Sinodo 2024, ecco l’Instrumentum laboris: tutto quello che c’è da sapere

Pubblicato il testo del documento sul quale i Vescovi di tutto il mondo, e il Papa, rifletteranno tra pochi mesi. I temi, chi lo ha scritto e perché è importante

Città del Vaticano – A poco più di due mesi dall’inizio della Seconda Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si celebrerà in Vaticano dal 2 al 27 ottobre 2024, la Segreteria Generale del Sinodo pubblica il testo integrale dell’Instrumentum laboris, ovvero il documento che farà da pista e sul quale rifletteranno i presuli di tutto il mondo – assieme al Papa – e che farà da traccia per la consueta esortazione apostolica post-sinodale che il Pontefice scriverà al termine del Sinodo.

Che cos’è l’Instrumentum laboris?

Come dice la parola latina, l’Instrumentun Laboris (IL) è anzitutto uno strumento di lavoro per i membri della Seconda Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Questo ne giustifica anche il linguaggio e l’uso di nozioni e categorie teologiche in alcune sue parti.

Un sussidio teologico, di prossima pubblicazione, ne agevolerà la lettura e permetterà l’approfondimento delle nozioni e categorie teologiche usate. Esso nasce dalle riflessioni che le Conferenze Episcopali, le Chiese Orientali Cattoliche e altre realtà ecclesiali internazionali oltre ai rapporti presentati dai parroci nella tre-giorni di lavoro dell’incontro Parroci per il Sinodo, hanno svolto attorno alla Relazione di Sintesi della Prima Sessione (4-29 ottobre 2023) alla luce delle indicazioni date dalla Segreteria Generale del Sinodo attraverso il documento Verso Ottobre 2024.

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L’IL articola così le sintesi ricevute per favorire la riflessione dell’Assemblea sulla questione al centro dell’assemblea di ottobre Come essere Chiesa sinodale in Missione.

Come strumento di lavoro della XVI Assemblea, l’IL non è un documento del magistero, né un catechismo. Non è nemmeno un testo che offre risposte prefabbricate, né un documento che intende affrontare tutte le questioni collegate all’esigenza di essere sempre più “sinodali in missione”. È un documento, frutto dell’ascolto, del discernimento e della riflessione sulla Sinodalità maturata nel corso del processo sinodale.

È un testo-base, articolato ma essenziale, pensato anzitutto come supporto al metodo con il quale l’assemblea sarà chiamata a lavorare e per favorire la preghiera, il dialogo, il discernimento, la maturazione di un consenso a partire da alcune convergenze maturate lungo il cammino in vista della consegna al Santo Padre di un Documento finale della XVI Assemblea.

L’Instrumentum laboris nasce da rapporti che la Segreteria Generale del Sinodo ha ricevuto. Chi ha spedito questi rapporti?

Nel dicembre 2023, la Segreteria Generale ha invitato attraverso il documento Verso Ottobre 2024 tutta la comunità cristiana a riflettere sulla domanda guida individuata per la Seconda Sessione della XVI Assemblea “Come essere Chiesa sinodale in missione?” proponendo una serie di percorsi e attività differenziate a partire dalla Relazione di Sintesi, approvata dai membri della XVI Assemblea al termine dei lavori della Prima Sessione nell’ottobre 2023.

Si trattava di mantenere vivo il dinamismo sinodale promuovendo a livello locale una riflessione su come valorizzare la corresponsabilità differenziata nella missione da parte di tutti i fedeli e, allo stesso tempo, di chiedere alle Conferenze Episcopali, alle Chiese Orientali Cattoliche e ai raggruppamenti di Chiese si riflettere sul come articolare la dimensione della Chiesa nel suo insieme e il suo radicamento a livello locale raccogliendo così i frutti della riflessione attorno alla Relazione di Sintesi.

Nonostante il poco tempo a disposizione, al 30 giugno 2024, i rapporti ricevuti erano ben 108 dalle Conferenze Episcopali (su 114), 9 dalle Chiese Orientali Cattoliche, oltre al contributo dell’USG-UISG (rispettivamente l’Unione Internazionale dei Superiori Maggiori e l’Unione Internazionale delle Superiore Generali).

