Il Papa a confronto con i preti giovani di Roma: “Da una crisi non si esce mai da soli”

Colloquio di quasi due ore nella periferia dell’Urbe con circa un centinaio di preti giovani che vivono la loro missione nell’Urbe: tra i temi al centro del dialogo l’esperienza dei primi anni di sacerdozio, la sfida del servizio ai malati e le crisi a cui si va incontro nella vita sacerdotale

Roma – Come annunciato nei giorni scorsi, nel pomeriggio di oggi Papa Francesco ha lasciato il Vaticano per raggiungere, poco dopo le 16, la Casa delle Suore Pie Discepole del Divin Maestro, su via Portuense, per un incontro con un centinaio di preti giovani della Diocesi di Roma ordinati negli ultimi dieci anni. Ad accoglierlo il vescovo Baldo Reina, vicegerente della diocesi di Roma, e il vescovo Michele Di Tolve, delegato dell’Ambito per la cura del diaconato, del clero e della vita religiosa.

Dopo un saluto alla comunità delle suore e alle persone impegnate nei servizi della struttura, con le loro famiglie, nella cripta, il Papa è salito nella chiesa, dove si è svolto l’incontro. Al termine della lettura della Parola di Dio e di un momento di preghiera, e dopo il saluto di mons. Di Tolve, si è svolta una conversazione tra il Papa e i sacerdoti presenti.

Tra i temi al centro del dialogo l’esperienza dei primi anni di sacerdozio, la scoperta felice della fede della gente, ma anche la sfida del servizio ai malati, a cui rispondere con vicinanza, compassione, tenerezza, e le crisi a cui si va incontro nella vita sacerdotale. “Da una crisi non si esce mai da soli”, ha affermato il Papa.

Si è parlato anche della Diocesi di Roma, del suo sviluppo, della bellezza, di alcune debolezze, a cui rispondere non col chiacchiericcio, ma col dialogo, e del percorso sinodale, del rischio di ridurlo ad uno slogan anziché sperimentarlo come una modalità di vivere la Chiesa. In questo senso il Papa ha citato l’Esortazione Apostolica Evangelii nuntiandi, di Paolo VI, “attuale, un gioiello, che regge la nostra pastorale”, e il valore della paternità, un carisma che deve crescere nel sacerdote.

Il dialogo ha toccato anche il tema della solitudine nella città, di come vivere la vicinanza agli altri, anche in rapporti difficili, e Papa Francesco ha sottolineato l’importanza di farsi vicini ai vecchi, come un “test di vicinanza”, chiedendosi: “vado a trovarli, li ascolto?”, e di farlo con pudore.

Nel salutare i giovani preti, il Papa li ha invitati alla prossima celebrazione del Corpus Domini, prevista per domenica 2 giugno, e li ha ringraziati per la preghiera e per la franchezza del dialogo.

“Questo è l’ottavo incontro del Papa con i sacerdoti: nei settori, tutti insieme a gennaio, con i sacerdoti anziani, e ora questo – ricorda monsignor Reina –. Come negli altri incontri, il Santo Padre ha espresso tutta la sua paternità. Qui oggi in modo particolare, perché aveva davanti il giovane clero. Ha raccolto le preoccupazioni e testimonianze di alcune di loro. Ha dato dei consigli, come quelli che dà un padre, un nonno potremmo dire, ai nipoti, ai figli più piccoli, legati alla sua esperienza. Ha parlato molto della vicinanza: agli anziani, ai malati, a coloro che vivono nel disagio. Ha raccomandato anche la vicinanza tra di loro, tra i sacerdoti, senza dare spazio a quel chiacchiericcio che a volte logora i rapporti e un sano vissuto spirituale. E’ stato un incontro molto bello e molto bella la franchezza con cui i giovani sacerdoti hanno posto le domande al Santo Padre, anche domande su questioni problematiche e lui ha risposto con naturalezza, senza nascondere problemi ma manifestando la sua volontà di affrontarli e risolverli in maniera positiva”.

Concorda il vescovo Di Tolve: “L’incontro è stato desiderato dal Santo Padre, che sta vedendo pian piano tutto il presbiterio incardinato a Roma. Ha già visto i preti dai 40 anni ai 70 anni di Messa; oggi ha visto i preti appena ordinati, nel 2024, fino al 2014, quindi i preti dei primi 10 anni di ordinazione. Sono questi gli anni di una “performazione”: non basta solo la formazione in seminario, perché si diventa preti realmente esercitando il ministero. Le domande dei nostri preti sono state proprio in riferimento al loro diventare preti in mezzo al popolo di Dio, con i vari incarichi, con il tempo da vivere in rapporto a Dio e agli altri, ai bisogni della gente”.

Tra le tematiche emerse, racconta ancora il vescovo, “cosa vuol dire essere vicini alle varie condizioni umane. Hanno chiesto anche cosa vuol dire attraversare la crisi della gente e la crisi in cui loro si trovano, perché è una situazione difficile: il tempo della pandemia passata, il tempo della guerra, il tempo dei giovani che davvero sono irretiti da mentalità che li disorientano, la malattia della gente, la solitudine degli anziani, la situazione della casa a Roma…. Abbiamo anziani che vivono al quinto, settimo piano e da anni non possono scendere perché non ci sono gli ascensori! Hanno fatto domande su tutto, a partire da quello che loro stanno vivendo e chiedendo al Papa un consiglio. E’ stato un dialogo paterno, davvero tra padre e figli. Il Santo Padre si è raccomandato tanto sulla vicinanza a Dio, al vescovo, tra di loro nella fraternità e al popolo di Dio. Ecco, queste sono le quattro vicinanze da vivere sempre”. (foto Facebook © Diocesi di Roma/Vatican Media)

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