Guerra in Terra Santa: il presidente dell’Iran telefona al Papa
La situazione a Gaza e lo sviluppo del conflitto in Terra Santa al centro del colloquio telefonico tra Papa Bergoglio e il presidente Raisi
Città del Vaticano – Telefonata tra il presidente dell’Iran, Ebrahim Raisi, e Papa Francesco. Il colloquio telefonico, precisano dal Vaticano, è avvenuto nel pomeriggio di oggi, domenica 5 novembre, su iniziativa del presidente iraniano.
Al centro della telefonata, la guerra tra Israele e Hamas, la situazione umanitaria a Gaza e gli eventuali sviluppi sul conflitto in Terra Santa. La telefonata odierna segue quella avvenuta pochi giorni fa tra il Pontefice ed Erdogan. Anche in quel caso, fu il presidente turco a telefonare al Santo Padre per discutere della guerra in Medio Oriente. In quell’occasione, però, secondo quanto trapelato dai palazzi del potere di Ankara, avrebbe espresso a Papa Francesco grande preoccupazione chiedendo alla Santa Sede di intervenire per porre fine alle violazioni dei diritti umani che hanno caratterizzato le ultime settimane e intercedere per un cessate il fuoco.
L’appello per la pace
In mattinata, al termine dell’Angelus, Papa Francesco ha lanciato un altro forte appello per la pace: “Continuo a pensare alla grave situazione in Palestina e in Israele, dove tantissime persone hanno perso la vita. Vi prego di fermarvi, in nome di Dio: cessate il fuoco! Auspico che si percorrano tutte le vie perché si eviti assolutamente un allargamento del conflitto, si possano soccorrere i feriti e gli aiuti arrivino alla popolazione di Gaza, dove la situazione umanitaria è gravissima”.
“Si liberino subito gli ostaggi – ha aggiunto Francesco -. Tra di loro ci sono anche tanti bambini, che tornino alle loro famiglie! Sì, pensiamo ai bambini, a tutti i bambini coinvolti in questa guerra, come anche in Ucraina e in altri conflitti: così si sta uccidendo il loro futuro. Preghiamo perché si abbia la forza di dire ‘basta’”.
La situazione a Gaza
Nelle ultime ore si sono registrati nuovi intensi attacchi su Gaza city e sul nord della Striscia da parte di Israele. Times of Gaza diffonde le news relativi ai raid definendo “un massacro” gli ultimi bombardamenti, che si sono verificati nel centro di Gaza e nei pressi dell’ospedale al-Shifa. “Gli attuali raid aerei israeliani vanno oltre ogni immaginazione poiché vengono lanciati su una scala senza precedenti – scrive Times of Gaza – Il nord è sottoposto a un vero terremoto a causa di una serie di attacchi aerei fortemente intensificati”.
Secondo quanto riferiscono i media israeliani, l’offensiva comprende raid e operazioni di terra. Le aree colpite includono Tel Al-Hawa, Zeytun, Shujaiyeh, Albasara, Rimal, al-Nasser e Karama. L’attacco arriva in concomitanza con un black out delle linee telefoniche e di internet nella Striscia di Gaza. In Israele, intanto, le sirene di allarme missilistico risuonano a Tel Aviv e in altre comunità nel centro del paese per un nuovo lancio di razzi da Gaza.
Nelle stesse ore il premier israeliano Benjamin Netanyahu ribadisce che “non ci sarà alcun cessate il fuoco senza il ritorno degli ostaggi. Questo vale sia per i nostri nemici che per i nostri amici. Continueremo la battaglia fino a quando non li avremo sconfitti. Non abbiamo alternative. Penso che oggi tutti lo capiscano”. Il leader di Hamas nella Striscia di Gaza Yahya Sinwar “non si preoccupa del suo popolo. Si comporta come un piccolo Hitler in un bunker. La sua gente è interessante per lui come un pezzo d’aglio”, prosegue il premier.
Guerra in Terra Santa: 48 ore per circondare Gaza City
“Siamo pronti in qualsiasi momento a lanciare un attacco nel Nord” della Striscia di Gaza, dice Herzi Halevi, capo di stato maggiore delle forze di difesa israeliane. Le Idf ritengono di poter circondare completamente Gaza City entro le prossime 48 ore e di aprire una nuova fase dell’operazione all’interno della città, con l’obiettivo di raggiungere gli operativi di Hamas costretti a ripiegare nel centro e di distruggere i tunnel e le strutture usate dai terroristi. Per completare l’operazione, secondo i militari, potrebbero servire diversi mesi se non un anno.
Nella prima fase, i soldati israeliani eviteranno di addentrarsi nella rete di tunnel perché si dà per scontata la presenza di trappole esplosive. Ogni tunnel sarà ‘gestito’ dall’esterno dalle forze speciali: l’ingresso dei militari avverrà in un secondo momento
In alcuni casi, se l’intelligence lo riterrà opportuno, l’aviazione colpirà il tunnel dall’alto, neutralizzando chiunque si trovi all’interno. Non sarebbero previste, nell’immediato, operazioni nell’ospedale Shifa: secondo le valutazioni dell’intelligence, nella struttura si nascondono molte figure di spicco di Hamas.
Guerra in Terra Santa: raid contro il sud del Libano
Tensione anche al confine con il Libano. Un drone israeliano avrebbe colpito un veicolo nel sud del Libano, tra Aïtaroun e Aïnata. Ci sarebbero diversi civili morti. Lo riferisce il quotidiano libanese ‘L’Orient – Le Jour’. Secondo la ricostruzione del quotidiano due auto circolavano nella zona di cui una apparteneva a Samir Ayoub, un giornalista della radio Sot el-Chaab. La seconda auto, che sarebbe stata presa di mira, era guidata dalla nipote del giornalista. L’operazione avrebbe provocato la morte di 4 persone, compresi almeno 2 bambini.
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