Oltre al contributo di alcuni dicasteri della Curia Romana, la Segreteria Generale ha ricevuto anche oltre 200 osservazioni, provenienti da realtà internazionali, facoltà universitarie, associazioni di fedeli o di singole comunità e persone.

Ovviamente, nell’elaborazione dell’Instrumentum laboris, la Segreteria Generale ha preso in considerazione anche i rapporti presentati dai parroci nella tre-giorni di lavoro dell’incontro internazionale Parroci per il Sinodo, e di alcuni gruppi di lavoro: i cinque gruppi istituiti dalla Segreteria Generale del Sinodo per un approfondimento teologico di cinque ambiti di riflessione, sulla scia di quanto più volte richiesto dall’Assemblea (il volto della Chiesa sinodale missionaria; il volto sinodale missionario dei raggruppamenti di Chiese; quello della Chiesa universale; il metodo sinodale; il “luogo” della Chiesa sinodale in missione), e una specifica commissione di esperti canonisti attivata per sostenere il lavoro dei teologi.

In questo senso, l’Instrumentum laboris può realmente essere considerato un documento della Chiesa
che ha saputo dialogare con varie sensibilità e ambiti pastorali diversi.

Chi ha scritto l’Instrumentum laboris?

Come qualsiasi altro documento della Segreteria Generale del Sinodo relativo al processo sinodale, l’Instrumentum laboris (IL) è il frutto di un lavoro che ha coinvolto un grande numero di persone di varie parti del mondo e con diverse competenze. Innanzitutto, un gruppo di teologi (uomini e donne, vescovi, sacerdoti, consacrati/e, e laici), provenienti da diversi continenti, ma anche i membri del XV Consiglio Ordinario della Segreteria Generale del Sinodo accompagnati da alcuni Consultori della stessa Segreteria.

Una prima versione del documento è stata poi spedita anche a una settantina di persone, rappresentanti l’intero popolo di Dio (sacerdoti, consacrati/e, laici, rappresentanti di realtà ecclesiali, teologi, operatori pastorali e un significativo numero di pastori) di ogni parte del mondo, di varia sensibilità ecclesiale e di diverse “scuole” teologiche.

Questa consultazione ad ampio raggio è stata fatta per rimanere coerenti con il principio di circolarità (quello che viene dalla base, ritorna alla base) che ha animato l’intero processo sinodale. Questa verifica del materiale elaborato alla luce dei rapporti ricevuti è stata anche un esercizio, da parte della Segreteria Generale, di quel rendere conto (accountability) che caratterizza la Chiesa sinodale.

Infine, dopo le dovute modifiche, l’IL è ritornato nelle mani del Consiglio Ordinario che, dopo una serie di emendamenti, lo ha approvato e trasmesso al Santo Padre per l’approvazione definitiva.

Come si struttura l’Instrumentum laboris?

L’Instrumentum laboris consta di cinque sezioni. Dopo l’Introduzione, l’IL si apre con una sezione dedicata ai Fondamenti della comprensione della sinodalità, che ripropone la consapevolezza maturata lungo il percorso e sancita dalla Prima Sessione. Seguono tre Parti strettamente intrecciate, che illuminano da prospettive diverse la vita sinodale missionaria della Chiesa:

I) la prospettiva delle Relazioni – con il Signore, tra i fratelli e le sorelle e tra le Chiese – che sostengono la vitalità della Chiesa ben più radicalmente delle sue strutture;

II) la prospettiva dei Percorsi che sorreggono e alimentano nella concretezza il dinamismo delle relazioni;

III) la prospettiva dei Luoghi che, contro la tentazione di un universalismo astratto, parlano della concretezza dei contesti in cui si incarnano le relazioni, con la loro varietà, pluralità e interconnessione, e con il loro radicamento nel fondamento sorgivo della professione di fede. Ciascuna di queste Sezioni sarà oggetto della preghiera, dello scambio e del discernimento in uno dei moduli che scandiranno i lavori della Seconda Sessione.

