Il Papa: “Attenti ai preconcetti, la fede vera apre la mente non la chiude”

Il Pontefice all’Angelus: “Stiamo attenti: alle volte può accaderci che invece di metterci veramente in ascolto di quello che il Signore ha da dirci, cerchiamo da Lui e dagli altri solo una conferma a quello che pensiamo noi. Ma questo modo di rivolgerci a Dio non ci aiuta ad incontrarlo davvero”

Città del Vaticano – “La fede e la preghiera vere aprono la mente e il cuore, non li chiudono”. Affacciato su una rovente piazza San Pietro, Papa Francesco commenta così l’odierna pagina del Vangelo, dove si narra della reazione dei Giudei all’affermazione di Gesù, che dice: io “sono disceso dal cielo”.

“Essi mormorano tra loro – fa notare il Pontefice -. Sono convinti che Gesù non possa venire dal cielo, perché è figlio di un falegname e perché sua madre e i suoi fratelli sono gente comune. Come potrebbe Dio manifestarsi in modo così ordinario?”.

In altre parole, spiega Francesco, “sono bloccati, nella loro fede, dal preconcetto nei confronti delle sue origini umili e dalla presunzione, perciò, di non avere nulla da imparare da Lui. Hanno i loro schemi rigidi, e non c’è posto nel loro cuore per ciò che non vi rientra, per quello che non possono catalogare e archiviare negli scaffali impolverati delle loro sicurezze”.

Anche se sono “persone che osservano la legge, fanno le elemosine, rispettano i digiuni e i tempi della preghiera” essi “compiono le loro pratiche religiose non tanto per mettersi in ascolto del Signore, quanto per trovare in esse una conferma a quello che già pensano loro”. Lo dimostra il fatto, sottolinea il Papa, “che non si preoccupano nemmeno di chiedere a Gesù una spiegazione: si limitano a mormorare come per rassicurarsi a vicenda di ciò di cui sono convinti, chiudendosi come in una fortezza impenetrabile. E così non riescono a credere”.

Da qui il monito del Pontefice a tutti i credenti: “Prestiamo attenzione perché a volte può succedere lo stesso anche a noi: può accaderci, cioè, che invece di metterci veramente in ascolto di quello che il Signore ha da dirci, cerchiamo da Lui e dagli altri solo una conferma a quello che pensiamo noi, alle nostre convinzioni, ai nostri giudizi”.

“Ma questo modo di rivolgerci a Dio – conclude – non ci aiuta ad incontrarlo davvero, né ad aprirci al dono della sua luce e della sua grazia, per crescere nel bene, per fare la sua volontà e per superare le chiusure e le difficoltà. La fede e la preghiera vere aprono la mente e il cuore, non li chiudono”.

Dopo la benedizione, il pensiero del Papa va a tutti i Paesi del mondo sconvolti dalla guerra: “Abbiamo ricordato, in questi giorni, l’anniversario del bombardamento atomico delle città di Hiroshima e Nagasaki. Mentre continuiamo a raccomandare al Signore le vittime di quegli eventi e di tutte le guerre, rinnoviamo la nostra intensa preghiera per la pace, specialmente per la martoriata Ucraina, il Medio Oriente, Palestina, Israele, il Sudan e il Myanmar”.

Quindi l’immancabile saluto: “Auguro a tutti una buona domenica. E per favore non dimenticatevi di pregare per me. A tutti, grazie! Buon pranzo e arrivederci!”.

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