Tensione Roma-Berlino: il Vaticano frena (di nuovo) i Vescovi “progressisti” tedeschi

Nuove tensioni tra Santa Sede e la Chiesa cattolica di Germania su ordinazioni femminili, rinuncia al celibato dei preti e matrimoni religiosi per i gay

Città del Vaticano – Non fa nemmeno in tempo ad inizia che l’assemblea della Conferenza episcopale tedesca già si scontra col Vaticano. Mentre i presuli di Germania raggiungevano Augusta, una missiva della Santa Sede, firmata dai cardinali Parolin, Segretario di Stato, Fernández, Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, e Prevost, Prefetto del Dicastero per i Vescovi.

Al centro delle controversie l’annunciata costituzione all’interno della Conferenza Episcopale Tedesca di un Consiglio sinodale che “non è previsto dal diritto canonico vigente e pertanto una risoluzione della Dbk (Deutsche Bischofskonferenz, Conferenza episcopale tedesca, ndr) in tal senso non sarebbe valida, con le relative conseguenze legali”, si legge nella lettera inviata dal Vaticano ai tedeschi e pubblicata dal portale Settimana News.

Continua quindi il braccio di ferro fra la Chiesa tedesca, che vorrebbe accelerare su alcune riforme, dall’ordinazione sacerdotale delle donne alla possibilità per i preti di rinunciare al celibato, fino al matrimonio delle coppie gay.

Prove di dialogo c’erano state nei mesi scorsi, con diversi incontri bilaterali. Ma a nulla sono serviti per appianare le tensioni, con la Santa Sede che vuole arrivare alla seconda sessione del Sinodo, ad ottobre 2024, senza marcate divisioni.

Commentando la vicenda, il cardinale Cristoph Schoenborn, arcivescovo di Vienna, teologo, che in diverse occasioni ha mediato in discussioni che sembravano in fase di stallo, ha affermato: “Sono impressionato dalla pazienza con cui il Papa e i dicasteri romani cercano di rimanere in dialogo con i vescovi tedeschi – dice il cardinale austriaco in un colloquio con il teologo Jan-Heiner Tuck, pubblicato da Theologie und Kirche – e di mantenere l’unità e la comunione. Non pochi accusano il Papa e i suoi collaboratori di essere troppo pazienti, dicendo che è arrivato il momento di reagire con misure drastiche. No, anche dopo l’ultima lettera di Roma: la finestra del dialogo rimane aperta! Ho l’impressione che il Papa e i dicasteri romani abbiano fatto di tutto per venire incontro ai vescovi tedeschi. Dovremmo quindi aspettarci che anche i vescovi tedeschi facciano delle concessioni in cambio”.

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