Questo Instrumentum laboris appare, nella sua struttura, alquanto diverso rispetto al precedente che conteneva molte schede con molte domande: perché si è scelta questa struttura?

L’assemblea è una realtà in evoluzione e l’Instrumentum laboris è a servizio dell’Assemblea e non viceversa! Se nella Prima Sessione era necessario fare emergere le convergenze di fronte alle tante questioni emerse dall’ampia consultazione del Popolo di Dio a livello locale, nazionale e continentale, ora è necessario che a partire da queste convergenze si possa giungere a un consenso.

Mentre nella Prima Sessione era stato richiesto ai membri di scegliere l’ambito tematico in cui desideravano portare il proprio contributo, nella Seconda Sessione, tutti i membri affronteranno lo stesso testo e si confronteranno sulle stesse proposte.

L’Instrumentum Laboris è per i membri della XVI Assemblea, ma come i gruppi sinodali locali e, in generale, i fedeli che non parteciperanno all’Assemblea di ottobre possono utilizzarlo? Come possono contribuire ai lavori di ottobre?

L’Instrumentum laboris è rivolto prevalentemente ai membri della Seconda Sessione della XVI Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi. Tuttavia, è anche un valido strumento per i singoli gruppi che a livello diocesano e nazionale desiderano proseguire il loro cammino di riflessione e di discernimento su come camminiamo insieme come Chiesa; e realizzare iniziative ecclesiali.

Ad esempio, l’IL può costituire un’occasione particolare di incontro – anche virtuale – tra membri dell’Assemblea e, almeno, l’équipe nazionale nella fase di preparazione all’incontro di ottobre, anche attraverso il metodo sinodale della Conversazione nello Spirito. In questo modo, si potrà rendere tangibile la funzione di rappresentanza dei singoli membri dell’Assemblea.

In ogni caso, è importante che quanti sono interessati alla conversione sinodale della Chiesa in vista della missione, continuino il loro impegno affinché il dinamismo ecclesiale avviato con la consultazione del popolo di Dio nel 2021, non venga meno e che l’esercizio della corresponsabilità nella missione della Chiesa continui a svilupparsi a livello locale, come già avviene.

Inoltre, l’IL potrà certamente aiutare a comprendere quanto sia importante che i fedeli possano accompagnare con la preghiera i lavori dell’Assemblea, chiedo allo Spirito Santo – il vero protagonista dei lavori di ottobre – di sostenere il grande compito affidato ai membri dell’Assemblea.

L’Instrumentum Laboris menziona un sussidio teologico. Di cosa si tratta?

Ad accompagnare l’Instrumentum laboris, relativamente sintetico, la Segreteria Generale del Sinodo ha ritenuto opportuno offrire alcune linee di approfondimento (Insights) teologico e canonistico dei temi presenti nell’IL, per aiutare in primo luogo i membri dell’Assemblea – senza tuttavia escludere una più ampia cerchia di destinatari – a riconoscere e a comprendere le radici e le implicazioni di quanto è contenuto nell’IL.

“Approfondire” dal punto di vista teologico significa: evidenziare il riferimento dei singoli temi alla Sacra Scrittura, alla Tradizione della Chiesa, al Concilio ecumenico Vaticano II, al recente Magistero del Vescovo di Roma degli episcopati mondiali. “Approfondire” dal punto di vista canonistico significa: mostrare come il discernimento rispetto ai singoli temi può tradursi in pratiche regolate e verificate anche tramite lo strumento normativo.

Più che un testo organico, il sussidio si presenterà come una serie di “glosse” all’IL. In effetti, una versione aggiornata dell’IL conterrà al margine dei singoli capitoletti alcuni riferimenti del Sussidio.

Che cosa ci possiamo aspettare per la conclusione del Sinodo?

La celebrazione della Seconda Sessione della XVI Assemblea del Sinodo dei Vescovi non significherà la conclusione del processo sinodale. La Costituzione Apostolica Episcopalis Communio (EP), che regge l’intero processo sinodale, ricorda che il sinodo è costituito sostanzialmente di tre fasi: la consultazione dei fedeli, il discernimento dei pastori e la fase di attuazione.

