Grave terremoto in Turchia e Siria
Lunedì 6 febbraio si sono verificati due dei terremoti più forti nel sud-est della Turchia, di magnitudo 7.8 e 7.7, interessando più di 18,1 milioni di persone. Sono stati sentiti 700 scosse di terremoto dal primo evento. Si prevedono decide di migliaia di morti.

Uno dei terremoti più forti della regione negli ultimi 100 anni, di magnitudo 7.8, è avvenuto lunedì 6 febbraio nel sud-est della Turchia, intorno alle 4:15 del mattino ora locale, con epicentro a circa 70 chilometri da Gaziantep, a Şekeroba.
Un forte aftershock di magnitudo 6.7 è stato sentito a Türkoğlu, a pochi chilometri a nord dal primo terremoto, circa 10 minuti dopo. Più di 2,65 milioni di persone vivevano nel raggio di 50 chilometri dall’epicentro. Fino a 70.000 persone sono state esposte a forti scosse, secondo l’USGS.
Un altro terremoto di magnitudo 7.7 è avvenuto 100 chilometri a nord del primo, a Ekinözü, con un aftershock di magnitudo 6, alle 13:30 ora locale.
Una serie di terremoti hanno seguito i primi tremori, con più di 700 scosse avvenute dal primo terremoto fino al pomeriggio dell’8 febbraio. La continua scossa sta ostacolando le attività di ricerca e soccorso e contribuendo a alimentare il panico, con i residenti che evacuano i loro rifugi in fretta.
I terremoti sono stati avvertiti in tutta la regione, nei paesi confinanti, soprattutto nelle regioni di confine siriane con la Turchia e l’Iraq. Hanno gravemente colpito un’area di circa 450 chilometri, da Adana a ovest a Diyarbakır a est e 300 chilometri da Malatya a nord a Hatay a sud in Turchia, inclusi le principali città di Gaziantep, Adana, Hatay, Kahramanmaraş, Malatya, Kilis, Osmaniye, Diyarbakir, Adiyaman e Sanliurfa in Turchia, dove circa 13,5 milioni di persone risiedono.
Nel nord-ovest della Siria, le autorità siriane hanno segnalato morti fino a sud di Hama, circa 100 chilometri dall’epicentro, tra cui le città di Aleppo, Idlib, Homs e Hama, che ospitano circa 4,5 milioni di persone. L’OMS teme che fino a 23 milioni di persone, tra cui 1,4 milioni di bambini, possano essere stati colpiti.
Le operazioni di ricerca sono cominciate sin da subito, con numerosi collaborazioni internazionale per aumentare sia il numero dei ricercatori che l’efficacia delle ricerche stesse. Non stanno mancando neanche i supporti di tipo economico da parte di numerose associazioni ed istituzioni.