Santa Lucia, il Papa: “Stare dalla parte della luce espone anche noi al martirio”
Lettera di Papa Francesco ai siracusani in occasione della loro patrona: “Forse non ci metteranno le mani addosso, ma scegliere da che parte stare ci toglierà qualche tranquillità. Scegliere: ecco il nucleo incandescente di ogni vocazione, la risposta personale alla chiamata che i santi rappresentano nel nostro cammino”.
Città del Vaticano – “Stare dalla parte della luce, cari fratelli e sorelle, espone anche noi al martirio. Forse non ci metteranno le mani addosso, ma scegliere da che parte stare ci toglierà qualche tranquillità”. Lo scrive Papa Francesco in una lettera inviata oggi alla Chiesa siracusana in occasione della traslazione temporanea del corpo di Santa Lucia da Venezia a Siracusa proprio in occasione della festa della Santa patrona.
Nella lettera, indirizzata a mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo Metropolita di Siracusa, il Pontefice ricorda ai siracusani che “l’affetto che vi lega a Santa Lucia vi ha ricondotti a una delle più antiche consapevolezze cristiane: «Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna». Nel giorno della festa della vostra Patrona vi scrivo perché queste parole di salvezza orientino anche oggi il vostro cammino e rinnovino nello spirito del Vangelo i legami familiari, ecclesiali e sociali di cui è intessuta la vostra bella città”.
Il mese di dicembre culminerà quest’anno nell’avvio del Giubileo ma per i siracusani “è segnato da un altro pellegrinaggio, quello di Santa Lucia da Venezia a Siracusa, cioè dalla città che da otto secoli custodisce il suo corpo a quella in cui la sua testimonianza è inizialmente brillata, diffondendo luce in tutto il mondo. In questo suo movimento verso di voi si riflette il mistero di un Dio che fa sempre il primo passo, che mai chiede ciò che Lui stesso non è disposto a fare”.
Santa Lucia, scrive ancora il Pontefice, “viene da voi, perché voi stessi siate uomini e donne del primo passo, figlie e figli di un Dio che si fa incontro. La comunione fra due Chiese particolari, che ha reso possibile questa traslazione temporanea, indica a sua volta un modo di abitare il mondo che può vincere le tenebre che ci circondano: c’è luce dove ci si scambiano doni, dove il tesoro di uno è ricchezza per l’altro. La menzogna che distrugge la fraternità e devasta il creato suggerisce, invece, il contrario: che l’altro sia un antagonista e la sua fortuna una minaccia. Troppo spesso gli esseri umani si vedono così”.
Per il Vescovo di Roma, Lucia è un modello di donna da seguire poiché “indica a tutte le Chiese quanto le donne abbiano modi loro propri di seguire il Signore. Sin dalle narrazioni evangeliche, le discepole di Gesù sono testimoni di un’intelligenza e di un amore senza i quali il messaggio della Risurrezione non ci potrebbe raggiungere”.
“Abbiamo bisogno del lavoro e della parola femminile in una Chiesa in uscita, che sia lievito e luce nella cultura e nella convivenza. E questo ancora di più nel cuore del Mediterraneo, culla di civiltà e di umanesimo, tragicamente al centro di ingiustizie e squilibri”, continua Francesco, che ammonisce: “Stare dalla parte della luce espone anche noi al martirio”.
“Forse non ci metteranno le mani addosso, ma scegliere da che parte stare ci toglierà qualche tranquillità”. Stringersi attorno a una Santa, sottolinea il Papa, “significa scegliere la parte della luce”, ovvero, “essere persone limpide, trasparenti, sincere; comunicare con gli altri in modo aperto, chiaro, rispettoso; uscire dalle ambiguità di vita e dalle connivenze criminali; non temere le difficoltà”.
“Mai stanchiamoci di educare bambine e bambini, adolescenti e adulti – a cominciare da noi stessi – ad ascoltare il cuore, a riconoscere i testimoni, a coltivare il senso critico, a obbedire alla coscienza. Dio è luce e suo riverbero è una comunità di fratelli e sorelle formati alla libertà, che non si adagiano in modo scettico in quel che – si dice – non cambierà mai”, il monito del Pontefice.
“Scegliere: ecco il nucleo incandescente di ogni vocazione, la risposta personale alla chiamata che i santi rappresentano nel nostro cammino”, conclude il Santo Padre, che nell’impartire la sua benedizione apostolica chiede ai siracusani di includere spiritualmente nella “festa le sorelle e i fratelli che in tutto il mondo soffrono a motivo della persecuzione e dell’ingiustizia. Includete i migranti, i profughi, i poveri che sono presso di voi. E, per favore, ricordatevi di pregare anche per me”.
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