La preghiera del Papa alla Salus: “Intercedi per la pace a Roma nel mondo intero”
A Santa Maria Maggiore una pioggia di petali bianchi ricorda il miracolo che portò alla luce la basilica. Il Pontefice partecipa ai Secondi Vespri nella festa della Madonna della Neve per la prima volta in undici anni di pontificato e rilancia l’appello per la pace: “La pace è vera e duratura solo se parte da cuori pentiti e da cuori perdonati; il perdono fa la pace”
Città del Vaticano – “Siamo qui radunati come una specie di avanguardia, e invochiamo la sua intercessione per la città di Roma, la nostra città, e per il mondo intero, specialmente per la pace”. Per la prima volta in undici anni di pontificato, Papa Francesco prende parte ai solenni Secondi Vespri che ogni anno si celebrano nella basilica di Santa Maria Maggiore in occasione della Dedicazione. Dedicazione che arrivò pochi anni dopo il miracolo della neve che coprì la cima del colle Esquilino. Un prodigio annunciato dalla Vergine che indicava il luogo in cui lei stessa voleva si costruisse una chiesa in suo onore (leggi qui).
A distanza di secoli, il miracolo della neve viene rievocato all’interno della basilica con una pioggia di petali di rosa bianchi che scendono dal soffitto durante la solenne messa capitolare del mattino. Quest’anno, la rievocazione è stata ripetuta anche nel pomeriggio, durante il canto del Magnificat che chiude la liturgia del vespro al quale, per l’appunto, ha preso parte anche il Sommo Pontefice.
A presiedere il rito monsignor Rolandas Makrickas. Francesco, arrivato in anticipo rispetto al programma ufficiale, prende posto davanti al presbiterio ma senza indossare i paramenti sacri. Nell’omelia il Vescovo di Roma si sofferma su due segni che caratterizzano la celebrazione odierna: il primo è la tradizionale “nevicata”, il secondo è l’icona della Salus populi romani: “Questi due segni, ben interpretati – sottolinea il Papa -, ci possono aiutare a cogliere il messaggio della Parola di Dio”.
La nevicata è un segno che oggi deve essere letto “in chiave simbolica”. Il Pontefice cita due versetti del libro del Siracide che, a proposito della neve che Dio fa cadere dal cielo, dice così: “L’occhio ammira la bellezza del suo candore / e il cuore stupisce nel vederla fioccare” (Sir 43,18). Da qui emerge “il duplice sentimento” che la neve “suscita nell’animo umano: ammirazione e stupore”. In quest’ottica, la nevicata “può essere intesa come simbolo della grazia, cioè di una realtà che unisce la bellezza e la gratuità”.
È qualcosa che non si può meritare, né tanto meno comprare, si può solo ricevere in dono, e come tale è anche del tutto imprevedibile, proprio come una nevicata a Roma in piena estate. La grazia suscita ammirazione e stupore. Non dimentichiamo queste due parole: capacità di ammirare e capacità di stupirsi. E queste due capacità non dobbiamo perderle, perché entrano nell’esperienza della nostra fede.
Francesco passa quindi ad esaminare il secondo segno, ovvero l’antica Icona mariana “che è, per così dire, la gemma di questa Basilica”. Nell’immagine della Salus Populi Romani, “la grazia appare nella sua concretezza, spogliata di ogni rivestimento mitologico, o magico, o spiritualistico, sempre in agguato nella religione. Nell’Icona c’è solo l’essenziale: Donna e Figlio”.
“La Donna è la piena di grazia, concepita senza peccato, immacolata come la neve appena caduta. Dio l’ha guardata con ammirazione e stupore, anche Dio si stupisce …, e l’ha scelta come Madre perché è figlia del suo Figlio: generata in Lui prima dei tempi è diventata Madre sua nella pienezza del tempo. Il Bambino regge il Libro Santo col braccio sinistro e col destro benedice; e la prima benedetta è lei, la Madre, la Benedetta fra tutte le donne – spiega il Santo Padre -. Il suo manto scuro lascia risaltare la veste dorata del Figlio: in Lui solo abita tutta la pienezza della divinità; lei, a viso scoperto, riflette la sua gloria”.
“Per questo il popolo fedele viene a chiedere la benedizione alla Santa Madre di Dio, perché lei è la mediatrice della grazia che sgorga sempre e solo da Gesù Cristo, per opera dello Spirito Santo. Specialmente nel corso del prossimo anno, Anno Santo del Giubileo, moltissimi saranno i pellegrini che verranno in questa Basilica a chiedere la benedizione alla Madre”, continua il Papa, che, rivolgendosi alla Vergine Maria, chiede la sua intercessione “per la città di Roma, la nostra città, e per il mondo intero, specialmente per la pace: la pace che è vera e duratura solo se parte da cuori pentiti e da cuori perdonati; il perdono fa la pace, perché è l’atteggiamento tanto nobile del Signore, perdonare; la pace che viene dalla Croce di Cristo, dal suo Sangue, che Egli prese da Maria ed effuse in remissione dei peccati”. (foto © Vatican Media)
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