“Cattolici protagonisti nel costruire una democrazia inclusiva”

A Trieste al via la 50ma Settimana Sociale dei Cattolici in Italia dal tema “Al cuore della democrazia”, il cardinal Zuppi: “Il cattolicesimo non è rimasto chiuso in sacrestia”. Mattarella: “La democrazia non è mai conquistata per sempre”

Trieste – Al via a Trieste, la 50ma Settimana Sociale dei Cattolici in Italia. Ad aprire i lavori, spostati per maltempo all’ultimo momento nel Generali Convention Center, il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e il cardinal Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

In sala, oltre alle autorità civili e militari del posto, anche rappresentati di altre confessioni religiose. Presenti circa un migliaio di delegazioni provenienti da ogni Diocesi d’Italia si confronteranno su diversi temi “politici” assieme ad associazioni e movimenti.

Un terzo dei partecipanti è costituito da donne mentre un altro terzo è composto da giovani. Questo è già un primo segnale dell’evento che, fino a domenica 7 luglio, vedrà i convegnisti dialogare per andare “Al cuore della democrazia” a partire dalle proprie esperienze e cercando di individuare insieme risposte e proposte per il presente e il futuro del Paese.

A chiudere i lavori, domenica 7 luglio, sarà Papa Francesco, che nella mattinata presiederà la concelebrazione eucaristica e l’Angelus nella suggestiva cornice di piazza dell’Unità d’Italia.

Zuppi: “Il cattolicesimo italiano non si è chiuso in sacrestia”

Nel corso della cerimonia di apertura hanno portato le loro testimonianze Simone Ferraiuolo, Socio della Cooperativa Sociale “Oltre l’Arte” di Matera e Carla Barbanti, Presidente di Confcooperative Habitat Sicilia.

Quindi l’intervento del Presidente della Cei, che nel ringraziare il Capo dello Stato per la sua presenza, facendosi voce dei presente, afferma: “Siamo molto contenti di questo prestigioso traguardo. Dal 1907 a oggi il cattolicesimo italiano non è rimasto a guardare, non si è chiuso in sacrestia, non si è fatto ridurre a un intimismo individualista o al culto del benessere individuale, ma ha sentito come propri i temi sociali, si è lasciato ferire da questi per progredire verso un ordine sociale e politico la cui anima sia la carità sociale. Ha pensato e operato non per sé ma per il bene comune del popolo italiano. E il bene comune non è quello che vale di meno, ma è quello più prezioso proprio perché l’unico di cui tutti hanno bisogno e che dona valore a quello personale”.

La pace e lo sviluppo, aggiunge Zuppi, “non sono beni conquistati una volta per tutte. Richiedono un ‘amore politico’ che deve assumere l’unità come un obiettivo da perseguire, da difendere e da far crescere, perché l’unità non è mai statica, ma sempre dinamica!”.

Come Chiesa, prosegue il porporato, “ci sentiamo parte di un Paese che sta affrontando passaggi difficili e crisi epocali: basti pensare all’inverno demografico, alla crescita delle disuguaglianze, alle percentuali di abbandono scolastico, all’astensionismo e alla disaffezione sempre più numerosa alla partecipazione democratica, alla vita scartata che diventa insignificante per l’onnipotenza che si trasforma in nichilismo distruttivo di sé stesso. Sentiamo la sfida dell’accoglienza dei migranti, della transizione ecologica, della solitudine che avvolge molte persone, della difficoltà di spazi per i giovani, dell’aumento della conflittualità nei rapporti sociali e tra i popoli, infine della guerra che domina lo scenario internazionale e proietta le sue ombre su tutto questo. Ci angoscia il fatto che oggi i “poveri assoluti” siano cresciuti fino a diventare più di 5 milioni e mezzo: 1 su 10, tantissimi. Dovremmo interrogarci con severità: come è possibile?”.

Quante risorse sprecate, quante opportunità perdute, quanti campi in cui è urgente una maggiore solidarietà!

