Francesco ai giovani: “Davanti alle differenze parlate la lingua dell’amore”

Il Pontefice saluta l’Oceania: “Sono felice di questi giorni trascorsi nel vostro Paese. Grazie per la vostra gioia, per come avete narrato la bellezza di Papua ‘dove l’oceano incontra il cielo, dove nascono i sogni e sorgono le sfide’”

Port Moresby – Davanti alle differenze che dividono e disperdono, “ci vuole una sola lingua che ci aiuti ad essere uniti”, quella “dell’amore”. Papa Francesco saluta l’Oceania ma prima di lasciare la Papua Nuova Guinea incontra i giovani dell’arcipelago.

La giornata del Pontefice è iniziata molto presto: dopo aver celebrato la Santa Messa in privato, si è congedato dal personale e dai benefattori della Nunziatura Apostolica di Port Moresby per raggiungere in auto il “Sir John Guise Stadium” per l’ultimo incontro pubblico in Papua Nuova Guinea.

Dopo aver salutato la folla in golf-cart, l’incontro ha avuto inizio con una danza di benvenuto eseguita da giovani in abiti tradizionali. Al saluto del Responsabile della Youth Commission, il Vescovo di Kimbe, John Bosco Auram, hanno fatto seguito le testimonianze di una giovane della Catholic Professional Society, di un ragazzo e di una ragazza.

“Sono felice di questi giorni trascorsi nel vostro Paese, dove convivono mare, montagne e foreste tropicali; ma soprattutto un Paese giovane abitato da tanti giovani! Grazie! Grazie per la vostra gioia, per come avete narrato la bellezza di Papua “dove l’oceano incontra il cielo, dove nascono i sogni e sorgono le sfide”; e soprattutto grazie perché avete lanciato a tutti un augurio importante: “affrontare il futuro con sorrisi di speranza!”. Con sorrisi di gioia”, esordisce il Papa nel suo discorso.

“Cari giovani, non volevo ripartire da qui senza incontrarvi, perché voi siete la speranza per il futuro”, ha aggiunto domandando: “E come si costruisce il futuro? Che senso vogliamo dare alla nostra vita? Vorrei lasciarmi interpellare da queste domande, a partire da un racconto che si trova all’inizio della Bibbia: il racconto della Torre di Babele. Lì vediamo che si scontrano due modelli, due modi opposti di vivere e di costruire la società: uno porta alla confusione e alla dispersione, l’altro porta all’armonia dell’incontro con Dio e con i fratelli”.

“E io vi domando, adesso, cosa scegliete voi? Il modello della dispersione o il modello dell’armonia?”, ha domandato nuovamente il Papa. La risposta dei giovani è stata: “Harmony!”. “Siete bravi! State attenti: Dio non ci ha creato per la confusione, ma per avere un buon rapporto. E questo è molto importante”, ha aggiunto il Pontefice, che ha rimarcato: “Davanti a queste differenze ci vuole una sola lingua che ci aiuti ad essere uniti. Quella dell’amore. E contro l’amore, cosa c’è? L’odio. Ma c’è anche una cosa forse più brutta dell’odio: l’indifferenza verso gli altri”. “L’indifferenza ha le radici dell’egoismo”, ha poi tuonato il Santo Padre.

“Nella vita, voi che siete giovani, dovete avere l’inquietudine del cuore di prendersi cura degli altri. Voi dovete avere l’inquietudine di fare amicizia fra voi”, ha quindi proseguito il Papa, ricordando anche l’importanza dei legami familiari: “C’è un rapporto molto importante nella vita del giovane: la vicinanza ai nonni. Ma voi, avete una lingua comune? Pensate bene. La lingua del cuore! La lingua dell’amore! La lingua della vicinanza! E anche, la lingua del servizio”.

Vi ringrazio della vostra presenza qui. E mi auguro che tutti voi parliate la lingua più profonda: che tutti voi siate “wantok” dell’amore!

Bergoglio torna poi su quello che è diventato uno dei mantra del suo pontificato: “Un giovane, può sbagliare? E una persona adulta, può sbagliare? E un vecchio come me, può sbagliare? Tutti possiamo sbagliare. Tutti. Ma l’importante è rendersi conto dello sbaglio. Questo è importante. Noi non siamo superman. Noi possiamo sbagliare”.

Ma “questo ci dà anche una certezza: che dobbiamo sempre correggerci. Nella vita tutti possiamo cadere, tutti. E se tu vedi un amico, un compagno, un’amica, una compagna della vostra età che è caduto, che è caduta, cosa devi fare? Ridere di quello? [I ragazzi rispondono: no!] Tu devi guardarlo e aiutarlo a rialzarsi”.

“Soltanto in una situazione della vita possiamo guardare l’altro dall’alto in basso: per aiutarlo a sollevarsi. Per aiutarlo a sollevarsi. Siete d’accordo o non siete d’accordo? [I ragazzi rispondono: yes!] Se uno di voi è caduto, è un po’ giù nella vita morale, se è caduto, tu, voi, dovete dargli una botta, così? [I ragazzi rispondono: no!] Bravi”, ha concluso il Papa.

L’evento è terminato con la preghiera del Padre Nostro e la benedizione. Il Pontefice ha quindi fatto rotta verso l’aeroporto per la cerimonia di congedo dalla Papua Nuova Guinea. In volo ha quindi raggiunto Dili, a Timor Leste, per la terza e penultima tappa di questo lungo Viaggio Apostolico. (foto © Vatican Media)

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