Diplomazia vaticana al lavoro per liberare gli ostaggi ucraini

Dopo l’appello del vescovo di Kiev, colloquio telefonico tra Zuppi e il Capo dell’Ufficio del presidente Zelensky sui medici tenuti in ostaggio nelle prigioni russe

Città del Vaticano – La diplomazia vaticana continua a lavorare per arrivare alla liberazione degli ucraini tenuti in ostaggio in Russia. In vista della Pasqua ortodossa, infatti, che secondo il calendario giuliano si celebrerà domenica 5 maggio, mons. Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, ha rilanciato l’appello di Papa Francesco sullo scambio dei prigionieri di guerra tra Ucraina e Russia “tutti per tutti”, citando in particolare tre categorie: “tutte le donne, tutti i medici, tutti i sacerdoti”.

Secondo la Chiesa ucraina, ad oggi sono prigionieri in Russia ben 8mila soldati e 1.600 civili. “So che anche in Russia ci ascoltano. Questo appello di Papa Francesco ha trovato una risposta profonda anche nel cuore dei russi”, sottolinea Shevchuk, chiedendo che in questa settimana di Pasqua, secondo il rito bizantino, ci siano “azioni concrete”.

E dopo l’appello di mons. Shevchuk, a tradurre in “azioni” l’invito del Papa a liberare i prigionieri, c’è stato un colloquio telefonico tra il Capo dell’Ufficio del Presidente ucraino, Andriy Yermak, e il cardinale Matteo Zuppi, inviato speciale del Papa per la pace in Ucraina. “Il tema del colloquio (svoltosi nella serata del 30 aprile) è stato la liberazione dalle prigioni russe dei nostri medici militari”, riferisce l’ambasciata ucraina presso la Santa Sede.

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