Zuppi ricorda poi Satnam Singh, il bracciante morto nelle campagne di Latina: “Sognava il futuro e lavorava per ottenerlo: è uno di noi, lo ricordiamo con commozione e la sua vicenda è un monito che svela l’ipocrisia di tante parole che purtroppo rimangono tali e, quindi, beffarde. Sentiamo totalmente estraneo a noi il caporalato, la disumanità, lo sfruttamento delle braccia che dimenticano e umiliano la persona che offre le sue braccia”.

Tornando poi al tema centrale di questa Settimana Sociale, il Presidente della Cei afferma: “Siamo contenti quando i cattolici si impegnano in politica a tutti i livelli e nelle istituzioni. I cattolici in Italia desiderano essere protagonisti nel costruire una democrazia inclusiva, dove nessuno sia scartato o venga lasciato indietro. Anche, per questo, dobbiamo essere più gioiosamente e semplicemente cristiani, disarmati perché l’unica forza è quella dell’amore”.

Mattarella: “La democrazia non è mai conquistata per sempre”

Al cardinal Zuppi segue l’intervento del Capo dello Stato, che ribadisce: “La democrazia non è mai conquistata per sempre. Nel cambiamento d’epoca che ci è dato di vivere avvertiamo tutta la difficoltà, e a volte persino un certo affanno, nel funzionamento delle democrazie”.

“Oggi constatiamo criticità inedite, che si aggiungono a problemi più antichi. Anzi – sottolinea Mattarella -, il succedersi delle diverse condizioni storiche e delle loro mutevoli caratteristiche, ne richiede un attento, costante inveramento”.

“Nella complessità delle società contemporanee, a criticità conosciute, che mettono a rischio la vita degli Stati e delle comunità, si aggiungono nuovi rischi epocali: quelli ambientali e climatici, sanitari, finanziari, oltre alle sfide indotte dalla digitalizzazione e dall’intelligenza artificiale”, prosegue il Capo dello Stato, che ammonisce: “Le nostre appaiono sempre più società del rischio, a fronteggiare il quale si disegnano, talora, soluzioni tecnocratiche”.

La democrazia, ribadisce, “non è semplicemente un metodo, bensì costituisce lo ‘spazio pubblico’ in cui si esprimono le voci protagoniste dei cittadini”.

Dal Presidente della Repubblica arriva infine un monito: “Il percorso dei cattolici, con il loro contributo alla causa della democrazia, non è stato occasionale né data di recente, eppure va riconosciuto che l’adesione dottrinale alla democrazia fu meno remota perché condizionata dalla ‘questione romana’ con l’accidentato percorso della sua soluzione”.

La Settimana Sociale dei cattolici a Trieste

Fino a domenica sono previste giornate intense con oltre 50 gruppi di lavoro nei “Laboratori della Partecipazione” al Generali Conference Center. E poi, come si apprende dal Sir, l’agenzia di stampa dei Vescovi italiani, 18 “Piazze della Democrazia” nelle quali interverranno un’ottantina di relatori e testimoni per parlare di energia, partecipazione giovanile, sport, Europa, salute, scuola, formazione politica.

Spazi aperti anche alla cittadinanza come lo saranno i “Villaggi delle Buone pratiche” nei quali circa 110 tra imprese, associazioni, cooperative, Università presenteranno le proprie realtà e attività dando vita anche a 18 “Dialoghi delle buone pratiche”.

Ad arricchire il programma anche 12 tavole rotonde autogestite da organizzazioni nazionali – tra cui Acli, Unione giuristi cattolici, Federcasse, Argomenti2000, Focsiv, Forum delle Associazioni familiari, Ucsi, Ucid, Meic, Asvis. E per concludere ogni giornata sono previsti serate musicali – tra gli ospiti Riccardo Cocciante, Roberto Vecchioni, Tiromancino, Mister Rain e Simone Cristicchi –, spettacoli teatrali – la lettura su Raoul Follereau firmata da Paolo Logli e la pièce su san Francesco interpretata da Giovanni Scifoni – e la testimonianza di Paul Bhatti, il fratello di Shahbaz Bhatti, politico cristiano e ministro per le minoranze del Pakistan che venne assassinato il 2 marzo 2011 a Islamabad. (Foto CEI/Ufficio Stampa Quirinale)

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