La radio: il più grande successo della Santa Sede
Il Vaticano celebra il genio di Marconi, il papà della radio, nel 150mo anniversario della nascita: “Grazie alla sua invenzione ancora oggi annunciamo il Vangelo in ogni angolo del pianeta”
Città del Vaticano – La radio è stato il più grande successo della Santa Sede nel XX secolo. Ne è convinto mons. Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, che lo scorso fine settimana ha aperto le celebrazioni per il 150mo anniversario della nascita di Guglielmo Marconi, il papà della radio.
Nella maestosa cornice dei giardini vaticani, alla presenza dei vertici del Dicastero per la Comunicazione e del nipote dell’inventore Premio Nobel per la fisica, per festeggiare degnamente il compleanno di Marconi, è stata inaugurata la “nuova” palazzina costruita nei primi decenni del ‘900 per ospitare quella che presto sarebbe diventata la Radio Vaticana, ai più conosciuta come la Radio del Papa.
L’edificio, progettato e costruito anch’esso da Marconi nel 1929, è stato infatti oggetto di un lungo restauro iniziato nel 2017. La posizione scelta per costruire la palazzina era quella più elevata possibile rispetto alla città di Roma, per poter trasmettere meglio. La trasmittente, inizialmente, non era collegata alla rete elettrica della Città del Vaticano e la corrente arrivava attraverso due generatori a olio. Oggi, dopo i lavori di ristrutturazione, non solo la Radio Vaticana continua a trasmettere le sue frequenze dai giardini vaticani, ma lo fa minimizzando gli impatti del campo elettromagnetico ed elettrico, con un risparmio delle emissioni di Co2 dell’80 per cento.
All’esterno, nelle nicchie, sono ancora visibili due busti che raffigurano la divinità pregreca della luce Electra, che ha poi dato il nome all’elettricità. Un pezzo di storia, trasformato in museo oggi aperto al pubblico, dove la storia si può letteralmente toccare con mano. All’interno, infatti, vi sono conservate tutte le apparecchiature tecnologiche, figlie dell’invenzione della radio, dagli inizi del XX secolo fino ad oggi.
Microfoni, registratori, trasmittenti, mixer, antenne… e ovviamente lei, la radio. Proprio quella costruita da Marconi per la Santa Sede e dalla quale, il 12 febbraio del 1931, Papa Pio XI parlò al mondo intero attraverso un microfono per la prima volta nella storia.
All’epoca il Pontefice parlò in latino. A quasi cento anni da quella data, la Radio del Papa trasmette regolarmente in oltre 40 lingue, ma l’obiettivo non è mai cambiato. Pio XI chiamò Marconi perché sapeva che le nuove tecnologie poteva essere utili alla Chiesa “per l’evangelizzazione. Ed è per questo – ribadisce mons. Gallagher – che la Radio Vaticana è uno dei più grandi successi della Santa Sede in questo secolo”.
“Mio nonno era un uomo di fede, una fede che ha trasmesso a tutta la famiglia”, ricorda il professor Guglielmo Giovanelli Marconi, nipote dello scienziato, intervenuto alla cerimonia in sostituzione della mamma, la principessa Elettra. Il professore racconta che Marconi “era legatissimo a Pio XI, Papa che amava la scienza e con cui aveva un rapporto di amicizia. Nonno diceva spesso che la sua opera era un dono di Dio che attraverso la radio metteva a disposizione dell’umanità”. Del resto, Marconi lo ripeteva sempre: “Le mie invenzioni sono per salvare l’umanità, non per distruggerla”.
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