Papa Francesco: “All’origine delle guerre ci sono abbracci rifiutati”
In piazza San Pietro il raduno nazionale dell’Azione Cattolica col Pontefice. Notarstefano: “Riscopriamo la politica con la P maiuscola”. Il Papa: “Gli abbracci cambiano la vita, ma sono pericolosi quando si trasformano in pugni”
Città del Vaticano – Un abbraccio può salvare, un abbraccio può cambiare la vita. Ne è convinto Papa Francesco, che questa mattina ha incontrato in piazza San Pietro l’Azione Cattolica italiana. Circa 80mila i presenti, giunti da ogni parte d’Italia, per il raduno nazionale dal titolo “A braccia aperte”, che hanno sfidato un insolito freddo che presto ha lasciato il posto a un tiepido sole.
Le nuvole si ritirano mentre Francesco entra in piazza con la papamobile concedendosi un bagno di folla. Centinaia di bandiere bianche col logo dell’Ac sventolano colorando lo spazio fra i due bracci del colonnato. Il Pontefice dispensa carezze, sorrisi e benedizioni a tutti. Come di consuetudine fa salire qualche bambino sulla papamobile. Qualcuno dei piccoli dona al Santo Padre dei disegni, qualcun altro lo abbraccia.
Un gesto, quello dell’abbraccio, che è al centro del discorso tenuto poi dal Papa. Appena due pagine nelle quali il Pontefice invita i presenti – e tutti i cattolici – a riscoprire il senso e il valore degli abbracci: “Lo slancio che oggi esprimete in modo così festoso non è sempre accolto con favore nel nostro mondo: a volte incontra chiusure e resistenze, per cui le braccia si irrigidiscono e le mani si serrano minacciose, divenendo non più veicoli di fraternità, ma di rifiuto e contrapposizione, anche violenta, di diffidenza nei confronti degli altri, vicini e lontani, fino a portare al conflitto. Quando l’abbraccio si trasforma in un pugno è molto pericoloso”.
“All’origine delle guerre ci sono spesso abbracci mancati o abbracci rifiutati, a cui seguono pregiudizi, incomprensioni e sospetti, fino a vedere nell’altro un nemico. E tutto ciò purtroppo, in questi giorni, è sotto i nostri occhi, in troppe parti del mondo – ammonisce Francesco -. Con la vostra presenza e con il vostro lavoro, invece, voi potete testimoniare a tutti che la via dell’abbraccio è la via della vita”. E rimarca: “Un abbraccio può cambiare la vita, mostrare nuove strade di speranza”.
Infine, con lo sguardo rivolto alla celebrazione del Sinodo sulla sinodalità in programma ad ottobre, il Santo Padre invita i presenti “ad essere atleti e portabandiera di sinodalità nelle diocesi e nelle parrocchie di cui fate parte”.
Ma per un cristiano non ci sono solo gli abbracci da riscoprire. Urge rispolverare l’importanza della “democrazia partecipativa” e la necessità di “una politica con la P maiuscola”. A dirlo, durante l’evento in piazza San Pietro, è il presidente dell’Azione Cattolica, Giuseppe Notarstefano, secondo cui “una visione di futuro chiede un grande lavoro quotidiano, una tessitura di amicizie sociali, di cura e di accompagnamento nella quotidianità che riconosce la preziosa pratica della democrazia partecipativa nei territori; quel ricominciare dal basso, proprio là dove la politica con la ‘P’ maiuscola soffre e lascia territori sconfinati dove l’ingiustizia e la rabbia sociale crescono. Riscopriamo il bene comune avendo cura dell’altro, degli altri”.
“Vogliamo riconoscere che il primato della vita oggi rimette al centro la sfida esigente della formazione di coscienze credenti, di laici adulti capaci di abitare lo spazio pubblico – aggiunge Notarstefano – sapendo che prendere posizione vuol dire essere dalla parte degli scartati, dei più fragili e di tutti i poveri”. Nel discorso del presidente di Ac non è mancato un pensiero ai paesi attraversati dalla guerra: “La gioia di stare insieme è davvero grande, ma non possiamo non sentire la sofferenza che attraversa la vita di tanti fratelli e sorelle che oggi subiscono la distruzione e la devastazione di conflitti che appaiono privi di una via di uscita alternativa ispirata al bene di tutti”. (foto © Vatican Media)
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