Il Papa ridisegna la Diocesi di Roma e cancella il settore Centro

Con il motu proprio “La vera bellezza” il Pontefice divide il settore del Centro in quattro accorpandolo così ai quattro settori delle periferie

Roma – L’attenzione alla periferie è diventato uno dei mantra del pontificato di Papa Francesco che, dopo aver ridisegnato l’organigramma degli uffici del Laterano, ora ridisegna anche geograficamente la sua Diocesi, quella di Roma.

Con il motu proprio “La vera bellezza”, promulgato il 1 ottobre ma reso noto solo oggi, il Pontefice cancella il settore Centro che viene assorbito nelle quattro zone pastorali periferiche della città.

“Nel grande contesto del cambiamento d’epoca che tutti stiamo vivendo, nell’imminenza del Giubileo diventa necessaria e improrogabile una rilettura del senso pastorale da attribuire alla presenza sul territorio da parte della Diocesi di Roma”, scrive Bergoglio nel documento (clicca qui per leggere il testo integrale).

“Con la speranza di meglio integrare periferie e centro storico, dispongo che le attuali cinque Prefetture del Settore Centro – si legge nel testo – siano incluse negli altri Settori, riducendo l’organizzazione territoriale della Diocesi di Roma solo in riferimento ai quattro punti cardinali. I quattro Settori, in base alla posizione geografica, includeranno le cinque Prefetture e le trentacinque Parrocchie presenti sul territorio del Settore Centro”.

“In questo orizzonte non ci sono più un centro isolato e una periferia divisa in compartimenti separati, ma, in una visione dinamica che prevede non muri ma ponti, la Diocesi di Roma sarà concepita come un unico centro che si espande attraverso i quattro punti cardinali. In questa prospettiva, il venir meno dei confini del Settore Centro non significa affatto chiuderlo, come potrebbe sembrare in apparenza, bensì aprirlo”, sottolinea Francesco.

Facendo confluire il Settore Centro negli altri Settori, spiega Bergoglio, “significa rendere partecipi il Nord, l’Est, il Sud e l’Ovest di tutta la storia del cristianesimo a Roma. Significa che le riunioni, le celebrazioni, gli incontri di Settore possono arricchirsi di luoghi e di spazi antichi, capaci di rendere esplicite le profonde radici che fondano l’identità dei credenti romani”.

“In un mondo in cui con tristezza sentiamo ancora parlare del bisogno elitario ed egoistico di erigere muri di separazione e di contrasto, la risposta della nostra Diocesi è quella di gettare ponti – conclude il Papa -. Ponti su cui possa scorrere agevolmente la comunione ecclesiale che ci rende tutti, uno per uno e tutti insieme, appartenenti solo a Cristo Risorto e alla sua Chiesa; così come il sangue dei martiri Pietro e Paolo, che dal cuore irrora tutto il corpo della nostra Diocesi”.

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