Lettera ai Vescovi sul processo di fase attuativa del Sinodo

Questo processo di accompagnamento e valutazione della fase attuativa, che è coordinato dalla Segreteria generale del Sinodo, è stato approvato l’11 marzo scorso da Papa Francesco, che ne ha chiesto la diffusione presso le Chiese locali e i raggruppamenti di Chiese

Sinodo

Città del Vaticano – La Segreteria Generale del Sinodo ha inviato a tutti i vescovi ed eparchi e, attraverso di essi, a tutto “il Santo Popolo di Dio” a loro affidato, una Lettera sul processo di accompagnamento della fase attuativa del Sinodo: “Per una Chiesa sinodale. Comunione, partecipazione, missione”.

Questo processo di accompagnamento e valutazione della fase attuativa, che è coordinato dalla Segreteria generale del Sinodo, è stato approvato l’11 marzo scorso da Papa Francesco, che ne ha chiesto la diffusione presso le Chiese locali e i raggruppamenti di Chiese.

Alcuni significativi appuntamenti di valutazione del percorso attuativo fatto si concluderanno nel 2028 con un’Assemblea ecclesiale in Vaticano. “Per il momento, non si procede con l’indizione di un nuovo Sinodo, optando invece per un processo di consolidamento del percorso compiuto”, si legge nella lettera, diffusa dalla Sala Stampa della Santa Sede, in cui si ricorda che nel documento finale del Sinodo Papa Francesco aveva precisato che esso “fa parte del magistero ordinario del Successore di Pietro” e come tale richiede di essere accolto”: “Non è strettamente normativo, ma impegna comunque le Chiese a compiere scelte coerenti”.

In particolare, “le Chiese locali e i raggruppamenti di Chiese sono ora chiamati a dare attuazione, nei diversi contesti, alle autorevoli indicazioni contenute nel Documento, attraverso i processi di discernimento e di decisione previsti dal diritto e dal Documento stesso”, intesi però non come semplice “applicazione” di direttive provenienti dall’alto, ma piuttosto come un processo di “recezione” degli orientamenti espressi dal Documento finale in maniera adeguata alle culture locali e ai bisogni delle comunità.

Al contempo, “è necessario procedere insieme come Chiesa tutta, armonizzando la recezione nei diversi contesti ecclesiali”, senza nulla togliere alla responsabilità di ogni Chiesa. Il percorso costituirà, inoltre, “un’occasione per valutare insieme le scelte effettuate a livello locale e riconoscere i progressi compiuti in termini di sinodalità”, grazie al quale il Santo Padre “potrà ascoltare e confermare gli orientamenti ritenuti validi per la Chiesa tutta”. Proseguirà così il dialogo già avviato nella fase dell’ascolto, attraverso il lavoro di équipe sinodali formate da presbiteri, diaconi, consacrate e consacrati, laici e laiche, accompagnate dal loro vescovo.

“L’Assemblea ecclesiale del 2028 costituirà l’occasione per raccogliere a livello della Chiesa tutta i frutti maturati”, il commento del Mario Grech, Segretario generale del Sinodo, che ai media vaticani aggiunge: “Il senso del percorso che sta proponendo la Segreteria del Sinodo alle Chiese locali non è di aggiungere lavoro a lavoro ma di aiutare le Chiese a camminare in stile sinodale”.

“Molti hanno pensato che il Sinodo si fosse concluso con la celebrazione della seconda sessione dell’Assemblea, nell’ottobre scorso. In realtà la costituzione apostolica Episcopalis Communio ha trasformato il Sinodo da un evento in un processo articolato in tre fasi: preparatoria, celebrativa e attuativa. Questo passaggio richiede una vera e propria conversione, un cambio di mentalità che esige tempo per radicarsi nella prassi della Chiesa”.

“Ma questa articolazione è fondamentale: non basta la pubblicazione di un documento perché quanto è emerso nelle due fasi del processo sinodale venga attuato nella vita della Chiesa. Quel documento va ricevuto come frutto del discernimento ecclesiale e orizzonte di conversione”, prosegue il porporato.

“E così è avvenuto: il Santo Padre, che è principio di unità della Chiesa e garante del processo sinodale, con il Documento finale affida alle Chiese locali e ai loro raggruppamenti il compito di calare nel proprio contesto locale le raccomandazioni dell’Assemblea, così come egli raccomanda nella sua nota di accompagnamento del Documento finale”, conclude Grech.

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