Pio XII voleva rimuovere Maciel, il fondatore dei Legionari di Cristo: “Deve curarsi”

Dalle carte dell’Archivio Apostolico Vaticano emerge l’intenzione del Pontefice di allontanare Maciel che nel 2006 fu condannato per molti casi di pedofilia: “O parte per curarsi, o rimane sospeso a divinis”

Città del Vaticano – “Se il Maciel si presenta in S. Congregazione, il sottoscritto gli ordinerà di andare a farsi curare, di abbandonare ogni contatto coi suoi alunni (religiosi) sino a che la S. Congregazione non gli ordini altrimenti. Se non si presenta, tra due giorni, sarà bene comunicare al Maciel un ordine perentorio: o parte per curarsi, o rimane sospeso a divinis”.

Questa l’intimazione di Pio XII nei confronti del sacerdote fondatore dei Legionari di Cristo, il messicano padre Maciel, che spunta alla fine di un foglio dattiloscritto, datato 1 ottobre 1956 e firmato da Giovanni Battista Scapinelli, allora numero tre della Congregazione per i Religiosi, conservato nell’Archivio Apostolico Vaticano in una smilza cartella nella categoria degli “Ordini religiosi maschili”. I presupposti delle decisioni contro Maciel, vengono indicati come “le gravi ragioni”, senza ulteriori specificazioni.

A pubblicare i documenti, in un articolo a firma di Massimo Franco, è oggi il Corriere della Sera, nel supplemento ‘La Lettura’: documenti – la cui esistenza era stata recentemente anticipata dall’Ansa – il cui contenuto rivela come già nella fase finale del pontificato di Pio XII, Marcial Maciel Degollado, il sacerdote che negli anni successivi avrebbe goduto di altissime protezioni in Vaticano, fosse conosciuto come una persona da far “curare”. Di più, da tenere distante dai suoi alunni seminaristi. E con la prospettiva della sospensione “a divinis”.

Circa mezzo secolo dopo scoppiò lo scandalo, ma dopo che aveva abusato di decine di seminaristi e condotto una doppia e tripla vita con amanti, mogli e figli segreti. Si vociferava anche di uso di stupefacenti e delle prime molestie sessuali. Com’è potuto accadere? La cosa singolare è che lo stesso documento è stato messo online insieme con altri 211 da alcune delle vittime di Maciel, a partire dal 1944 fino al 2002.

Il titolo in spagnolo è “La voluntad de no saber”, la volontà di non sapere. Sottotitolo, sempre in spagnolo “Quello che già si conosceva su Maciel negli Archivi vaticani”. Ma il confronto mostra una correzione sconcertante nel testo del 1/o ottobre, con la cancellatura a penna dell’ipotesi della sospensione “a divinis”, mentre è lo stesso Scapinelli a riferire di un incontro il 2 ottobre con Maciel e il cardinale Giuseppe Pizzardo, suo grande protettore, al termine del quale scompaiono gli ordini contenuti nella bozza originale.

Nei documenti online, alla data del 3 ottobre compare anche una lettera di Maciel che “umilmente” ubbidisce all’invito a curarsi e descrive come “soddisfacenti” le sue condizioni di salute, allegando un certificato medico. Ribadisce di essere vittima di un'”accusa calunniosa”, e conclude vantandosi delle proprietà acquistate dai suoi Legionari di Cristo. La pratica contro di lui comunque andava avanti, per volontà di papa Pacelli. Ma tra resistenze crescenti, raccontano le carte degli archivi. Intanto il Papa, il 9 ottobre 1958, morì.

Maciel fondò la sua organizzazione nel 1941 ma solo nel 2006 fu condannato per molti casi di pedofilia. E si è dovuti arrivare al 2010, su iniziativa di Benedetto XVI, due anni dopo la morte del fondatore, perché i Legionari di Cristo fossero commissariati. Dal 1956 al 2006 c’è un buco temporale di mezzo secolo, durante il quale Maciel ha potuto continuare ad agire indisturbato: con la copertura di un pezzo delle gerarchie ecclesiastiche.

Perché tanta indulgenza? Dalle carte, riferisce il Corriere, emergono due ragioni principali. La prima è che Maciel si presentava come un grande reclutatore di seminaristi e sacerdoti: per di più in quel Messico anticlericale degli Anni Cinquanta del Novecento. L’altro argomento che Maciel usava era di presentare i Legionari di Cristo come perseguitati dai comunisti.

Ma soprattutto, mise in piedi rapidamente una rete finanziaria che andava dalla Spagna, all’America latina, a Roma: il capo dei Legionari di Cristo cominciò anche a distribuire denaro in Vaticano, allargando una rete di protezioni che gli permettevano di continuare indisturbato la sua doppia e tripla esistenza di servitore della Chiesa e insieme di pedofilo e bigamo.

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