“Gli anticoncezionali danno reddito, ma impediscono la vita. Come le fabbriche di armi”
La provocazione del Papa agli Stati Generali della Natalità. E sull’inverno demografico dell’Italia il Pontefice tuona: “Servono politiche efficaci e scelte coraggiose. Poi ha aggiunto: ‘Una madre non deve scegliere tra lavoro e figli”
Roma – “C’è un dato che mi ha detto uno studioso di demografia. In questo momento gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e gli anticoncezionali. Le une distruggono la vita, gli altri impediscono la vita. E questi sono gli investimenti che danno più reddito. Che futuro ci attende? È brutto”. Questa la provocazione di Papa Francesco, intervenuto questa mattina alla IV edizione degli Stati Generali della Natalità. Per la terza volta il Pontefice prende parte all’evento organizzato dal Forum delle associazioni familiari, quest’anno riunite attorno al tema “Esserci. Più giovani più futuro”.
Ed è proprio nella prospettiva dei giovani che il Santo Padre parla dell’inverno demografico che sta colpendo non solo l’Italia, ma l’Europa tutta. Ed è per questo che “il calo della natalità deve essere affrontato con lungimiranza”. “A livello istituzionale, urgono politiche efficaci, scelte coraggiose, concrete e di lungo termine”, sottolinea il Papa, precisando: “C’è bisogno di un impegno maggiore da parte di tutti i governi, perché le giovani generazioni vengano messe nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni”. Per questo bisogna “porre una madre nella condizione di non dover scegliere tra lavoro e cura dei figli; oppure liberare tante giovani coppie dalla zavorra della precarietà occupazionale e dell’impossibilità di acquistare una casa”, tuona Bergoglio.
“Il numero delle nascite è il primo indicatore della speranza di un popolo. Senza bambini e giovani, un Paese perde il suo desiderio di futuro”, rimarca il Pontefice. Stando all’ultimo report dell’Istat, la natalità è in discesa anche quest’anno, così come la mortalità è in forte calo: sei neonati e 11 decessi per 1.000
abitanti. Negli ultimi dodici mesi ci sono più immigrati e meno emigrati dell’anno precedente: il saldo migratorio netto sale da +261mila nel 2022 a +274mila nel 2023. Il calo demografico è più sensibile nei Comuni delle aree interne del Mezzogiorno: si tratta di variazione di circa il 5 per mille in meno sull’anno precedente, con una riduzione della popolazione in quattro comuni su cinque. Allo stesso tempo, la popolazione residente straniera è in crescita: 5 milioni e 308mila individui al 1° gennaio 2024, +166mila sull’anno precedente.
Francesco conosce i dati, sa che l’Italia è un Paese dove i giovani sono sempre meno: “In Italia l’età media è attualmente di quarantasette anni, e si continuano a segnare nuovi record negativi. Se dovessimo basarci su questo dato, saremmo costretti a dire che l’Italia sta progressivamente perdendo la sua speranza nel domani, come il resto d’Europa: il Vecchio Continente si trasforma sempre più in un continente vecchio, stanco e rassegnato, così impegnato ad esorcizzare le solitudini e le angosce da non saper più gustare, nella civiltà del dono, la vera bellezza della vita”.
Per il Santo Padre, tuttavia, “il problema del nostro mondo non sono i bambini che nascono: sono l’egoismo, il consumismo e l’individualismo, che rendono le persone sazie, sole e infelici”. E se “in passato, non sono mancati studi e teorie che mettevano in guardia sul numero degli abitanti della Terra, perché la nascita di troppi bambini avrebbe creato squilibri economici, mancanza di risorse e inquinamento”, oggi queste tesi, “ormai datate e superate da tempo”, sono ancora più scioccanti perché parlano “di esseri umani come se si trattasse di problemi. Ma la vita umana – sottolinea Bergoglio – non è un problema, è un dono. E alla base dell’inquinamento e della fame nel mondo non ci sono i bambini che nascono, ma le scelte di chi pensa solo a sé stesso, il delirio di un materialismo sfrenato, cieco e dilagante, di un consumismo che, come un virus malefico, intacca alla radice l’esistenza delle persone e della società”.
Il problema non è in quanti siamo al mondo, ma che mondo stiamo costruendo; non sono i figli, ma l’egoismo, che crea ingiustizie e strutture di peccato. Le case si riempiono di oggetti e si svuotano di figli, diventando luoghi molto tristi.
“Nelle case non mancano i cagnolini e i gatti, questi non mancano, mancano i figli” e “un’altra parte importante, i nonni”. “Oggi c’è una cultura di nascondere i nonni, mandarli nella casa di riposo. E’ cambiato un po’ per la pensione…ma la tendenza è quella: scartare i nonni”. “Per favore non dimenticare i nonni”, “i nonni soli, i nonni, scartati, questo è un suicidio culturale”, “abbiamo cura dei figli ma anche cura dei nonni, è molto importante”, conclude il Papa. (foto © Vatican Media)
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