Draghi statista dell’anno
A New York è stata conferito il premio “World Statesman” al primo ministro italiano Mario Draghi per la sua “lunga leadership poliedrica nella finanza e nel pubblico servizio di cui hanno beneficiato l’Italia e l’Unione europea e che ha aiutato la cooperazione internazionale”. Numerosi i commiati susseguitesi al conferimento del premio da parte della Appeal of Conscience Foundation.
Fondata dal rabbino Arthur Schneier nel 1965, l’Appeal of Conscience Foundation è una partnership inter-religiosa di leader sia corporativi che spirituali di tutte le fedi, i quali si uniscono per promuovere “pace, tolleranza e risoluzione dei conflitti etnici”. La filosofia della fondazione risiede nei principi fondamentali di libertà, democrazia e diritti umani. Inoltre, il suo mantra è “un crimine commesso in nome della religione è il più grande crimine contro la religione”.
È la prima volta che un italiano vince il rinomato premio. Senz’altro è un commiato all’uomo e allo statista che ha dimostrato essere. Il presidente e fondatore della fondazione lo indica come “un leader con grandi capacità di visione, che unisce e possiede le competenze finanziarie e politiche necessarie per affrontare le complesse questioni economiche, umanitarie e geopolitiche che il mondo ha davanti”.
Nel suo discorso di ringraziamento, il Presidente del Consiglio ha voluto nuovamente sottolineare i temi di cui si è fatto portavoce durante l’ultimo anno: Europa, pace, pandemia e clima. Il discorso ha toccato anche il tema di maggiore immanenza, ovvero il modus operandi per quanto riguarda la guerra in Ucraina. Draghi ha affermato che “Solo l’Ucraina può decidere quale pace sia accettabile, ma dobbiamo fare tutto il possibile per favorire un accordo quando finalmente sarà possibile”.
Uno statista italiano che si è dimostrato atlantista, europeo e finanziariamente molto competente. Queste qualità, in special modo l’ultima, risultano essere i temi di principale rilievo discussi durante la campagna elettorale, entrando spesso nel merito delle questioni come lo stesso governo uscente ha fatto in quest’anno. Vedremo come questi temi verranno affrontati dal nuovo governo e, soprattutto, le tempistiche con cui si interverrà.