportune iniziative per la salvaguardia dei minori e delle persone vulnerabili”, come si legge nella Praedicate Evangelium, “si è notevolmente allargato. Esso ha assunto una fisionomia più definita, dal momento che vi ho chiesto di concentrarvi nell’aiutare a rendere la Chiesa un luogo sempre più sicuro per i minori e gli adulti più fragili. Vi esorto a continuare in questo servizio, con spirito di squadra: costruendo ponti e collaborazioni che possano rendere più efficace la vostra cura per gli altri”.
Di fronte allo scandalo degli abusi e alla sofferenza delle vittime, prosegue il Papa, “potremmo scoraggiarci, perché la sfida di ricostruire il tessuto di vite infrante e di guarire il dolore è grande e complessa. Ma non deve venire meno il nostro impegno; anzi, vi incoraggio ad andare avanti, perché la Chiesa sia sempre e dappertutto un luogo dove ciascuno possa sentirsi a casa e ogni persona sia ritenuta sacra”.
“Nel nostro ministero ecclesiale di tutela, la vicinanza alle vittime di abuso non è un concetto astratto: è una realtà molto concreta, fatta di ascolto, di interventi, di prevenzione, di aiuto”, rimarca il Pontefice, ribadendo: “Siamo chiamati tutti – in particolare le autorità ecclesiastiche – a conoscere direttamente l’impatto degli abusi e a lasciarci scuotere dalla sofferenza delle vittime, ascoltando direttamente la loro voce e praticando quella prossimità che, attraverso scelte concrete, le sollevi, le aiuti e prepari un futuro diverso per tutti”.
Poi il monito, rivolto non solo ai membri della Commissione, ma a tutti i credenti: “Non deve accadere che questi fratelli e sorelle non vengano accolti e ascoltati, perché questo può aggravare moltissimo la loro sofferenza. C’è bisogno di prendersene cura con un impegno personale, così come è necessario che ciò sia portato avanti con l’aiuto di collaboratori competenti”.
Gran parte di questo servizio, sottolinea poi il Santo Padre, “viene svolto in modo riservato, come è giusto che sia per rispetto delle persone. Ma, nello stesso tempo, i suoi frutti dovrebbero diventare visibili: si dovrebbe sapere e vedere il lavoro che fate accompagnando il ministero di tutela delle Chiese locali. La vostra vicinanza alle autorità delle Chiese locali le rafforzerà nella condivisione di buone pratiche e nella verifica dell’adeguatezza delle misure che sono state poste in atto”.
Da qui l’invito finale a continuare il cammino “nella giusta direzione, perché la Chiesa continui a impegnarsi con tutte le sue forze nella prevenzione degli abusi, nella loro ferma condanna, nell’attenzione compassionevole verso le vittime e nell’impegno costante per essere luogo ospitale e sicuro”. (foto © Vatican Media)
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