Queste tre fasi non sono solo da intendere in senso cronologico. Infatti, con la celebrazione della XVI Assemblea, secondo EP, saremmo nella fase del discernimento dei pastori, a cui seguirebbe il tempo di ricezione dei lavori dell’Assemblea da parte delle comunità locali. Tuttavia, il discernimento dei pastori ha accompagnato pressoché l’intero processo sinodale (ossia già nella fase della consultazione che di fatto ha visto già visto realizzarsi il discernimento dei pastori a livello locale, nazionale e continentale). Inoltre, è possibile attestare che la fase di “attuazione” è iniziata già subito dopo i primi incontri.

I “frutti” sinodali sono già numerosi: molte sono le testimonianze di quelle realtà ecclesiali che hanno modificato il loro agire ecclesiale in senso sinodale con una maggiore corresponsabilità di tutti i fedeli battezzati. Pertanto, la conclusione della Seconda Sessione non costituirà il termine del processo sinodale, ma solo un momento importante del discernimento dei pastori.

D’altra parte, nei precedenti sinodi, un documento finale veniva approvato e consegnato al Santo Padre. Questo documento conteneva alcune indicazioni che l’Assemblea desiderava consegnare al Papa. Quest’ultimo, generalmente dopo alcuni mesi, consegnava all’intera Chiesa un documento chiamato Esortazione post-sinodale contente alcune disposizioni relative al tema affrontato.

Si può prevedere che anche questa assemblea realizzi un documento finale da consegnare al Santo Padre per una eventuale esortazione. È che lo scopo dell’Assemblea sinodale è quello di offrire delle indicazioni al Papa. Il Sinodo è realtà consultativa e non deliberativa.

Alcuni temi sono stati affidati ai 10 gruppi di lavoro istituiti da Papa Francesco. Come interpretare questa decisione? È un modo per rimuovere questi temi dal dibattito dell’Assemblea?

Sin dall’inizio, Papa Francesco ha insistito sul fatto che questo Sinodo non è su quel o quell’altro tema, ma sulla sinodalità, su come essere Chiesa missionaria in cammino. L’Assemblea di ottobre e tutte le questioni teologiche e le proposte pastorali di modifiche hanno questo fine.

L’Assemblea dovrà dunque essere un tempo in cui ogni partecipante, collocandosi all’interno di un cammino iniziato nel 2021 e portando la “voce” del popolo di Dio da cui proviene, invocherà l’aiuto dello Spirito Santo e quello dei fratelli e delle sorelle per discernere la volontà di Dio per la Sua Chiesa, e non l’occasione per imporre la propria visione di Chiesa.

Allo stesso tempo, Papa Francesco ha accolto la convergenza che i membri dell’Assemblea hanno espresso durante la Prima Sessione attorno a una serie di questioni rilevanti concernenti la vita e la missione della Chiesa in prospettiva sinodale sulle quali l’Assemblea aveva raggiunto un consenso consistente, quasi sempre superiore al 90%, costituendo 10 gruppi di lavoro ad hoc.

Si tratta di questioni di grande spessore, alcune delle quali richiedono di essere trattate a livello della Chiesa intera e in collaborazione con i Dicasteri della Curia Romana. Non si tratta dunque di rimuovere alcuni temi dal dibattito dell’assemblea, la quale ha già espresso una convergenza quanto alla loro importanza, quanto fornire gli elementi utili dal punto di vista teologico e canonistico da offrire al ministero di Pietro.

Questi gruppi sono pertanto da considerare già un frutto del cammino sinodale e stanno coinvolgendo esperti e Vescovi delle diverse parti del mondo, individuati in ragione delle loro competenze e rispettando la varietà di provenienze geografiche, ambiti disciplinari, genere e condizione ecclesiale necessaria per un approccio autenticamente sinodale.

Stanno raccogliendo e valorizzando i contributi già esistenti sulle tematiche loro assegnate. I Gruppi dovranno terminare i loro lavori possibilmente entro la fine del mese di giugno 2025. (foto © Vatican Media)

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