Zuppi: “Riconoscere i semi di bene e aiutarli a crescere: questa la missione dei Vescovi”

Messa in San Pietro con gli oltre 200 vescovi riuniti a Roma per l’Assemblea generale della Cei, il Presidente: “Il nostro mondo è deformato dall’onnipotenza dell’io” dimenticando che “siamo sempre vapore che appare per un istante e poi scompare”

Città del Vaticano – “Fa parte della nostra missione profetica anche questo: riconoscere questi semi di bene e aiutarli a crescere, a incontrarci e incontrare Gesù, perché non siano soffocati dal maligno o semplicemente dispersi perché non amati e resi preziosi”. A ricordalo, agli oltre 200 Vescovi italiani riuniti a Roma per la 79ma Assemblea generale della Cei, è il Presidente della Conferenza Episcopale, il cardinal Matteo Zuppi, che questa mattina – assieme ai presuli – ha celebrato messa nella basilica vatican.

La celebrazione è quella della memoria di Santa Rita, la “Santa degli impossibili” che la Chiesa venera oggi. E proprio all’intercessione della religiosa che Zuppi chiede ai confratelli di affidarsi: “In questo mondo frammentato, Babele di tante solitudini esaltate e diffidenti, possiamo ricostruire il tessuto lacerato dalle divisioni tendendo la mano a tutti, perché riconoscano con noi quel Gesù che chiama con tanta larghezza, che li aiuti a fare il bene e ad essere amici, fratelli e sorelle”.

Il nostro mondo, sottolinea ancora il porporato nella breve omelia, “è deformato dall’onnipotenza dell’io, dal perseguire stoltamente i propri affari, attività che enfatizza e deprime”. Affari, rimarca l’arcivescovo di Bologna, che “facilmente animano le discussioni infinite su chi è il più grande, spingono ad affermare e verificare la propria considerazione, ad occupare i primi posti nelle sinagoghe o moltiplicare i saluti nelle piazze, antesignani dei digitali link”.

Ma “le passioni dell’io senza l’amore per Dio e per il prossimo – ammonisce Zuppi – finiscono per farci dimenticare il nostro limite e rendono sconsiderati perché siamo sempre vapore che appare per un istante e poi scompare, come tante esaltazioni che lasciano l’amaro del fallimento, della disillusione”.

“Quanti semi di odio, di ignoranza, di insoddisfazione crescono nel cuore delle persone quando viene cancellato il limite stesso, illudendo di trovare sé stessi nell’arroganza e non nell’umiltà, nell’affermazione di sé e non nel dono di se”, continua il porporato, ricordando come la formula di San Giacomo, concreta e facile, “se Dio vuole”, “Inshallà”, sia “entrata nel linguaggio comune” ma “è trascurata da una generazione bulimica di impegni, di immagini, che stordiscono, rimuovono la debolezza perché non sappiamo capirla”.

Cosa deve fare il Vescovo? Davanti a questo scenario, i presuli, dice il Presidente della Cei ai suoi confratelli, sono “chiamati a riscoprire attorno e dentro a noi i semi di bene, svelarli e farli incontrare con il suo autore, l’essenziale che invece del materialismo è quello che rimane invisibile ma dona vita e senso a tutte le cose”.

E tuona: “Non siamo i migliori del mondo e non siamo neppure una élite esclusiva che crede di possedere tutta la verità e giudica ed esclude gli altri. Non viviamo nella difesa che paradossalmente rende nemico quello che è per noi. Gesù ci aiuta a vedere in tutti potenziali amici”. I lavori della Cei continueranno per tutta la giornata di oggi e proseguiranno fino alla mattinata di domani.

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