“Purifica le menti degli uomini”: all’Immacolata il Papa affida le donne vittime di violenza
Da piazza di Spagna il grido di dolore del Pontefice per le donne vittime di violenza. All’Immacolata affida anche le madri di oggi “che vedono i figli morire a causa della guerra e del terrorismo”. Prima l’omaggio della Rosa d’Oro alla Salus Populi Romani
Roma – Un grido di pace e di speranza, dopo tante urla di angoscia, si alza al cielo dal cuore di Roma. Ai piedi dell’Immacolata, che svetta su un’alta colonna di marmo a due passi dalla scalinata di Trinità dei Monti, i romani, come da tradizione, depongono fiori. Papa Francesco, invece, fa da portavoce alle madri che vedono i figli uccisi dalla guerra, e alle donne vittime di violenza.
A pochi giorni dal funerale di Giulia Cecchettin, infatti, Francesco – con la voce affaticata – supplica la Vergine Maria e a lei affida il dolore delle tante donne vittime di violenza: “Abbiamo bisogno di te come donna, per affidarti tutte le donne che hanno sofferto violenza e quelle che ancora ne sono vittime, in questa città, in Italia e in ogni parte del mondo. Tu le conosci ad una ad una, conosci i loro volti. Asciuga, ti preghiamo, le loro lacrime e quelle dei loro cari. E aiuta noi a fare un cammino di educazione e di purificazione, riconoscendo e contrastando la violenza annidata nei nostri cuori e nelle nostre menti e chiedendo a Dio che ce ne liberi”. Di seguito il testo completo della preghiera pronunciata dal Pontefice:
Vergine Immacolata!
Veniamo a te con il cuore diviso tra speranza e angoscia.
Abbiamo bisogno di te, Madre nostra!
Ma prima di tutto vogliamo ringraziarti,
perché in silenzio, come è nel tuo stile, tu vegli su questa città,
che oggi ti avvolge di fiori per dirti il suo amore.
In silenzio, giorno e notte, vegli su di noi:
sulle famiglie, con le gioie e le preoccupazioni – tu lo sai bene –;
sui luoghi di studio e di lavoro; sulle istituzioni e gli uffici pubblici;
sugli ospedali e le case di cura; sulle carceri; su chi vive per strada;
sulle parrocchie e tutte le comunità della Chiesa di Roma.
Grazie per la tua presenza discreta e costante,
che ci dà conforto e speranza.
Tu sai, abbiamo bisogno di te, Madre,
perché tu sei l’Immacolata Concezione.
La tua persona, il fatto stesso che tu esisti
ci ricorda che il male non ha né la prima né l’ultima parola;
che il nostro destino non è la morte ma la vita,
non è l’odio ma la fraternità, non è il conflitto ma l’armonia,
non è la guerra ma la pace.
Guardando a te, ci sentiamo confermati in questa fede
che gli avvenimenti a volte mettono a dura prova.
E tu, Madre, rivolgi i tuoi occhi di misericordia
su tutti i popoli oppressi dall’ingiustizia e dalla povertà,
provati dalla guerra: Madre, guarda al martoriato popolo ucraino,
al popolo palestinese e al popolo israeliano,
ripiombati nella spirale della violenza.
Oggi, Madre santa, portiamo qui, sotto il tuo sguardo,
tante madri che, come è successo a te, sono addolorate.
Le madri che piangono i figli uccisi dalla guerra e dal terrorismo.
Le madri che li vedono partire per viaggi di disperata speranza.
E anche le madri che cercano di scioglierli dai lacci delle dipendenze,
e quelle che li vegliano in una malattia lunga e dura.
Oggi, Maria, abbiamo bisogno di te come donna,
per affidarti tutte le donne che hanno sofferto violenza
e quelle che ancora ne sono vittime,
in questa città, in Italia e in ogni parte del mondo.
Tu le conosci ad una ad una, conosci i loro volti.
Asciuga, ti preghiamo, le loro lacrime e quelle dei loro cari.
E aiuta noi a fare un cammino di educazione e di purificazione,
riconoscendo e contrastando la violenza annidata
nei nostri cuori e nelle nostre menti
e chiedendo a Dio che ce ne liberi.
Mostraci ancora, o Madre, la via della conversione,
perché non c’è pace senza perdono
e non c’è perdono senza pentimento.
Il mondo cambia se i cuori cambiano;
e ognuno deve dire: a partire dal mio.
Ma il cuore umano solo Dio lo può cambiare
con la sua grazia: quella in cui tu, Maria,
sei immersa fin dal primo istante.
La grazia di Gesù Cristo, nostro Signore,
che tu hai generato nella carne,
che per noi è morto e risorto, e che tu sempre ci indichi.
Lui è la salvezza, per ogni uomo e per il mondo.
Vieni, Signore Gesù!
Venga il tuo regno d’amore, di giustizia e di pace!
Amen.
Prima di raggiungere piazza di Spagna, dove viene accolto dal sindaco di Roma e dal cardinal vicario, Papa Francesco si è recato nella basilica di Santa Maria Maggiore, all’Esquilino, per omaggiare l’icona della Salus Populi Romani con la Rosa d’Oro (leggi qui). Un rito semplice e molto breve, caratterizzato dalla preghiera silenziosa e qualche canto. Ad accogliere il Pontefice un nutrito gruppo di fedeli che al suo ingresso in chiesa è scoppiato in un lungo e scrosciate applauso accompagnato dal grido: “Viva il Papa!”.
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